Immuni è scaricabile: «applicazione utile alla sicurezza di tutti»

Immuni è scaricabile: «applicazione utile alla sicurezza di tutti»
di Vincenzo DAMIANI
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Martedì 2 Giugno 2020, 13:11 - Ultimo aggiornamento: 14:33
«Io la scaricherò perché utile alla nostra sicurezza individuale». Il professore Pierluigi Lopalco, epidemiologo a capo della task force pugliese per l'emergenza coronavirus, prova a spegnere polemiche e dubbi sull'App Immuni, disponibile da ieri negli Store digitali la cui sperimentazione partirà da domani in quattro regioni: Puglia, Abruzzo, Marche e Liguria.
L'applicazione è gratuita ma attenzione alle e-mail che invitano a installarla sul proprio smartphone: sono delle truffe, nessuna mail è stata inviata dal governo o aziende. L'App Immuni offre la possibilità di tracciare i contatti dei contagiati dal Covid-19, secondo Lopalco, uno «strumento utile» perché, in caso di contagio di una persona, «ci aiuterà a rintracciare tutti i suoi contatti, anche quelli sconosciuti che diversamente non riusciremmo a raggiungere».
L'applicazione «potrà essere un importante strumento di supporto alle attività di contact tracing svolte quotidianamente dai nostri dipartimenti di Prevenzione nella lotta all'epidemia da Covid 19», garantisce il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. «Noi prosegue - in questi mesi, con gli uomini e le donne delle strutture operative delle Asl, abbiamo svolto un vero e proprio lavoro di intelligence, alla ricerca costante del virus, in collaborazione con i cittadini, per garantire la tutela della salute collettiva e la prevenzione della pandemia. Ritengo quindi che valga la pena e che convenga, per la tutela della salute di ciascuno di noi, scaricare sul proprio cellulare la app Immuni, messa a punto dal governo nazionale. È un'arma in più per combattere il coronavirus».
Ma come funziona? Il meccanismo è semplice: una volta scaricata l'App, basterà inserire pochi dati, come il Comune di residenza. Poi il sistema funzionerà in automatico, saranno gli smartphone in cui è in funzione l'App e che si troveranno ad una distanza inferiore ad un metro e per un lasso di tempo prolungato a scambiarsi dei codici in maniera anonima. A quel punto, se una persona dovesse contrarre il coronavirus, il medico dell'Asl di riferimento segnalando la positività sbloccherà - sempre in maniera anonima - un codice, facendo partire un messaggio di allerta su tutti i telefoni delle persone che sono venute a contatto, anche in maniera inconsapevole, con il contagiato. «Se sono in fila al supermercato spiega Lopalco - e non viene rispettata la distanza di un metro, il mio smartphone scambierà un codice con il telefono di chi mi è accanto. A quel punto, se io il giorno dopo dovessi risultare positivo, la persona che inconsapevolmente è stata a contatto con me lo verrà a sapere». Il tutto nel rispetto della privacy: i dati raccolti saranno conservati sui singoli device e non su un server centrale; il sistema non traccerà gli spostamenti, ma solo i contatti di prossimità tra smartphone; i dati raccolti potranno essere condivisi solo con l'autorizzazione del possessore dello smartphone; tutti i dati raccolti e condivisi con il server centrale (gestito da Sogei), saranno cancellati entro dicembre 2020. «Più che una sperimentazione conclude Lopalco - si tratterà di un test di pochi giorni, forse una settimana, per provare le funzionalità dell'App». Ieri il direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro, e Lopalco hanno incontrato i responsabili delle Asl pugliesi: spetta a loro avanti le attività di sorveglianza epidemiologica attraverso l'utilizzo della app. Il contact tracing informatico necessita - per essere efficace - che la app venga installata sul cellulare da un numero consistente di persone, altrimenti il meccanismo ha una scarsa funzione. Se saranno pochi i pugliesi a scaricare l'applicazione, saranno poche le possibilità che scatti un alert. La privacy è assicurata, né il ministero né le Regioni potranno accedere ai dati dei contatti raccolti nel database della app, i dati resteranno anonimi. Nonostante le rassicurazioni, gli italiani appaiono ancora scettici: solo il 44% del campione rappresentativo della popolazione maggiorenne si dichiara disponibile a scaricare e dunque utilizzare l'app di tracciamento. Appena il 16% la scaricherà certamente mentre quasi un quarto del campione (24% degli intervistati) è fermamente contraria ad utilizzarla sul proprio device. Questo il risultato di un sondaggio realizzato da Emg Acqua per conto di Public Affairs Advisors nell'ambito della partnership avviata da qualche settimana. «La disponibilità del 44% degli intervistati a scaricare l'app, a prima vista potrebbe sembrare un risultato incoraggiante - commenta Galgano - ma sappiamo che per funzionare Immuni ha bisogno di una diffusione significativa per raggiungere tutti gli strati sociali e coprire diverse zone del Paese».
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