Più licei, meno professionali (e regge anche il classico): i numeri delle iscrizioni alle superiori in Puglia

Più licei, meno professionali (e regge anche il classico): i numeri delle iscrizioni alle superiori in Puglia
di Giuseppe ANDRIANI
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Mercoledì 1 Febbraio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:07

Più di uno studente su due in Puglia sceglie un liceo. Si conferma, invece, la fuga dagli istituti professionali, nonostante l’altissima richiesta del mondo del lavoro di diplomati in ristorazione e ospitalità alberghiera. La fotografia delle iscrizioni al primo anno delle superiori per il 2023/24 è del Ministero dell’Istruzione e del Merito, che ha fornito ieri, dopo la scadenza di lunedì sera delle iscrizioni online, restituisce una Puglia a grandi linee fedele al trend nazionale, con qualche particolarità. Boom dei licei, che continuano a crescere: si arriva al 56,6%, quasi due punti percentuali in più rispetto all’anno in corso, quando il dato si attestava sul 54,9%. Traina lo scientifico, con il 16,4%, regge anche il classico, con il 6,8% e qui la Puglia è una delle regioni con uno dei dati migliori a livello nazionale (tendenza diffusa al Meridione). Continua a crescere anche l’opzione “scienze applicate”, così come le scienze umane, al 7,9%. Più basso, invece, il dato del liceo artistico e del linguistico. 

Il 30,2% dei futuri primini ha invece scelto un istituto tecnico: l’indirizzo più richiesto è ancora “amministrazione, finanza e marketing”, resta indietro il “turismo”, che raccoglie l’1,7% del totale, nonostante vi sia una richiesta importante, così come certificato dai vari report di Unioncamere.

Il settore tecnologico, con in testa l’indirizzo “informatica e telecomunicazioni” raggiunge il 19%. I tecnici, a conti fatti, reggono, incrementando di 0,4% quanto fatto un anno fa. 

La fuga dai professionali

La grande fuga dai professionali, invece, non si arresta. In tutto gli indirizzi legati ai professionali, quelli che dovrebbero più avvicinare al mondo del lavoro, sono scelti dal 13,2% del totale dei ragazzi che stanno al momento frequentando la terza media. Soltanto quattro anni fa lo stesso dato sfiorava il 19%, per non contare il fatto che rispetto a tre anni fa - complice anche il decremento demografico e di conseguenza il minor numero complessivo di iscrizioni - gli studenti che scelgono questo tipo di scuola sono ormai meno della metà (non sono ancora, però, stati forniti i dati in valori assoluti, ma è semplice intuire il tutto dalla proiezione). L’indirizzo più “suffragato” resta “enogastronomia e ospitalità alberghiera”, il vecchio alberghiero, scelto dal 5% dei ragazzi. Numeri, però, irrisori rispetto al trend di qualche anno fa, quando anche grazie all’esplosione del food nelle tv private c’era una diffusa ed enorme volontà di diventare chef o camerieri. Il dato in calo, però, deve fare i conti anche con l’enorme richiesta del settore, in una regione, per altro, a spiccata vocazione turistica e con un processo di riconversione dell’economia tutt’ora in piedi, anche con buoni risultati. Colpisce come nel complesso quel 5% sia appena un punto percentuale più alto rispetto alla media nazionale. 

A conti fatti, è fuga dai professionali mentre si riscoprono i licei, e regge persino il classico, che negli ultimi anni sembrava “alle corde”. 
Il Miur ieri ha fornito anche i numeri delle iscrizioni alle scuole primarie e secondarie, rispetto alla scelta del “tempo scuola”. Evidente il divario Nord-Sud per quel che riguarda il tempo pieno, che in Puglia viene scelto dal 26% dei genitori per i propri figli, ed è uno dei numeri più alti nel Mezzogiorno. Ma altrove è tutta un’altra musica: le 40 ore sono scelte in Toscana dal 63% delle famiglie, in Liguria dal 62%, nel Lazio dal 67%, solo per consentire un paragone con alcune grandi regioni del Centro-Nord, che evidentemente offrono anche maggiori servizi. Al Sud, invece, l’opzione più scelta è quella delle 27 ore, che si esauriscono interamente al mattino. È anche questo un lato della medaglia. 

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