Non c’è pace per il Psr, secondo i dati pubblicati da Agea, la Puglia resta ancora indietro sull’utilizzo dei fondi europei legati al programma di sviluppo rurale. Allo stato attuale c’è il rischio che fino al 31 dicembre prossimo la Regione non riesca a spendere le risorse già assegnate. E sarebbe un peccato doverle restituire. «Nell’Agricoltura pugliese il disastro politico-amministrativo-organizzativo degli anni precedenti, e in modo particolare della scorsa legislatura, è stato così devastante che, nonostante gli sforzi del nuovo assessore all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, è difficile poter recuperare. Per cui, dati Agea, la Puglia resta maglia nera per l’utilizzo dei fondi europei ed è molto probabile, anzi quasi certo, che per il terzo anno consecutivo non riuscirà a spendere le risorse messe a disposizione» tuona l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Raffaele Fitto. Allo stato attuale il disimpegno al 31/12/2021 è pari ad euro 275.136.295, comprensivo della quota Feasr pari ad euro 166.457.459».
I ritardi
Vale la pena ricordare che la Regione Puglia nei mesi scorsi era stata costretta a chiedere all’Europa una seconda deroga, dopo quella ottenuta l’anno precedente. «La Regione Puglia spera forse che la Commissione Europea sarà ancora una volta benevola e concederà la terza proroga? - incalza Fitto -. È questa la strategia che si pensa di mettere in atto? Perché altrimenti è difficile spiegare come mai al 31 agosto scorso la Puglia registra un avanzamento della spesa sulla dotazione complessiva pari al 47,39%, una percentuale notevolmente inferiore sia alla media nazionale al 64,13% che a quella delle Regioni del Sud al 58,97%. Non solo, la Puglia è ultima, con un preoccupante 0,00% di avanzamento della spesa dell’anno d’impegno 2018 (regola dell’N+3), rispetto alla media nazionale del 74,81% e delle Regioni del Sud pari al 55,16%. Un aggravante - aggiunge -, perché il non utilizzo non ha giustificazioni geografiche, se solo si tiene conto che la Calabria ha già da tempo superato il 100% della spesa, mentre la Campania registra un avanzamento pari al 76,17%, la Sicilia al 64,95% e la Basilicata al 34,67%, né sanitarie (causa Covid) visto che tutte le Regioni hanno avuto gli stessi problemi e, anzi, in Puglia c’è chi si vanta di aver affrontato e gestito meglio la pandemia».
Eppure ai primi di luglio, il Psr sembrava fosse uscito dal limbo in cui era sprofondato, perché la Regione aveva raggiunto il target, centrando i primi due slot temporali imposti dall’Unione Europea nel momento in cui era stata chiesta la seconda deroga di spesa. Poi, si è arenato di nuovo, soprattutto per motivi legati alle pratiche, spesso non completate dagli agricoltori perché troppo complesse o perché, ormai non vogliono più portare a termine progetti già datati, considerato che la mole di ricorsi ha bloccato per parecchio tempo le domande.
«E allora cosa non funziona? - chiede Fitto -. Intoppi burocratici, dovuti anche alla mancata organizzazione del dipartimento, ma anche scoramento e sfiducia degli operatori del settore, per cui si registrano molti passi indietro, perché rispetto alla presentazione dei progetti, il Psr si riferisce agli anni 2014/2020, è passato molto tempo e molte cose sono cambiate, compresa la pandemia Covid che ha colpito il settore agricolo non meno degli altri.