Medici no vax reintegrati? Le Asl: «Si pensi ai fragili»

Medici no vax reintegrati? Le Asl: «Si pensi ai fragili»
di Andrea TAFURO
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Domenica 30 Ottobre 2022, 02:00

Via libera al reintegro negli organici sanitari dei medici no vax. La dichiarazione di intenti del nuovo ministro alla salute del Governo Meloni, Orazio Schillaci, non lascia spazio ad interpretazioni, ma in attesa che il provvedimento nazionale sia reso ufficiale con le motivazioni sottese alla decisione, in Puglia non mancano i dubbi dei vertici sanitari regionali e territoriali su una norma che potrebbe limitare la sicurezza dei medici vaccinati in corsia e mettere a rischio la salute dei pazienti fragili

Le Reazioni


«Quando il governo trasformerà la vaccinazione da obbligo a volontarietà e consentirà pertanto il reintegro dei medici sospesi per inadempienza alla ricezione del vaccino antiCovid – commenta Vito Montanaro, Direttore del Dipartimento Promozione della Salute – la Puglia si adeguerà come già avvenuto in passato. Prima di compiere dei passi in avanti, attendiamo però che la presa di posizione del Governo sia trasformata in norma. Non dimentichiamoci che in Puglia è in vigore una legge sull’obbligo vaccinale, che ha resistito anche a diversi ricorsi in tribunale. Quindi – precisa Montanaro - quando sarà il momento, troveremo le soluzioni per rendere coerente all’attuale normativa alle decisioni governative».

Il punto di partenza resta però quanto dichiarato dal ministro Schillaci: «Per quanto riguarda il personale sanitario soggetto a procedimenti di sospensione per inadempienza all’obbligo vaccinale e l’annullamento delle multe previste dal dl 44/21, in vista della scadenza al prossimo 31 dicembre delle disposizioni in vigore e della preoccupante carenza di personale medico e sanitario segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie e territoriali, è in via di definizione un provvedimento che consentirà il reintegro in servizio del suddetto personale prima del termine di scadenza della sospensione».

Le Asl


E si tratta dunque di una mossa da liberi tutti, che di fatto archivia la stagione Speranza, ma che non toglie dubbi alle considerazioni espresse dai direttori generali delle Asl pugliesi. 
«Attualmente - dichiara il Dg Asl Taranto, Gregorio Colacicco - siamo allineati a ciò che è ancora in vigore a tutela della sanità pubblica. Da medico igienista e rappresentante di istituzioni non esprimo un giudizio di merito, ma così come continuiamo a seguire le direttive attuali, nel momento in cui avremo altre regole ci conformeremo alle stesse. Ritengo però, che alla base di ogni scelta ci debba essere la salvaguardia dei soggetti fragili: gli ospedali sono luoghi di cura e un virus che circola può mettere a repentaglio la vita delle persone ricoverate. La carenza di personale non può condizionare la salvaguardia della salute».
Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso il direttore generale dell’Asl Brindisi, Flavio Roseto. «All’interno di un sistema sanitario con regole chiare, il futuro della vaccinazione resta un tema delicato.

Accetteremo le decisioni del governo, però, pur consapevoli che medici e sanitari mancano negli organici – ammette Roseto - non si può superare questo deficit mettendo a rischio la salute dei sanitari e dei pazienti». Stringato invece il commento del commissario dell’Asl Lecce, Stefano Rossi. «Il nostro ruolo ci impone di essere recettori ed esecutori delle norme. Aspettiamo l’entrata in vigore per applicare quanto ci verrà chiesto». In attesa di sviluppi, a far da cornice alla discussione c’è però da considerare anche il messaggio, che invita alla cautela sulla questione, da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Dopo oltre due anni e mezzo di pandemia non possiamo ancora proclamare la vittoria finale sul Covid», ha risposto il presidente Mattarella, nel suo intervento durante la cerimonia al Quirinale per i Giorni della Ricerca. «Dobbiamo ancora far uso di responsabilità e precauzione. La sanità pubblica ha il compito di mantenere alta la sicurezza soprattutto dei più fragili, dei più anziani, di coloro che soffrono per patologie pregresse. Tuttavia sentiamo che il periodo più drammatico è alle nostre spalle. La scienza – ha concluso Mattarella - è stata decisiva».

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