Ex Ilva, domani incontro a Roma tra azienda e sindacati. E intanto parte la cassa

Ex Ilva, domani incontro a Roma tra azienda e sindacati. E intanto parte la cassa
Ex Ilva, domani incontro a Roma tra azienda e sindacati. E intanto parte la cassa
di Alessio PIGNATELLI
4 Minuti di Lettura
Lunedì 27 Settembre 2021, 05:00

Definirla decisiva può apparire ridondante oltreché pretenzioso visto le attese e i ritardi che si protraggono da anni. La settimana appena iniziata per Ilva, però, può essere davvero determinante. Oggi inizia l’ennesimo ciclo di cassa integrazione - questa volta ordinaria dopo quella con causale covid - per migliaia di lavoratori e, soprattutto, domani è in programma un incontro tra azienda e sindacati nazionali. Certo, una convocazione un po’ singolare: il luogo sarà un hotel, niente vesti istituzionali. Acciaierie d’Italia - la nuova società che vede in partnership ArcelorMittal e Invitalia, quest’ultima in rappresentanza dello Stato - ha infatti deciso di riunire le segreterie nazionali dei metalmeccanici in un vertice che non coinvolge il Mise.

Con una lettera del direttore delle Risorse umane, Arturo Ferrucci, indirizzata a Roberto Benaglia per la Fim Cisl, Francesca Re David per la Fiom Cgil, Rocco Palombella per la Uilm, Sasha Colautti per l’Usb e Antonio Spera per l’Usb, l’appuntamento è stato fissato alle 18 di domani a Roma presso il Best Western Plus Universo.

Nella lettera, si legge questa motivazione: “Analisi prospettive aziendali”. Ed è proprio questo il tema principale che da troppo tempo resta sospeso.

I passaggi principali

Occorre allora ricapitolare i passaggi principali per capire quali saranno le prossime mosse. A fine 2020 si è formalizzata un’intesa tra la multinazionale francoindiana e il governo per definire il ritorno dello Stato nell’acciaio. Passaggio che, in realtà, si è concretizzato solo nell’aprile di quest’anno attraverso il versamento di 400 milioni di euro da parte di Invitalia, società del Mef, che è diventata così socio con una partecipazione del 38% del capitale azionario e con il 50% dei diritti di voto. Nel frattempo è stato designato anche il nuovo consiglio d’amministrazione. In quota ArcelorMittal sono stati nominati Lucia Morselli, Kristian Notebaert e Ondra Otradovec. In quota Invitalia sono stati nominati Franco Bernabè, Francesco Cao e Carlo Mapelli. Presidente Bernabè, amministratore delegato Morselli.

L’accordo prevede inoltre che entro maggio 2022 - ma l’ipotesi di accorciare i tempi è valutata dal Mise - ci sarà un secondo investimento nel capitale fino a 680 milioni sempre da parte di Invitalia e a quel punto la partecipazione della società pubblica nel capitale di Acciaierie d’Italia salirà al 60%, mentre ArcelorMittal dovrà investire fino a 70 milioni per mantenere una partecipazione pari al 40% e il controllo congiunto sulla società. Fin qui, gli aspetti societari.

C’è poi il grande dilemma ambiente-lavoro. Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha sul tavolo un dossier scottante. I propositi di una nuova Ilva green - dalla decarbonizzazione all’utilizzo dell’idrogeno - finora sono rimasti tali. Il nuovo piano industriale non è stato svelato e qui si collega il summit di domani. I segretari nazionali attendono novità in tal senso anche in un incontro informale senza la presenza del governo. Poi si parlerà della situazione in fabbrica: a Taranto, da oggi, tredici settimane di nuova cassa integrazione ordinaria dopo quella post Covid, anch’essa durata 13 settimane, e tutti gli altri precedenti periodi di ammortizzatore.

Nel primo semestre dell’anno, le fermate degli altiforni 2 e 4, avvenute in periodo distinti e ora superate, hanno determinato una perdita produttiva di 5mila tonnellate di ghisa al giorno. «Dal punto di vista dei piani industriali, ambientali, occupazionali relativamente allo stabilimento siderurgico di Taranto, l’unica certezza che continua a manifestarsi è l’incertezza - dice il segretario Cisl Taranto, Gianfranco Solazzo - salari decurtati da anni, per via degli ammortizzatori sociali e privazione del lavoro per migliaia di dipendenti, rappresentano una vera contraddizione in un sito produttivo che intende rappresentare un esempio di innovazione».

La nuova cassa integrazione ordinaria riguarderà un numero massimo come media settimanale di 3.500 dipendenti di Taranto tra operai, impiegati e quadri (in totale la forza lavoro è di circa 8.200 dipendenti). Nelle varie tipologie, gli ammortizzatori sono cominciati nel siderurgico di Taranto a luglio 2019 e da allora non si sono mai interrotti. Sarà anche questo un punto all’ordine del giorno per capire il futuro dell’Ilva. Che, dopo anni, resta sempre indefinito.

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