L'intervista/L'epidemiologa Bisceglia: «I tamponi fatti per precauzione? Inutili. Vaccini unica arma per contrastare il virus»

L'intervista/L'epidemiologa Bisceglia: «I tamponi fatti per precauzione? Inutili. Vaccini unica arma per contrastare il virus»
di Paola ANCORA
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Venerdì 31 Dicembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 16:18

«La situazione nella quale ci troviamo è la dimostrazione incontrovertibile dell’efficacia dei vaccini nel contenere gli effetti della malattia severa e i decessi». Da qui si deve partire, secondo l’epidemiologa e dirigente Aress (Agenzia regionale per la salute) Lucia Bisceglia, per analizzare l’evoluzione della pandemia in Puglia, con un galoppante numero di contagi – riscontrati grazie a una elevatissima quantità di tamponi processati – e reparti ospedalieri ancora vuoti.
Dottoressa come valuta la situazione nella quale ci troviamo?
«Abbiamo superato in questi giorni il record assoluto di contagi e di tamponi effettuati, ma l’occupazione delle terapie intensive è stabile e qualche “movimento lieve” si avverte nel numero dei ricoveri in area medica, ma nulla di paragonabile al quadro che si è verificato con la precedente ondata. E questo avviene perché è vero che per contenere la trasmissione di Omicron è necessaria una dose di richiamo, ma la doppia somministrazione di vaccino è efficace nell’impedire la malattia sintomatica e, quindi, i ricoveri. In Puglia la campagna vaccinale sta dando risultati più che soddisfacenti in tutte le fasce d’età».
Sui social continuano a circolare dubbi e perplessità sui vaccini: si sostiene che non servano perché altrimenti non avremmo questo elevato numero di positivi. Ci spiega perché questa affermazione non ha alcun fondamento scientifico?
«La risposta a questa domanda si trova nelle Terapie intensive, dove oggi il 65-70% dei ricoverati è No Vax. La percentuale restante fa riferimento a persone vaccinate, ma molto anziane o con severe co-morbilità. La variante Omicron ha certamente cambiato le carte in tavola in tema di trasmissione del contagio, ma è un dato ampiamente previsto dalla comunità scientifica: abbiamo sempre sostenuto che la copertura vaccinale avrebbe dovuto essere rapida ed estesa a tutto il mondo per impedire la proliferazione di varianti. Nonostante ciò, oggi grazie ai vaccini la malattia grave si concentra solo sui No Vax. Per quel 12% di non vaccinati pugliesi è fortemente a rischio frequentare luoghi affollati. Sono state somministrate miliardi di dosi in tutto il mondo: i vaccini sono sicuri e non c’è dubbio che stiano funzionando».
Dottoressa, durante queste feste si è scatenata la corsa al tampone, anche solo per riuscire a partecipare alla cena di Natale o rivedere vecchi amici. È utile un simile tipo di screening?
«Purtroppo non serve fare il tampone così. Capisco che la possibilità di accedere a ristoranti o party, dopo tanti mesi di privazione, sia una spinta motivazionale molto forte. Ma se, per esempio, si è fatto il test in una finestra temporale sbagliata, allora non si è affatto protetti: purtroppo una larghissima fetta di popolazione ricorre al tampone a scopo precauzionale. Vaccinarsi, mantenere un atteggiamento di cautela, evitando assembramenti in ambienti chiusi, resta l’unica strada per proteggersi dal contagio e dalla malattia». 
L’Esecutivo ha deciso di eliminare la quarantena per i vaccinati con tre dosi. Significa che se una persona vaccinata con la booster entra in contatto con un positivo, deve sì mantenere un atteggiamento di cautela, ma non costituisce un problema?
«Da scienziata, in un momento di così elevata trasmissione virale, ritengo che evitare di entrare in contatto con possibili positivi sia comunque preferibile. Ma chi ha ricevuto anche la dose booster ha scarse possibilità di sviluppare la malattia severa e, anzi, i primi studi sul tema ipotizzano che la capacità dei vaccinati con tre dosi e asintomatici di contagiare il prossimo sia trascurabile. Non ne abbiamo purtroppo ancora la certezza». 
Cosa ci attende nelle prossime settimane? 
«La curva continuerà a crescere, ma se sapremo procedere spediti con la somministrazione delle terze dosi e rispettare le misure di precauzione, contrasteremo questa crescita vertiginosa dei positivi, legata soprattutto all’elevata trasmissibilità di Omicron. I comportamenti individuali restano decisivi, ma ci sono misure – come un incentivo allo smart working – che aiuterebbero, svuotando per esempio i mezzi di trasporto pubblico».
Lei è favorevole all’obbligo vaccinale?
«In Puglia c’è una piccola percentuale di esitanti e temo che l’obbligo vaccinale radicalizzi certe posizioni. Procederei per gradi, estendendo il più possibile l’obbligo di Green Pass rafforzato - misura assolutamente appropriata -, passando alle chiamate attive e infine introducendo l’obbligo vaccinale.

Per me è l’ultima spiaggia, ma è certamente una opzione sul campo». 

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