Puglia, tremila morti dall'inizio della pandemia

Puglia, tremila morti dall'inizio della pandemia
di Massimiliano IAIA
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Lunedì 25 Gennaio 2021, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 08:58

Tremila morti in Puglia dall'inizio dell'emergenza coronavirus. È l'impietoso dato che emerge dall'ultimo bollettino regionale, con le 14 vittime di ieri che contribuiscono a determinare il drammatico bilancio dei decessi che si sono contati da marzo a oggi. In poco più di dieci mesi 3mila morti, l'80% dei quali riferiti alla seconda ondata, iniziata in autunno. Dei decessi di ieri, sei riguardano la provincia di Bari, due la provincia di Brindisi, tre l'area foggiana, e tre la provincia di Taranto.

Ed è proprio l'area jonica a continuare a destare maggiore preoccupazione, per il numero sempre piuttosto elevato di casi positivi che si registrano ogni giorno (nella settimana conclusasi ieri sono stati 1.365). Numeri sempre staccati rispetto alle province di Lecce e Brindisi, che pur nel pieno dell'emergenza fanno sempre registrare dati più bassi rispetto al versante jonico. In tal senso, è interessante dare un'occhiata ai casi positivi totali: se a Lecce sono stati 9.480 e a Brindisi 8.338, a Taranto sono stati invece 15.447. Ieri in Puglia 954 casi positivi su 8.623 tamponi, per un tasso di positività dell'11,06%, maggiore rispetto al 9,9% di sabato. Taranto ha fatto registrare 174 nuovi casi, Brindisi 45, Lecce 75. Ancora una volta, l'emergenza maggiore riguarda l'area settentrionale della regione, con i 333 nuovi casi nella provincia di Bari e i 213 della provincia di Foggia. A questi aggiungono i 111 della Bat, e i tre casi dalla provincia di residenza non nota.
Altri 485 guariti, mentre salgono ancora gli attuali positivi, che tornano a superare quota 55mila: ieri erano 55.070. Ma non è l'unica voce in crescita: aumentano anche i ricoveri, passati dai 1.540 di domenica ai 1.555 di ieri.
A livello nazionale sono 11.629 i nuovi casi di Covid in Italia nelle ultime 24 ore, per un totale, dall'inizio dell'emergenza, di 2.466.813. L'incremento delle vittime, invece, è di 299, che porta il numero complessivo ad 85.461. Tornano a salire le terapie intensive con +14 in 24 ore; in risalita anche gli attualmente positivi con +444.
Il tasso di positività risale al 5,3% (sabato era al 4,6%). Gli attualmente positivi in Italia: sono 499.278, con un aumento di 444 rispetto al giorno prima. Dall'inizio dell'epidemia sono invece 1.882.074 i pazienti dimessi o guariti, con un incremento nelle ultime 24 ore di 10.885. Per quanto riguarda la pressione sugli ospedali sono 2.400 i pazienti ricoverati in rianimazione, 14 in più nel saldo tra entrate e uscite rispetto all'altroieri. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono 120. Nei reparti ordinari sono invece ricoverati 21.309 pazienti, in calo di 94 unità rispetto a sabato. «È stato compensato un rialzo significativo» con le misure del periodo festivo ma, guardando lo scenario attuale, commentano gli esperti. E molti chiedono di prevedere un altro periodo di 10-14 giorni di freddata rossa per abbassare l'incidenza. Un'azione simile a quella messa in campo per il periodo delle vacanze di Natale.
Il valore medio dal 15 al 22 gennaio della percentuale dei positivi sui tamponi analizzati tramite test antigenici rapidi, relativo alle dieci regioni-province autonome che riportano i valori dei positivi separatamente per i due tipi di test, è uguale a circa 1.7%. Invece, quello per i molecolari è 7.7% e quello per entrambi i tipi assieme, è 5.5%. «Quest'ultimo valore - spiegano gli esperti - si può esprimere come media pesata dei primi due, con pesi pari alle percentuali di test rapidi e molecolari sul totale, rispettivamente pari a 37% e 63%. Se il valore della percentuale dei test molecolari fosse più alto o più basso di quello attuale, ci sposteremmo verso il valore di 7.7% o 1.7% rispettivamente».
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