Incidenti stradali: un'estate drammatica. Negli ultimi due mesi quasi un morto al giorno

Incidenti stradali: un'estate drammatica. Negli ultimi due mesi quasi un morto al giorno
di Giuseppe ANDRIANI
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Venerdì 5 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:48

Dietro ogni nome, ogni età, ogni dinamica da ricostruire e l’intervento delle forze dell’ordine, c’è la storia di un uomo, di una donna, troppo spesso di un o una giovane o persino di un o una bambina. L’estate di sangue delle nostre strade ha portato fin qui a circa cinquanta vittime dall’1 giugno a oggi. Storie finite in modo rocambolesco e sempre tristemente uguale. Il bilancio di un periodo nero per gli incidenti stradali non può non tenere conto, però, di dinamiche, albe e notti di sangue al rientro da discoteche o serate trascorse nei locali. È l’estate, la prima vissuta senza alcuna limitazione e senza alcun divieto dopo due anni di pandemia e restrizioni imposte. Ma il conto da pagare è spesso troppo salato. Inutile demonizzare la voglia di divertirsi, spesso è questione di fatalità o al limite di imprudenza. E fin troppo frequentemente esiste anche un problema di pericolosità delle arterie. Si muore su provinciali insicure di per sé, si muore troppo spesso sulle stesse strade, che diventano delle vere e proprie trappole mortali. Non solo per questioni infrastrutturali, ma anche perché arterie particolarmente frequentate per determinati motivi. E vale la pena ricordare - sempre - quanto possa diventare fatale un comportamento sbagliato: non indossare la cintura di sicurezza (evento, però, raro grazie ai meccanismi di sicurezza delle auto) o utilizzare lo smartphone, fenomeno invece tristemente in crescita. Da segnalare anche, sfogliando le pagine delle cronache di queste settimane, che capita con una certa frequenza che gli incidenti mortali avvengano nelle prime ore del mattino, dopo una serata passata fuori: e non è sempre colpa di droghe e alcol, anche la stanchezza e la perdita di lucidità, con il rallentamento dei riflessi, giocano brutti scherzi. Scherzi che non fanno ridere, mortali. 

La strage dei ragazzi

Ripercorrendo un’estate di sangue, colpisce un dato: quasi un morto su due è un ragazzo.

E le storie si intrecciano, parlano. Si ricordano, perché colpiscono. Come la 28enne maestra d’asilo che a Lecce il 4 giugno si schiantò contro il guardrail sulla Tangenziale Est e ne fu trafitta. Morì sul colpo. L’inizio di giugno aveva già lasciato presagire che questa sarebbe stata, dal punto di vista dei sinistri stradali, un’estate drammatica. A Bari singolare il caso della 20enne morta in scooter in pieno centro nella serata del 5 giugno, nei pressi di via Giulio Petroni. O le tre vittime della strada sulla Ginosa-Laterza in due incidenti distinti nel giro di 48 ore tra il 24 e il 25 luglio. Quasi nello stesso punto, di sicuro sulla stessa arteria. Perse la vita un 20enne, astro nascente della nostra atletica.

E il giorno dopo una 52enne e una bimba di appena 11 anni, mamma e figlia, di Altamura. Un mero elenco cronologico delle vittime non renderebbe giustizia e non restituirebbe quanta vita c’era in ognuno dei fiori spezzati sul più bello o comunque a qualunque età troppo presto. 

La domenica sembra un bollettino di guerra

E alcune domeniche diventano bollettini di guerra. Il 10 luglio, soltanto in Puglia, persero la vita in sei: un 17enne a San Donato (periferia di Taranto) in scooter, una 34enne sulla Taviano-Mancaversa, un anziano signore (83 anni) che ha imbeccato, per errore, la Lecce-Gallipoli contromano, e le tre vittime a Cagnano Varano nel foggiano. Un bollettino di guerra, e non è un modo di dire. Basti pensare che la domenica successiva le vittime furono tre, tutti in moto, tra cui una ragazza di appena 15 anni. E il 24 luglio ancora tre. Sul bilancio delle vittime pesano, e non poco, gli scontri tra auto e moto, con i centauri - o ragazzi in sella a scooter - che fin troppo spesso hanno la peggio. 

Ma dietro ogni dinamica, che sia frontale, auto contromano, contadini sbalzati dal trattore (è già successo due volte, si trattava di persone che andavano a lavoro), tir coinvolti, strade troppo strette, scooter insicuri, caschi volati via, c’è sempre la storia di una persona. C’è chi si era diplomato da qualche giorno, la promessa dell’atletica, una coppia di nonni, neppure settantenni, che in auto viaggiavano con la nipotina. Dietro ad ogni numero c’è una storia. Sono circa una cinquantina e sono le vittime di questa terribile estate di sangue sulle nostre strade.

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