Cassano va col centrodestra: «Con il governatore resta la stima ma in Consiglio sono stato tradito»

L'ex dg di Arpal accusa gli ex sodali: c'è la loro regia nella mia decadenza. Ora la nuova strada con L'Udc

Una convention di Puglia Popolare
Una convention di Puglia Popolare
di Alessandra LUPO
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Venerdì 3 Marzo 2023, 04:55 - Ultimo aggiornamento: 10:29

Dopo l’uscita di scena (definitiva?) da Arpal, Massimo Cassano ha deciso di aderire all’Udc, abbandonando formalmente il perimetro del centrosinistra e quindi nei fatti anche il team (elettorale) di Michele Emiliano. Una perdita non da poco se si pensa agli appuntamenti elettorali che si avvicinano, dalle prossime comunali al capoluogo di Bari fino alla Regione, e al consenso che alle scorse Regionali le liste collegate a Cassano e a Stea riuscirono a veicolare verso la vittoria del centrosinistra. Non sorprende quindi che dopo averlo visto disarcionare dal suo ruolo alla guida dell’agenzia regionale per il lavoro, il governatore le abbia provate tutte per ricomporre la rottura tra Cassano e la sua maggioranza, scongiurare l’addio dell’ex dg di Arpal.
Massimo Cassano, si dice di un suo recente incontro in un bar del centro di Bari con Michele Emiliano, che cosa vi siete detti?
«Ho spiegato al presidente la mia decisione di intraprendere un progetto politico alternativo al suo, tornando nel centrodestra».
Ci aveva già provato la scorsa estate.
«Sì, ma senza convinzione: la sinistra non è mai stata la mia casa: ero a disagio e solo il rapporto forte con Emiliano mi ha portato nella maggioranza della Regione Puglia di cui ho fatto fedelmente parte per molto tempo».
Non sempre in maniera serena, però.
«Non sempre ma sono sempre rimasto al fianco di Emiliano. Poi dopo quello che ho dovuto subire su Arpal: una congiura con la regia di una parte del Pd e il Movimento 5 stelle ma soprattutto con lo zampino di qualche civico, non potevo davvero continuare a restare e a incassare». 
Emiliano era dispiaciuto?
«Sì, resta tra noi un rapporto forte, di grande stima e amicizia. Al momento però siamo su piani politici e progettuali molto diversi: non posso condividere un percorso politico con chi mi ha votato contro».
Però le era stato proposto di restare nel Cda di Arpal.
«Non sono interessato, è finita una storia e mi auguro che ne comincerà un’altra».
Non era una soluzione valida indicare dei nomi a lei vicini come le proposero di fare?
«Non sono più in Arpal da ottobre. E non me ne interesso più: a me dispiace solo per quello che stanno facendo. Manca una guida e l’entusiasmo a questi ragazzi e c’è una guerra interna che blocca tutto».
Che guerra?
«Oggi c’è un altro comunicato dei sindacati contro l’assessore. Avevo messo in piedi in due mesi una realtà fortissima con il mio coraggio, la mia forza, il mio impegno senza risparmio. Da un pezzo di carta ho creato una struttura che faceva invidia a tuta Italia e che adesso è in stato di abbandono».
Ora la vogliono tutti però.
«Ora fa gola ma prima non la voleva nessuno, c’era un commissario che si era dimesso».
È amareggiato?
«Hanno tolto le mie foto dal sito dell’agenzia, gesti un po’ miseri ma la mia impronta è bene impressa in quell’ente e così resterà perché i dipendenti hanno creduto in me. Hanno voluto uccidere me e tutti i dipendenti. E quello che fa più rabbia è che la regia è di qualche amico civico che ho creato io».
Ce l’ha con i suoi ex sodali?
«Non farò nomi ma sono stati tutti “ospiti” miei e di Stea quelli candidati in una lista da 100mila voti».
Il movimento di Puglia popolare che fa, si federa o si scioglie confluendo nell’Udc?
«Confluiremo senza scioglierci: domani (oggi, ndr) alle 16 terremo un incontro con i vertici di Udc e Puglia popolare per definire il tutto».
Uscite dalle maggioranze di centrosinistra di cui fate parte in Puglia, a Lecce avete anche l’amministratore unico di una partecipata...
«In questo momento non abbandoneremo le maggioranze, perché c’è una scelta compiuta dagli amministratori che hanno fatto un percorso che merita rispetto. La direzione politica che si intraprende deve portare alla costruzione per gradi di un percorso e questo non può avvenire a scapito di chi sta governando da tempo. Non Noi siamo democristiani, cerchiamo sempre di trovare la soluzione migliore per tutti».
Quindi alle prossime Regionali non appoggerete Antonio Decaro?
«Non so se sarà Decaro il candidato presidente del centrosinistra alle prossime Regionali, ma noi ci certo andremo a destra e appoggeremo il candidato di quello schieramento».

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