Interruzione volontaria della gravidanza, respinta la “concreta attuazione”

Interruzione volontaria della gravidanza, respinta la “concreta attuazione”
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Martedì 22 Maggio 2018, 19:26 - Ultimo aggiornamento: 21:21
Il Consiglio regionale della Puglia ha respinto la proposta per la “concreta attuazione” della legge n.194 del 1978. La proposta di legge è stata presentata da Sinistra Italiana ed è stata bocciata dai consiglieri dei gruppi del centrosinistra (Pd e liste civiche), del centrodestra (Fi, Dit, FdI, Lega) e dal Movimento 5 Stelle che hanno sollevato questioni di incostituzionalità, di inutilità e di obiettivi diversi da perseguire (come il contrasto alla denatalità).

La proposta di legge era diretta ad affrontare la difficoltà con cui si procede alle interruzioni volontarie di gravidanza in Puglia,dove i medici obiettori sono numerosi soprattutto nelle strutture pubbliche, provando a fornire una risposta con iniziative di carattere organizzativo che consentano alle Asl di garantire una dotazione necessaria di figure professionali disponibili a praticare l’Ivg, tramite anche l’attivazione della mobilità e di convenzioni. Per il proponente Mino Borraccino (Si) la bocciatura ha portato ad una «grande occasione persa per la Puglia».
«E' stato il partito trasversale degli anti-abortisti che gioca sulla vita delle donne e alimenta il business degli aborti a pagamento a voler sventolare una bandiera ideologica, rinunciando - ha sostenuto Borraccino - a confrontarsi effettivamente sul merito di una questione così delicata».

I gruppi consiliari di maggioranza ed opposizione hanno motivato la contrarietà alla proposta di Sinistra Italiana sulla concreta attuazione in Puglia della legge Basaglia evidenziando alcuni punti critici della Pdl. "Sulle ivg non ci sono i problemi posti da Borraccino ed anzi - ha spiegato il capogruppo di Forza Italia, Nino Marmo - siamo tra le prime Regioni in Italia per numero di interruzioni di gravidanza e siamo maglia nera per tasso di natalità». «Questa è una legge inutile che chiede - hanno sottolineato i cinquestelle - di far rispettare un’altra legge già esistente. Qui non è in discussione il diritto all’aborto ed è questo che bisogna chiarire a tutti». «La proposta oltre a presentare evidenti profili di incostituzionalità va - a giudizio del consigliere di Alternativa Popolare, Giannicola De Leonardis - nella direzione esattamente opposta rispetto alla necessità di affrontare il tema della denatalità sempre più marcata».

«Abbiamo detto no perché la proposta - ha sostenuto il capogruppo di Direzione Italia, Ignazio Zullo - ci appare palesemente anticostituzionale e perché vorremmo approvare leggi a favore della natalità». «E' necessario che la Regione si attivi - ha aggiunto il consigliere di Fratelli d’Italia, Erio Congedo - per garantire la sua piena applicazione soprattutto nella parte relativa alla prevenzione e al sostegno alla maternità». «Votando no - ha chiarito il consigliere del Pd, Fabiano Amati - non intendiamo mettere in discussione la 194, le battaglie, i movimenti delle donne. Semplicemente non intendiamo tenere in piedi quello che in realtà sembra un espediente per dire ben altro». «Parliamo di legge 194 concentrandoci - ha concluso il capogruppo de La Puglia con Emiliano, Paolo Pellegrino - sulla prevenzione, sull'educazione sessuale, sulla rete dei consultori, su scuole e famiglie».
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