Investire in Puglia? Sì per il 52% degli imprenditori del centro-nord. Ma restano le criticità del Mezzogiorno

Investire in Puglia? Sì per il 52% degli imprenditori del centro-nord. Ma restano le criticità del Mezzogiorno
Investire in Puglia? Sì per il 52% degli imprenditori del centro-nord. Ma restano le criticità del Mezzogiorno
di Alessio PIGNATELLI
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Sabato 25 Settembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15:00

Dove e perché investire nel Mezzogiorno? Quali ostacoli da eliminare? E, soprattutto, quale regione è più appetibile? Sono alcuni degli interrogativi posti a manager di grandi aziende settentrionali e una prima risposta può far sorridere: la Puglia è stata scelta dal 52% del campione degli intervistati. Altri responsi, però, mettono in luce tutti i limiti noti al Sud: inefficienza della pubblica amministrazione o carenza di infrastrutture rappresentano alcune delle principali criticità emerse.

Il report

Si chiama “Benvenuti al Sud” - proprio come il film con protagonisti Bisio e Siani in cui si fotografa una realtà un po’ stereotipata ma esistente - lo studio presentato nel corso dell’evento “Sud: una missione spaziale” organizzato a Ostuni dall’associazione Orbita, il think tank pugliese che riunisce esperti di ogni campo per proporre soluzioni per il futuro del Mezzogiorno.

All’incontro, moderato dal giornalista Paolo Del Debbio, hanno partecipato tra gli altri l’astronauta Maurizio Cheli, il presidente di Confindustria Piemonte Marco Gay, la presidente di Puglia Sviluppo Grazia D’Alonzo, il giornalista Marco Esposito e il rettore dell’Università Lum “G. Degennaro” Antonello Garzoni.

I dati sono molto interessanti a maggior ragione perché il campione è costituito da oltre 60 tra presidenti, amministratori delegati e altre figure apicali di imprese del centro-nord con un fatturato medio di 25 milioni di euro intervistati sulla propensione a investire nel Mezzogiorno. Dall’analisi emerge un chiaro-scuro. Si parte da quanti sono favorevoli a investire al Sud: poco più di uno su tre, il 39%. Questa fetta di imprenditori riconosce alla Puglia e alla Campania lo stesso gradimento (52%) grazie a un sistema formativo di prim’ordine, preparazione e motivazione delle risorse umane, simili a quelle presenti nelle regioni centro-settentrionali.

Segue a ruota la Sicilia (44% delle preferenze) mentre, distanziate, Calabria e Basilicata (scelte dal 26% del campione) precedono il Molise (17%) e la Sardegna, fanalino di coda col 4%. Come detto, dallo studio realizzato per Orbita da Sec Newgate Italia, emerge che la gran parte degli intervistati non è interessata a investire nel Mezzogiorno. Per quali ragioni? Il 41% di loro ritiene scarsamente interessante questo mercato e inefficiente il sistema Paese in quest’area (24%). Più nello specifico, gli ostacoli sono quelli più intuibili: l’inefficienza della pubblica amministrazione (per il 64% degli intervistati), le infrastrutture carenti (segnalate nel 50% dei casi), le logiche clientelari (40%), la presenza di criminalità organizzata e una cultura del business non collimante con quella settentrionale, entrambe segnalate dal 38% del campione.

«Il nostro auspicio – ha affermato il presidente dell’associazione Orbita Luigi De Santis – è che le risorse del Pnrr possano incidere positivamente su efficienza della pubblica amministrazione e sulle infrastrutture, problemi che il Mezzogiorno si trascina da decenni. Quanto alle logiche clientelari, esse vanno condannate a tutti i livelli ed, eventualmente, perseguite nelle aule dei tribunali. È il momento di fare squadra per raccogliere le sfide che la pandemia ci ha lanciato e il Pnrr, in questo, può aiutarci».

Come migliorare?

Tra gli auspici per migliorare e favorire gli investimenti al Sud, si segnalano vantaggi fiscali (indicati dal 61% del campione), una burocrazia più snella (51%), migliori infrastrutture (39%) e un più agevole accesso al credito (14%). Infine, il Sud visto dal Sud. Proprio per avere un quadro globale, alcune dichiarazioni di manager che operano sul territorio completano la visione. «Confermo questa propensione degli imprenditori del Nord e del Centro ad affacciarsi su questo territorio, in particolare in Puglia - commenta Donato Notarangelo, presidente Eco-Trend - In Puglia c’è molto know how e abbiamo tre porti importanti che offrono un indubbio vantaggio per chi esporta. Abbiamo settori come l’agroalimentare e l’aerospazio che stanno crescendo e, anche sul fronte del capitale umano, abbiamo ottimi giovani e ottime strutture universitarie che collaborano sempre di più col mondo dell’impresa». Le priorità del Sud? «Riformare la PA e colmare il gap infrastrutturale - spiega Gianni Sebastiano, direttore strategia e Investor relator Exprivia Spa - Politiche che motivino e trattengano i nostri giovani al Sud, a esempio, portando le retribuzioni in linea con gli stipendi del Nord».

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