Dai sindaci della Rete Sud una lettera a Decaro: «Risposte sul Recovery»

Dai sindaci della Rete Sud una lettera a Decaro: «Risposte sul Recovery»
4 Minuti di Lettura
Lunedì 1 Novembre 2021, 05:00

Gli oltre 500 sindaci meridionali riuniti nella Rete Recovery Sud hanno inviato al presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, una lettera con nove richieste per rivendicare interventi in favore del Mezzogiorno capaci di eliminare il gap con il Nord. «I sindaci del Sud - si legge nella lettera - reclamano risposte sui temi del divario nelle infrastrutture, nell’istruzione, nei servizi sociali, nell’assistenza sanitaria e pediatrica, nella ricerca, nello sviluppo economico».

LE RICHIESTE 
I sindaci lamentano il fatto che «sulla gran parte dei temi posti - le preoccupazioni per l’autonomia differenziata, la mancata approvazione dei livelli essenziali delle prestazioni, l’inesistenza di una seria politica di rafforzamento delle pubbliche amministrazioni, con scarsa capacità di spesa oggi e quindi inadeguate a intercettare i fondi del Pnrr domani - si registra il silenzio della gran parte dei parlamentari meridionali». Pertanto Recovery Sud chiede all’Anci, tra le altre cose, anche una «ricognizione delle necessità e delle progettualità dei Comuni del Sud e la istituzione di un Fondo di rotazione per gli Enti locali, destinato alla copertura finanziaria delle somme occorrenti per la redazione della progettazione e di quelle eventuali necessarie per l’approvazione dei progetti riguardanti interventi che concorrano ad eliminare il divario Nord-Sud»; il «rafforzamento dell’assistenza pediatrica nei Comuni del Sud dove la mortalità infantile è sensibilmente più elevata rispetto al Nord»; la «possibilità di assumere personale dipendente nei Comuni in base alla popolazione e non alla capacità assunzionale». Inoltre, i sindaci chiedono «maggiore presenza di forze dell’ordine per contrastare la criminalità organizzata», e una «presa di posizione netta contro l’autonomia differenziata, che rischia di aggravare in maniera irreparabile il divario Nord-Sud». 
La Rete Recovery Sud, che raccoglie le adesioni dei sindaci di numerosi Comuni meridionali, è nata qualche mese fa per tutelare le risorse assegnate al Mezzogiorno, «per evitare - è stato il messaggio lanciato dai primi cittadini - che vengano dirottate al Nord». Recovery Sud conta sull’adesione di circa 500 amministratori, 323 dei quali hanno deliberato formalmente, con una delibera di giunta, l’adesione.
L’ultima iniziativa, in ordine di tempo, è proprio la lettera indirizzata a Decaro. «In Italia - scrivono - è accaduto un fatto inedito, di cui la politica italiana stenta a prendere atto: per la prima volta, sindaci di tutto il Sud hanno deciso di fare squadra per difendere i diritti di quella parte della nazione che da 160 anni resta indietro e che, nell’ultimo decennio, è scivolata ancora di più tra le regioni più povere d’Europa.

Tuttavia, sulla gran parte dei temi posti si registra il silenzio della gran parte dei parlamentari meridionali. Il Parlamento europeo, invece, ha mostrato maggiore sensibilità avviando un’inchiesta preliminare sui temi che abbiamo sollevato in una petizione». È la stessa Rete a ricordare che «l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, nella persona del delegato al Mezzogiorno, Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, ha più volte denunciato non solo la scarsità di risorse previste per il Mezzogiorno ma anche il rischio che il Sud possa perdere il treno del Next Generation Eu se i Comuni non saranno messi in condizione finanziariamente di dotarsi di un adeguato parco progetti».

L'APPELLO
«Per questo - dicono i sindaci a Decaro - ci rivolgiamo a Lei, che ultimamente sta chiedendo al suo partito la giusta attenzione nei confronti dei sindaci. A Lei ci affidiamo perché ci aiuti a non relegare la “questione Sud” al Sud e supporti il nostro sforzo per farla diventare un’emergenza nazionale, come del resto la considera l’Unione Europea. Le chiediamo, inoltre, di non temere di apparire “di parte”, in quanto meridionale, perché i dati che indicano la necessità di un riequilibrio sono oggettivi e ratificati da esperti e organismi nazionali e internazionali».
La Rete annuncia anche in ccasione del prossimo congresso Anci, che si svolgerà a Parma il 9 novembre, interverrà «per chiedere all’Assemblea uno sforzo corale, fondato su dati obiettivi, per la coesione nazionale. È prioritario oggi per l’intero Paese ripartire proprio da quei municipi da sempre considerati di serie B, lasciati per decenni senza adeguate risorse né umane né finanziarie, altrimenti condannati allo spopolamento e alla marginalità, tagliati fuori dalle reali politiche di ripresa e resilienza se le risorse saranno assegnate in base a gare inadeguate, nelle quali parte avanti chi ha più dotazioni storiche.

© RIPRODUZIONE RISERVATA