Assessori, dirigenti e manager: ecco l'esercito degli indagati "nominati" da Emiliano

Assessori, dirigenti e manager: ecco l'esercito degli indagati "nominati" da Emiliano
di Paola COLACI
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Sabato 5 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 11:24

Non c’è pace dalle parti di Lungomare Nazario Sauro a Bari. La notizia di un’altra indagine - l’ennesima che vede coinvolti uomini di fiducia, vertici del management ma anche dirigenti e assessori della Giunta di Michele Emiliano – è stata recapitata al governatore nelle scorse ore. Questa volta sotto i riflettori c’è il nuovo ospedale “San Cataldo” di Taranto. E nel registro degli indagati con l’accusa di falso ideologico sono iscritti Claudio Stefanazzi, capo di gabinetto della Regione, ed Elio Sannicandro, commissario straordinario di Asset Puglia

Promesse di incarichi: indagato l'assessore al Personale Gianni Stea

Lo stesso Sannicandro che appena una settimana fa era finito sotto indagine nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Bari per tentata induzione indebita a dare o promettere utilità in concorso con l’assessore al Personale della Regione, Giovanni Francesco Stea.

Nel registro degli indagati anche l’avvocato penalista barese Salvatore Campanelli e il funzionario regionale Daniele Sgaramella. I fatti risalgono al 2019 quando Stea ricopriva il ruolo di assessore regionale all’Ambiente durante il primo governo di Emiliano. Poi la rielezione in Regione con la lista dei “Popolari con Emiliano” e la riconferma in Giunta – questa volta con delega al Personale - per ferma volontà del governatore. Infine l’avviso di indagine dei giorni scorsi. 

Regione, prometteva incarichi: indagato l'assessore regionale Gianni Stea. Stessa accusa anche per un avvocato e per il direttore di Asset Puglia

Lerario in carcere da dicembre per due mazzette intascate

Un’altra tegola sulla testa dell’ex magistrato che già all’inizio di gennaio si era visto costretto a mettere in piedi in tutta fretta una task force di 15 funzionari per verificare la legittimità degli atti firmati dall’ex capo della Protezione civile regionale Mario Lerario, finito in carcere per corruzione dal 23 dicembre nell’ambito della max inchiesta della Procura di Bari su 13 appalti. Tutti affidati tra il 2019 e il 2021 ad altrettante ditte, tra i quali quello per l’ospedale Covid nella Fiera del Levante di Bari. Lo stesso Lerario che prima di mettersi in tasca «la mazzetta e la manzetta» - 20mila euro nascosti in un taglio di carne bovina pregiata - nell’ottobre del 2018 era stato scelto e nominato da Emiliano alla guida della Protezione civile. Ma il governatore di Puglia aveva affidato al manager di Acquaviva delle Fonti una serie di altri incarichi di peso. In altre parole, la gran parte dei titoli di spesa della Puglia arreca la firma di Lerario. Dopo il suo arresto e la confessione in carcere, però, a cancellare l’imbarazzo dalle parti della Presidenza di Lungomare Nazario Sauro non è bastato neppure il gesto simbolico di rimuovere la gigantografia che troneggiava all’esterno della fabbrica pubblica delle mascherine made in Puglia. Un’immagine che ritraeva proprio Lerario insieme al governatore. Ma tant’è.

Sanità, sotto indagine i manager Dattoli e Quinto

Già a metà dicembre a finire ai domiciliari era stato il direttore generale degli Ospedali riuniti di Foggia, Vitangelo Dattoli. Anch’egli nella lista dei nominati da Emiliano. Condanna a due anni e mezzo di carcere per la “Sanitopoli” lucana, invece, per il manager Pietro Quinto, ex direttore generale dell’Asm e dirigente dell’attività territoriale dell’azienda di Matera. Di recente Quinto aveva ricevuto dal governatore l’investitura a commissario dell’istituenda azienda sanitaria per la prevenzione della Regione. Nomina poi “congelata” dopo la condanna.

Sanità e appalti truccati, arrestato il dg del Policlinico di Foggia, Vitangelo Dattoli. Altri cinque ai domiciliari

Ager, indagato Grandaliano: si sarebbe fatto pagare il compleanno da un imprenditore

E ancora, dovrà difendersi dall’accusa di essersi fatto pagare il ricevimento per il suo 50esimo compleanno da un imprenditore del settore il direttore di Ager, Gianfranco Grandaliano. Nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Bari il manager è accusato di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio. E l’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 6 luglio. Proprio di recente, tuttavia, Grandaliano è stato riconfermato alla guida dell’agenzia regionale pugliese che si occupa dei rifiuti.

Corruzione e turbativa d'asta: Caracciolo (Pd) rischia il processo

Avrebbe abusato del suo ruolo di assessore regionale all’Ambiente per dirottare due gare d’appalto verso imprenditori amici dai quali avrebbe ricevuto in cambio sostegno elettorale, invece, Filippo Caracciolo. L’attuale capogruppo del Pd in Regione ora rischia un processo per corruzione e turbativa d’asta insieme ad altre otto persone, quattro funzionari pubblici e quattro imprenditori. E si aggiunge al lungo elenco di indagati o condannati che ricoprivano o ricoprono ancora ruoli apicali in Regione. Spesso al fianco dello stesso governatore.  A questo punto, dunque, anche dalle parti dei Consiglio regionale non è più solo l’opposizione a interrogarsi sulle modalità di selezione applicate per la scelta del management in alcuni dei posti chiave di una regione guidata da un magistrato. A onor del vero, va ricordato che nessuno è colpevole sino a sentenza definitiva. Lo sanno i cittadini pugliesi. E lo sa soprattutto Emiliano, il quale insieme il suo capo di gabinetto Stefanazzi a marzo, in Tribunale, dovrà difendersi dall’accusa di finanziamento illecito durante le primarie per la segreteria nazionale Pd del 2017.
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