La spesa nel carrello: ecco le città pugliesi dove si risparmia di più in un anno

La spesa nel carrello: ecco le città pugliesi dove si risparmia di più in un anno
di Maria Claudia MINERVA
4 Minuti di Lettura
Martedì 21 Settembre 2021, 00:00

Tra i rincari delle bollette di luce e gas, attesi per i primi giorni di ottobre, e l’aumento dei prezzi delle materie prime alimentari, non c’è pace per le famiglie, costrette ogni giorno ai salti mortali per riuscire a fare la spesa, quadrando i conti. Non sempre si riesce a coniugare spesa di qualità e minor costo. Così, Altroconsumo ha stilato una sorta di classifica del risparmio, prodotto per prodotto, che consente ai consumatori di orientarsi tra i vari brand della “Grande distribuzione organizzata” a seconda delle esigenze di acquisto. L’indagine, che analizza infatti i prezzi al consumo della Gdo, stila una sorta di mappa della convenienza, volta ad individuare le insegne e i punti vendita più economici nelle diverse città. Per farlo sono stati analizzati i prezzi di 125 categorie di prodotti alimentari, per la cura della casa e della persona, e di pet food in 1.148 negozi, distribuiti in 70 città italiane. Si parte da un dato: la spesa è una delle voci di costo che impatta maggiormente sui portafogli degli italiani, con una media di 6.853 euro all’anno, secondo i dati Istat 2020.

Le città del risparmio

Innanzitutto, Altroconsumo ha valutato la convenienza delle insegne in base alla diversa composizione della spesa: spesa mista, di prodotti di marca, di prodotti economici, e di private label. La ricerca è andata quindi a identificare i livelli di risparmio sulla spesa nelle diverse città italiane, prendendone in considerazione settanta. Ebbene, quella in cui si riscontra la maggiore possibilità di risparmio è Rovigo, dove si trova il negozio più conveniente d’Italia, in cui si possono risparmiare fino a 1.720 euro all’anno. Netta la differenza con le città del Centro-Sud dove il risparmio scegliendo il supermercato più economico è pari al 2% (contro il 20% di Rovigo), circa 100 euro all’anno.
Ma qual è la città pugliese in cui si risparmia di più? Taranto guida la classifica della Puglia con un risparmio annuale sulla spesa di 565 euro, seguita dalla città di Bari, dove si risparmiano 499 euro l’anno; terza posizione per Lecce, città in cui si può risparmiare sulla spesa - scegliendo ovviamente i punti vendita più convenienti - fino a 397 euro l’anno; e, infine, Foggia, che risulta invece la città pugliese con minor risparmio, appena 157 euro l’anno.

Test sulla qualità

Altroconsumo ha, inoltre, approfondito l’analisi, domandandosi se sia per forza necessario rivolgersi alle grandi marche per avere dei buoni livelli di qualità. Prendendo in considerazione 299 prodotti, è andata a verificare quali di questi abbiano ottenuto il titolo di “Migliore del Test”, “Miglior Acquisto”, “Qualità Ottima” e “Miglior Scelta Green”, permettendo ai consumatori di compiere scelte più sicure e consapevoli. Interessanti i risultati per chi vuole risparmiare sulla spesa: è dimostrato, infatti, che non è necessario acquistare esclusivamente marchi leader di mercato per ottenere qualità e performance. Per esempio, ben il 45% degli articoli che hanno ottenuto il titolo di “Miglior Acquisto” (prodotti che uniscono un prezzo conveniente a una qualità almeno buona) non sono di marca, ma portano il marchio del discount (e hanno quindi dei prezzi più contenuti).

Buoni i risultati anche nella categoria “Migliore del Test”, in cui, sebbene nel 70% dei casi i prodotti appartengano a brand noti, quasi nel 20% il titolo è stato conquistato da articoli provenienti da discount.

Gli aumenti in bolletta

E mentre le famiglie fanno i conti sulla spesa, il governo ha messo a punto un piano per ridurre gli aumenti sulle bollette, annunciati nei giorni scorsi dal ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. L’esecutivo è impegnato su due fronti: da una parte si tratta di evitare che tra pochi giorni scattino per i consumatori, famiglie e imprese, incrementi tariffari che al momento oscillano tra il 35 per cento per l’elettricità e il 45 per il gas. Dall’altra serve un intervento di tipo più strutturale: perché le tensioni sui prezzi potrebbero durare ancora alcuni mesi. 

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