L'intervista/Silvio Tafuri (control room covid): «Il virus circola e muta: lockdown locali I pugliesi non disertino le vaccinazioni»

L'intervista/Silvio Tafuri (control room covid): «Il virus circola e muta: lockdown locali I pugliesi non disertino le vaccinazioni»
di Paola COLACI
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Domenica 28 Febbraio 2021, 09:11

«La vaccinazione in Puglia prosegue senza sosta seppure a dettare i ritmi della campagna di immunizzazione sia la disponibilità delle dosi. Di contro, il virus continua a circolare. E le varianti, seppure rappresentino un evento atteso in pandemia, sono proprio un indicatore di questa circolazione sostenuta. In questa fase, dunque, è necessario accelerare con la campagna vaccinale certamente. Ma anche e soprattutto, evitare di abbassare la guardia e agire subito con lockdown comunali o provinciali alle prime avvisaglie di una epidemia». Ne è convinto Silvio Tafuri, professore associato di Igiene dell'Università di Bari, alla guida della Control Room Covid e responsabile del Punto vaccinazioni del Policlinico di Bari, che ora sollecita misure chirurgiche e più incisive rispetto alla politica delle chiusure generalizzate.
Professore Silvio Tafuri, a che punto è la campagna vaccinale in Puglia?
«Stiamo lavorando, seppure a dettare i ritmi sia esclusivamente la disponibilità delle dosi di vaccino. Lo stesso premier Mario Draghi, del resto, nei giorni scorsi ha ribadito la necessità di accelerare con la somministrazione della prima dose piuttosto che puntare sulle due dosi. Proprio a livello governativo, dunque, si ipotizza un cambio di rotta in questo senso».
Di contro, il virus e le varianti continuano a circolare molto velocemente anche in Puglia, come nel resto d'Italia.
«Le varianti costituiscono un elemento atteso durante una pandemia. Ma più che la variante in sé, a preoccupare è il fatto che la generazione di varianti è indicativa di un fenomeno sostenuto di circolazione del virus. Circolando più velocemente, il Covid muta e genera varianti».
È proprio questo il punto: il virus continua a circolare perché si sono allentate le maglie delle restrizioni e c'è molta più gente in giro?
«Una premessa è fondamentale: seppure io non sia un sociologo, era abbastanza logico ipotizzare che una volta allentate le maglie delle restrizioni la popolazione avrebbe abbassato la guardia. Va ricordato, tuttavia, che il virus circola con noi. Ecco perché ritengo sia necessario accelerare con la campagna vaccinale, certamente. Ma anche e soprattutto, evitare di abbassare la guardia e agire subito con lockdown comunali o provinciali alle prime avvisaglie di una epidemia».
Lockdown locali necessari anche in Puglia?
«Certamente. E soprattutto in quei contesti dove si registra una circolazione significativa. Forti limitazioni che vanno imposte già quando i dati dei contagi in un Comune, per esempio, fanno registrare un aumento importante dei cluster. In altre parole, non bisogna attendere che la frittata sia fatta per imporre lockdown comunali. Ma agire a monte, e farlo in fretta soprattutto. La capacità di sorveglianza epidemiologica deve essere aumentata al fine di intervenire più drasticamente in questi contesti di emergenza. E nel caso della Puglia ci sono stati Comuni nei quali si sono registrate epidemie importanti: in questi casi bisognava chiudere subito».
Al netto di ordinanze di restrizioni Comunali o provinciali, non crede che anche i cittadini forse dovrebbero tornare forse a essere più prudenti?
«Rispettare le regole, tutte le regole, è fondamentale. A partire dai divieti di assembramento e dal distanziamento sociale. Ma non mancano i casi di quei soggetti i quali, pur essendo destinatari di quarantena, cercano di trovare ogni escamotage per violare questa misura. E ancora, è necessario attendere pazientemente il proprio turno per la vaccinazione. E ad appuntamento fissato, non disertarlo come sta accadendo».
Sta dicendo che c'è chi, pur essendo in lista per il vaccino, non si presenta?
«Purtroppo sì. In molti pensano che l'appuntamento per la vaccinazione si possa rinviare o spostare come una qualsiasi visita medica. E questa superficialità genera una inefficienza nel sistema delle vaccinazione ma aumenta il rischio per i cittadini. Il vaccino non è uno dei tanti appuntamenti, ma l'appuntamento sanitario che nessuno può permettersi di rinviare o disertare».
P.Col.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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