I rincari del Natale: aumentano addobbi e luci, l'albero più caro del 40%

I rincari del Natale: aumentano addobbi e luci, l'albero più caro del 40%
di Donato NUZZACI
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Lunedì 5 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:40

I maxi-rincari non “risparmiano” - è proprio il caso di dirlo - nemmeno il Natale. Anzi, vi sono prodotti legati esclusivamente al periodo delle feste, che stanno facendo registrare le maggiori impennate. Su tutti, solo per fare un esempio, l’Albero di Natale. Chi vorrà allestirne uno nuovo in casa, secondo una ricerca Codacons, dovrà spendere circa il 40% in più rispetto all’anno scorso. Poco meno dovrà sborsare per comprare gli addobbi: le luci e le altre luminarie costano oggi il 25% in più, mentre per le classiche palline e decorazioni l’incremento è del 20%. Per questo, si comincia già a parlare di «speculazione mascherata da Babbo Natale». 

I Consumatori


«Il Natale 2022 sarà caratterizzato dai maxi-rincari. Il caro energia e la guerra in Ucraina però c’entrano solo fino a un certo punto perché sui prezzi al dettaglio di alcuni prodotti pesano in modo evidente le speculazioni», è il commento del presidente del Codacons Carlo Rienzi.

Diverse altre associazioni, stanno divulgando le proprie indagini sui prezzi dei generi alimentari e prodotti tipici. 

I Commercianti


Per Salvatore Sanghez, direttore regionale di Confesercenti Puglia, «questi rincari derivano non dalla volontà del venditore finale, ma dall’approvvigionamento e da tutti i rincari che si sono avuti. Basta vedere l’aumento del costo del gasolio per portare alberi, addobbi e gli altri beni e ci si rende conto quali sono le motivazioni. Non c’è una volontà di rincaro anzi ci sarebbe una volontà di contenere i prezzi in modo da poter aumentare le vendite, purtroppo i costi non li determiniamo noi».

I Prezzi


Codacons denuncia «incrementi alle stelle» dopo aver messo a confronto i listini delle principali catene commerciali in vigore a dicembre dello scorso anno con quelli attuali e ha scoperto che per pandori e panettoni si registrano aumenti in media del 37%, con punte per alcune marche del 59%. Una stangata. «Se si considera che in base agli ultimi dati disponibili il mercato italiano di panettoni e pandori vale circa 700 milioni di euro annui per quasi 100.000 tonnellate di dolci natalizi prodotti dai grandi soggetti industriali, a parità di consumi i rincari di questi due prodotti potrebbero corrispondere complessivamente a un extra di 260 milioni di euro per le famiglie», osserva il Codacons. Un’altra ricerca di Assoutenti per capire quanto costerà nel 2022 il tradizionale pranzo di Natale mostra segni più in ogni prodotto alimentare e quasi tutti a due cifre: «Rispetto allo scorso Natale si spende oggi il 10,5% in più per la carne, il 10% in più per il pesce, il 21,6% in più per le uova, il 41,7% in più per il burro, il 52,3% in più per l’olio di semi - fa sapere l’associazione -. Lo zucchero sale del 49%, la verdura del 15,2%, l’acqua minerale del 15,5%. Costerà di più anche brindare per il nuovo anno: il vino sale del 6%, i liquori del 5,3%, la birra del 10,3%. Forti aumenti anche per il latte (quello conservato costa il 33,1% in più, quello fresco parzialmente scremato il 20% in più), i formaggi (+16,8%), il riso (+35,3%), farina e cereali (+23,5%), il pane (+15,9%) e la pasta (+21,3%). Rincari dei prezzi che, a parità di consumi rispetto allo scorso anno, faranno salire di circa 340 milioni di euro la spesa degli italiani per pranzo e cenone di Natale, portando il costo complessivo degli acquisti alimentari legati al Natale a superare quota 2,8 miliardi di euro», calcola Assoutenti. Secondo la quale, tuttavia, per contenere la spesa per le feste, ben tre famiglie su 10 sono pronte a tagliare i consumi natalizi: «L’emergenza prezzi si abbatte anche sul Natale e rischia di portare ad una sensibile riduzione dei consumi da parte dei cittadini - avvisa il presidente Furio Truzzi - Le recenti scelte del Governo non sembrano andare nella direzione di difendere il potere d’acquisto delle famiglie, considerando che l’aumento delle accise scattato lo scorso 1 dicembre provocherà un ulteriore rialzo dei prezzi al dettaglio e inciderà sulle tasche dei cittadini che si sposteranno in auto durante le prossime festività». Confcommercio, invece, prevede che quest’anno la spesa degli italiani per gli acquisti di Natale, non supererà i 157 euro a testa, ai minimi da quindici anni. Sul fronte delle tredicesime, l’effetto per i beneficiari si sgonfierà presto. In Puglia a riceverla saranno due milioni di cittadini (un milione e 39mila pensionati e 961mila lavoratori dipendenti, secondo Cgia di Mestre): «Una buona parte di questa mensilità aggiuntiva sarà spesa nel mese di dicembre per pagare, in particolar modo, le bollette di luce e gas, la rata del mutuo, il saldo dell’Imu della seconda abitazione». 

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