I temi caldi di governo e Cassano fuori da Arpal: il Pd ora incalza Emiliano

I temi caldi di governo e Cassano fuori da Arpal: il Pd ora incalza Emiliano
di Antonio BUCCI
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Mercoledì 16 Febbraio 2022, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 10:18

Più una fase due che un rito da prima Repubblica ma sarà ugualmente verifica politica. E i toni non sono affatto morbidi. Il primo a farne le spese potrebbe essere Massimo Cassano, finendo disarcionato dalla poltrona di direttore generale di Arpal.

La richiesta del partito

È quello che il Pd pugliese chiede a Michele Emiliano, al termine della riunione interna al gruppo consiliare, la stessa dalla quale filtra la volontà di presentare una proposta di legge per mettere nel mirino il leader di Puglia Popolare e numero uno dell'Agenzia per le politiche del lavoro.

Tre ore circa, per marcare le posizioni e ribadire anche formalmente la «disapprovazione per la nomina di Rocco Palese ad assessore regionale alla Sanità» ma senza andare allo strappo: la pattuglia nel Consiglio «ha ritenuto, assieme al Pd regionale, di svolgere un'azione propositiva nei confronti del Governo esclusivamente nell'interesse dei pugliesi, e per tale ragione ha ritenuto del tutto fuori luogo l'ipotesi di ritirare la propria delegazione in Giunta», si legge nel documento diffuso alla fine.

Niente ritiro degli assessori


La pistola fumante sul tavolo era quella di Fabiano Amati: una extrema ratio che il presidente della commissione Bilancio aveva evocato e messo nero su bianco a decreti di nomina appena firmati. Se ne è discusso: è finita con il voto a favore dello stesso Amati e del barlettano Ruggiero Mennea, con l'astensione del tarantino Michele Mazzarano e del manfredoniano Paolo Campo ma anche del barese Francesco Paolicelli.

E con gli altri già proiettati alla «seria e approfondita riflessione» da chiedere al capo dell'esecutivo. «La discussione è stata anche più articolata di quanto questo schema possa riassumere», assicura chi c'era.

Palese contestato in quanto tecnico

«Serviva a spiegare che contestiamo Palese in quanto tecnico, dal momento che non è un tecnico. In sanità, ci sono i malati e non quello che qualcuno chiamerebbe il teatro della politica», ammette Amati, che non sottovaluta gli interventi critici dei colleghi, compreso a tratti il vice di Emiliano, Raffaele Piemontese. «Alla fine, la consapevolezza comune mi lascia sperare che la questione resti fortemente aperta. E che magari, proprio al termine della verifica, siano i miei colleghi a presentare la mia proposta di appoggio esterno. In tal caso, voterò sì», guarda avanti alle settimane che arrivano, il dem fasanese. Così come allarga il raggio d'azione Mennea: «Abbiamo dimostrato coerenza, soprattutto con i nostri elettori, che hanno votato noi per poi ritrovarsi un imbroglio in Giunta. E non vale solo per Rocco Palese, storico esponente del centrodestra, ma anche per i Cinque Stelle, già acerrimi avversari di Emiliano».
Insomma, la promozione dell'ex Forza Italia a successore di Pier Luigi Lopalco è solo la punta dell'iceberg. Lo rivendica lo stesso documento: «maggiore condivisione delle scelte» da attuare sin da subito e «criticità nei rapporti con le civiche» sono solo alcune delle spigolature. Anche perché, sui territori, il clima è teso. Ci sono i capoluoghi da portare al voto e nei quali tenere la barra dritta ma anche le federazioni. Quella del Leccese ha riunito i suoi nel fine settimana: «Basti pensare che ci sono quattro assessori salentini in Giunta e il capo di gabinetto del Presidente che lavorano per le civiche e contro il Pd», si è sentito risuonare, ad un certo punto del vertice. Nei panni dei pontieri e dei pompieri ci sono il segretario regionale del partito, Marco Lacarra, e il capogruppo, Filippo Caracciolo, impegnati nel tentativo di spegnere i fuochi, come pure i colleghi Ciliento, Bruno e Parchitelli. Il resto dovranno dirlo i prossimi passaggi. Non una liturgia trascinata ma «tempi scanditi e concordati», punto per punto: revoca del bando mensa ospedaliera, autismo, diritti civili e sociali, piano energetico, piano straordinario delle politiche attive del lavoro, attivazione del piano regionale dei rifiuti, nuova legge sul piano casa e Pnrr Sanità. «Un elenco indicativo ma non esaustivo di tutti gli argomenti che devono essere trattati e risolti al più presto», «fondamentale tale verifica programmatica per dare certezza ai pugliesi sulla visione che il governo regionale avrà da ora fino a fine legislatura nel rispetto del programma».
D'altro canto, è la stessa posizione sulla quale si erano ritrovate alla vigilia anche le altre forze della coalizione, anche al di fuori del Consiglio: «Si parte da qui, quindi. Da una verifica politica che vogliamo fare in pubblico e con il massimo livello di coinvolgimento, convocato da tutti i partiti della maggioranza. Un atto d'amore, appunto. Altrimenti il rischio di tradimento del mandato elettorale e dei cittadini che ci hanno sostenuto è altissimo. E Sinistra Italiana non ha intenzione di partecipare a questo tradimento», piazza i paletti anche Nico Bavaro, segretario dei vendoliani. Lo strappo non è conclamato ma Emiliano, da oggi, è sotto esame.
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