Una crociera circumnavigando la Puglia. Un sogno? Piuttosto una grossa opportunità da sfruttare. Le basi per mettere in piedi il progetto ci sono. Da Monopoli a Leuca, passando per Brindisi e Gallipoli: negli ultimi tre giorni, nei principali approdi pugliesi sono arrivate oltre dieci imbarcazioni tra grossi yacht, mini navi da crociera e velieri, alcune delle quali si sono spostate per diverse tappe nei porti pugliesi. Solo nella giornata di ieri, in particolare, sono attraccate Alchemist, a Brindisi, Adventures a Monopoli e Alexander a Leuca, tutti mega yacht di extra lusso della lunghezza superiore ai 60 metri che hanno sbalordito cittadini e turisti con la loro imponente bellezza. Il segmento del diportismo, quello del super lusso soprattutto, è in costante crescita e la Puglia è attualmente tra le destinazioni più richieste. La domanda è alta ma mancano di fatto gli approdi attrezzati adatti a far attraccare questa tipologia di scafi che necessitano di servizi adeguati e di qualità.
LE SUPER IMBARCAZIONI
Basti pensare che in pochi anni le imbarcazioni di oltre 40 metri di lunghezza nel mondo sono passate da circa 2mila a 6mila; e poi ci sono le migliaia di barche, a vela o motore, al di sotto dei 40 metri ma sopra i 24: mega yacht lussuosi che spesso non trovano spazio nelle città portuali pugliesi e sono costrette a restare in rada.
I PROBLEMI
Mancano però i posti barca, in tutte le principali destinazioni, e mancano approdi adatti a queste enormi imbarcazioni. «Ciò di cui c’è bisogno sono approdi vicini al centro delle città attrezzati con i servizi a terra. Al momento questo avviene solo a Brindisi, persino Bari non ha ormeggi di questo tipo e le grosse barche devono entrare nel porto commerciale che non è certo la situazione ideale. Purtroppo è un problema culturale, un po’ in tutto il paese. Si continuano a far nascere marine e darsene lontano dalla città, spesso con servizi non adeguati ai mega yacht che molto spesso sono poi costretti a restare in rada e magari utilizzare i tender. Da Rodi Garganico a Taranto sarebbe invece interessante creare un vero percorso di porti sicuri e attrezzati».
Un lusso all’apparenza lontano dalla cittadinanza che porterebbe però ad innescare un circuito virtuoso. «In genere queste imbarcazioni si spostano anche in inverno, scelgono destinazioni dove si vive bene tutto l’anno, hanno equipaggi alto spendenti che utilizzano tutti i servizi della città a partire dai cantieri per la manutenzione. Ci sono scafi che addirittura scelgono una destinazione dove svernare. Occorre consapevolezza: guardare a questa opportunità economica e di sviluppo diffuso; per qualificare il territorio. A partire dai cantieri per i quali ci sarebbe davvero una svolta; è un progetto verso l’alto insomma che innesca un meccanismo virtuoso che parte dalla formazione di manodopera e figure specializzate e si estende anche più in generale ad un discorso di qualificazione di tutta l’offerta turistica. Come è successo ad esempio nella valle d’Itria dove la domanda crescente ha generato un movimento crescente di strutture di lusso».