Il 2022 inizia con i rincari. E scatta l'effetto-domino

Il 2022 inizia con i rincari. E scatta l'effetto-domino
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Lunedì 3 Gennaio 2022, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 14:51

Il 2022 sarà l'anno dei rincari. Oltre all'aumento per elettricità e gas, con il governo che corre ai ripari stanziando soldi per rendere meno pesante il caro energia, sono previsti rincari significativi anche su molti altri fronti, a cominciare da quello alimentare.
Dal primo gennaio gli aumenti nel primo trimestre saranno del 55% per l'elettricità e del 41,8% per il gas.

Il governo ha stanziato altri 3,8 miliardi nella legge di bilancio per far sì che i rincari sulle bollette non incidano troppo sulle famglie ma la situazione resta comunque difficile. Secondo le stime le nuove tariffe porteranno a una spesa per la famiglia-tipo di oltre 2.300 euro: circa 823 euro per la bolletta elettrica (+68% rispetto ai 12 mesi dell'anno prima), e circa 1.560 euro per il gas (+64%).

E vola il prezzo di beni e servizi


Collegato al caro energia c'è il rincaro di altri beni e servizi: secondo gli artigiani, molte aziende del vetro, della carta, della ceramica, del cemento, della plastica, della meccanica pesante, dell'alimentazione, della chimica, potrebbero essere costrette a fermare la produzione, perché non in grado di far fronte all'aumento esponenziale dei costi fissi. Corrono in maniera più contenuta i prezzi del carrello della spesa, che include beni alimentari, per la cura della casa e della persona: a novembre un'accelerazione tendenziale da +1,0% a +1,2%.

Preoccupate le imprese 


Oltre alle famiglie, sono preoccupate soprattutto le imprese. «Cala vertiginosamente il potere d'acquisto delle famiglie locali. Importanti i numeri che si riferiscono al ricorso agli ammortizzatori sociali, anche in grandi realtà aziendali, in primis l'acciaieria, e a seguire lo stabilimento grottagliese Leonardo», dice la presidente di CasaImpresa Taranto, Francesca Intermite. «Considerata la flessione della spesa, diminuita per ciascuna famiglia di circa 4.000 euro dallo scorso marzo, non vorrei immaginare cosa accadrà nei prossimi tempi. Parlo dell'effetto domino che andrà a riversarsi sugli avventori dei pubblici esercizi e sui clienti delle attività commerciali, come conseguenza di una serie di aumenti. Già dall'inizio del prossimo anno - prosegue la nota - troveremo la triste realtà in bolletta con aumenti della fornitura di energia elettrica e gas, pari al 40/50%. Questo si aggiunge ai rincari già subiti negli scorsi mesi, sopportati dai titolari delle diverse attività, che hanno evitato di aumentare i prezzi per l'acquirente, rincari che, per bar/ristoranti e commercio alimentare, si sommano alla crescita dei prezzi delle materia prime». «Saremo costretti a breve, nostro malgrado - prosegue Intermite - ad apportare aumenti ai prezzi alla clientela e questo non ci fa ben sperare per il futuro. Gli acquirenti, già costretti a fare i conti a fine mese, ora dovranno pensarci due volte anche semplicemente per bere un caffè al bar; i titolari delle attività del resto non possono più continuare ad accusare il colpo. Auspichiamo che dal confronto a livello nazionale tra associazioni datoriali e Governo, possano scaturire interventi mirati a dare un supporto alle imprese. Ma è altrettanto importante che, a livello locale dove la situazione è ancora più critica, gli enti comunali si adoperino per favorire la sopravvivenza delle attività, riducendo per esempio la Tari intervenendo sugli importi dovuti per l'occupazione del suolo pubblico».
Fortemente preoccupato «per lo stato di salute economica di famiglie e lavoratori del territorio» si dice il presidente di Cpnfesercenti Brindisi Michele Piccirillo. «Considerata la flessione della spesa per ciascuna famiglia, diminuita soprattutto a causa della preoccupante incertezza sul futuro, il nostro ruolo ci vedrà, come sempre, parte attiva per il bene delle imprese». L'intenzione della Confesercenti, «quale corpo intermedio, è quella di rafforzare la collaborazione con le amministrazioni locali e le associazioni del territorio, per dare il giusto peso alla rappresentatività ed affrontare tutti insieme ed evitare in ogni modo l'effetto domino che, come conseguenza di una serie di aumenti sui costi di fornitura delle materie prime, rischia di riversarsi sugli avventori dei pubblici esercizi e sui clienti delle attività commerciali, aggiungendosi ai rincari già subiti negli scorsi mesi e dei quali si sono fatto carico i titolari delle diverse attività che hanno evitato di aumentare i prezzi per gli acquirenti».
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