I numeri tiepidi del reddito di cittadinanza: per il M5s un motivo per sorridere e uno d'allarme

I numeri tiepidi del reddito di cittadinanza: per il M5s un motivo per sorridere e uno d'allarme
di Francesco G. GIOFFREDI
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Mercoledì 27 Marzo 2019, 22:11

Domanda: i numeri sul reddito di cittadinanza raccontano qualcosa dello stato di salute dei pentastellati al Mezzogiorno? In parte sì. Il quadro è però complesso. Piccolo passo indietro, allora. Un anno fa circolava e s'imponeva una dozzinale e sbrigativa lettura delle elezioni politiche: il Movimento cinque stelle ha centrato il jackpot di voti al Sud perché, dicevano un po' tutti, ha sfruttato la grande promessa del reddito di cittadinanza. Un'interpretazione talmente monodimensionale da essere sbagliata, oltre che ingenerosa verso un'intera area del Paese, descritta nella perenne attesa di un sussidio, di un aiuto a pioggia, di una scappatoia. Che quella lettura fosse quantomeno parziale potrebbe essere indirettamente dimostrato in queste ore proprio dal primo bilancio delle domande d'accesso al reddito: al Mezzogiorno sono ben al di sotto delle aspettative e soprattutto della potenziale platea di beneficiari. Almeno al momento.

Il dato si presta però a più interpretazioni. In parte è una notizia paradossalmente buona per i pentastellati, una delle poche in questo frangente: vuol dire che, alle politiche di un anno fa, il Sud ha dato fiducia al M5s per ragioni più strutturali e sfaccettate della semplice promessa di un sussidio. Insomma: Di Maio e i suoi in quel 4 marzo 2018 hanno captato e catalizzato un sentimento più profondo, di pancia dell'elettorato meridionale. Rabbia, disillusione, fratture sociali, ritardi territoriali: c'era un po' tutto in quel voto, domande che non hanno trovato fin qui efficaci risposte nel governo gialloverde, poco o scarsamente reattivo sul Mezzogiorno. E domande che tuttavia non potevano essere esaurite dalla sola corsa al reddito di cittadinanza. In sostanza: la cornice di riferimento è molto più sfrangiata e articolata.

Ma la tiepida accoglienza del reddito è anche una brutta notizia per i cinque stelle. Innanzitutto perché se la misura bandiera del M5s non sfonda a sufficienza, c'è poco da stare sereni per Di Maio e co. Poi subentra il secondo livello d'analisi, quello dei quesiti: perché il reddito non decolla? Ipotesi: potrebbe aver contribuito la selva di paletti, vincoli, restrizioni, molti dei quali aggiunti in corso d'opera. Non il miglior attestato di qualità per una misura d'inclusione sociale, che viceversa dovrebbe presentare il requisito dell'immediatezza e della agevole fruibilità. Tradotto: in questo modo tanti poveri al Sud rischiano la più atroce delle beffe, cioè restare fuori dal novero dei beneficiari del reddito.

I dubbi e le analisi sulla portata del reddito di cittadinanza si legano a un dibattito di per sé poco tranquillizzante dalle parti del Movimento cinque stelle. Le ultime elezioni regionali (Basilicata docet) dicono che si stanno aprendo sempre più vistose crepe nel muro pentastellato. Anche per colpa di qualche retromarcia di troppo, e troppo brusca: i casi Ilva e Tap sono pluricitati, ma restano affidabili esempi di una connessione sentimentale con alcune fasce d'elettorato quantomeno incrinata. «Dobbiamo migliorare la nostra comunicazione al Sud», rimprovera qualche parlamentare del M5s. Difficilmente potrà bastare per replicare le percentuali monstre di un anno fa (in Puglia il 45%).
Ma attenzione: sbagliano le altre forze politiche, in primis Pd e Forza Italia, a celebrare il prematuro funerale dei pentastellati al Mezzogiorno, in vista delle Europee. Innanzitutto perché le Regionali (comprese le ultime tornate) sono test anomali per una forza politica molto verticale, quasi ideologizzata, a suo agio in particolare con i macro-temi, e in tal senso le Europee sono molto più simili alle Politiche.

Per ora poi dai moderati di centrodestra e dal centrosinistra non sembra arrivino ricette choc tali da ribaltare i sondaggi. E infine si torna al punto di partenza: il consenso strutturato raccolto al Sud dai pentastellati non era solo il dividendo della più eclatante promessa (il reddito) e non può svanire con uno schiocco di dita. Potrà magari subire scosse d'assestamento e forti ridimensionamenti, tuttavia eventualmente a vantaggio della Lega, l'altro partner di governo che sta scavando la sua trincea anche al Mezzogiorno.

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