Puglia e incubo cassa integrazione. I sindacati: «Si intervenga o sarà corsa ai sostegni»

Puglia e incubo cassa integrazione. I sindacati: «Si intervenga o sarà corsa ai sostegni»
di Pierangelo TEMPESTA
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Domenica 9 Ottobre 2022, 18:35 - Ultimo aggiornamento: 18:36

Aziende pugliesi sempre più in difficoltà per il caro-energia. E si teme il ricorso in massa alla cassa integrazione. I dati diffusi qualche giorno fa fotografano una situazione allarmante: il 20% delle imprese rischia la chiusura a causa dei costi insostenibili di energia elettrica e gas. Si stima un rischio per 57mila medie e piccole imprese, oltre il 22% del totale di quelle esistenti sul territorio. A pagarne le spese, naturalmente, saranno soprattutto i lavoratori: 177mila quelli in pericolo, il 23% del totale, secondo i dati di Confartigianato Puglia. Le prossime settimane, però, saranno cruciali anche per ciò che riguarda la decisione di ricorrere agli ammortizzatori sociali e, in particolare, alla cassa integrazione.

La crisi morde già da ottobre


La previsione è che già in questo mese di ottobre molte aziende, grandi e piccole, sceglieranno di chiedere per i propri dipendenti i sostegni dello Stato a causa dell'impossibilità di sostenere i costi della manodopera.

In molti - è il timore dei sindacati, che sono già in allarme - si troveranno dinanzi a un bivio: pagare le bollette o retribuire i dipendenti. E il paradosso, come confermano le sigle sindacali, è che a mancare non sono le commesse: il lavoro in molti casi c'è, ma non si riesce a rientrare nei costi. Al momento, i dati a disposizione parlano di poche aziende, soprattutto piccole e con pochi dipendenti, già corse al riparo con la richiesta di accedere agli ammortizzatori sociali. Si tratta soprattutto di ristoranti, bar e pizzerie. Ma, nel giro di poche settimane, per molti imprenditori chiedere la cassa integrazione potrebbe essere l'unica via di uscita per non chiudere i battenti delle proprie aziende.

Il costo dell'energia

Rispetto al 2021, gli aumenti complessivi dei costi dell'energia elettrica sono del 220%, mentre quelli del gas superano il 270%. Il settore della ristorazione è quello più esposto: si stimano rincari del 228%. Per le fonderie gli aumenti saranno del 211%, per le aziende della panificazione del 199%, per l'impiantistica del 164%. «In alcuni settori come il Tac, il lavoro c'è per esempio - spiega Fabiana Signore, della segreteria di Uiltec Lecce, nel corso del terzo congresso nazionale del sindacato, a Bari - e buona parte delle aziende ha la possibilità di pagare due bollette raddoppiate. Ma il problema sarà da qui a fine anno». «Stiamo provando - afferma Giuseppe Gesmundo, segretario generale di Cgil Puglia - ad aprire tavoli, a discutere e a confrontarci. Se si continuerà così, ci sarà bisogno di avviare una discussione non solo rispetto agli ammortizzatori sociali, ma anche sulle modalità di mantenimento del reddito dei lavoratori. Occorrono risposte a livello regionale e nazionale, iniziative per individuare misure a sostegno dei lavoratori. Ma - aggiunge - se ci sono aziende che hanno le commesse ma non riescono a stare nei costi, ci sono anche imprese che fanno extraprofitti: non a tutti la crisi sta creando gli stessi problemi. Ad avere più difficoltà sono le piccole e medie imprese e i lavoratori rischiano di pagare il prezzo più alto di questa crisi». Per Antonio Castellucci, segretario generale di Cisl Puglia, il problema cassa integrazione esiste «e abbiamo forti preoccupazioni per le imprese e i lavoratori. Siamo in una fase di monitoraggio di tutti i settori produttivi, ci preoccupano soprattutto le prossime settimane, durante le quali dovrebbero arrivare grosse difficoltà a causa delle bollette. Rispetto agli aiuti da parte del Governo - aggiunge - auspichiamo che si possa affrontare questo momento abbastanza complesso nel miglior modo possibile. Speriamo che anche la Regione faccia la sua parte, con l'auspicio che la questione energia si possa affrontare in maniera strutturale a partire dalle prossime settimane». Dalla Cisl è arrivata la richiesta di apertura di un confronto che veda al centro della discussione le fonti rinnovabili e lo stoccaggio di energia in Puglia: «È paradossale: la nostra regione è leader nella produzione di energia da fonti rinnovabili, ma le nostre imprese sono in difficoltà e con esse i lavoratori e le loro famiglie».

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