I due volti del governo regionale: sorrisi pentastellati, il Pd piange. M5s: «Premiata la coerenza»

I due volti del governo regionale: sorrisi pentastellati, il Pd piange. M5s: «Premiata la coerenza»
di Matteo CAIONE
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Lunedì 26 Settembre 2022, 02:02 - Ultimo aggiornamento: 02:11

I Cinquestelle sono il primo partito in Puglia. Il tracollo dei dem ben al di sotto del 20% e il ritorno di fiamma dei Cinquestelle intorno al 17% fa ballare attorno al secondo posto i due partiti, ex alleati nazionali ma che tuttora governano insieme la regione Puglia di Michele Emiliano. Intanto, mentre le prime proiezioni della notte post-voto lanciano spedita Giorgia Meloni verso Palazzo Chigi, i pentastellati apparecchiano il loro ritorno sui banchi dell’opposizione e sparano ad alzo zero contro il Pd. Conte e i Cinquestelle si piazzano terzi grazie ad una rimonta, principalmente col sorpasso ai danni della Lega, che si è concretizzata negli ultimi scampoli di campagna elettorale e soprattutto al Sud, dove i pentastellati confermano di avere il loro principale serbatoio di consensi. All’orizzonte si staglia la sagoma del governo più a destra della storia dell’Italia repubblicana e i 5Stelle intestano le responsabilità di questo “risultato” proprio a Letta e al Pd.

Mario Turco


«Siamo la terza forza del Paese - dice il senatore M5S Mario Turco, capolista al plurinominale per Palazzo Madama in Puglia - ed è un risultato straordinario visto che alla vigilia tutti ci vedevano come un Movimento polverizzato e sotto il 10%. Invece, siamo saldamente a doppia cifra. Attendiamo i risultati definitivi per una valutazione complessiva, ma possiamo parlare di un traguardo importante soprattutto perché abbiamo ripreso consenso e feeling con i cittadini e col territorio, dopo aver risolto i nostri problemi interni e grazie alla spinta che il presidente Conte è riuscito a dare sui temi». Quindi, per Turco le responsabilità della vittoria delle destre «sono tutte ascrivibili ai vertici del Pd che hanno fatto una scelta scellerata sulle alleanze». 
Ora il Movimento si appresta a tornare all’opposizione, dopo quattro anni e mezzo di governo. «Abbiamo già fatto opposizione e anche in questo caso - evidenzia Turco - sapremo come difendere i cittadini e le imprese, e dall’opposizione difenderemo quindi il reddito di cittadinanza, il potenziamento del superbonus 110% e faremo una battaglia sul salario minimo legale, e poi la lotta alla criminalità organizzata che resta un pilastro del nostro programma».


I pentastellati avranno al loro fianco all’opposizione gli ex alleati del Pd, «ma con gli attuali vertici dem sarà impossibile dialogare: le agende e i programmi - sentenzia il senatore M5S - sono molto distanti». 
Intanto, mentre nel cuore della notte si inseguono primi dati e proiezioni, Turco parla di un M5S che galoppa in Puglia: «Nell’area di Taranto, ad esempio, siamo il primo o il secondo partito, arrivano – dice - ottime indicazioni». 

Leonardo Donno


Gli fa eco il deputato Leonardo Donno, capolista M5S al plurinominale per la Camera.

E mentre lo spoglio delle schede del Senato entra nel vivo, ecco una prima stima: «In Puglia dovremmo attestarci oltre il 20%, ma è ancora troppo presto per sbilanciarsi», spiega Donno. Anche il parlamentare pentastellato di Galatina sferza i dem: «Il Pd e Letta in primis hanno la maggiore responsabilità politica della vittoria delle destre, sono loro i mandati del governo più a destra d’Italia. È stato Letta a chiudere la porta a qualsiasi dialogo e collaborazione col M5s. Farebbe bene a fare un grande mea culpa». Deve, quindi, dimettersi? «Questo non spetta a noi valutarlo, ma al suo partito». taglia corto Donno. «Prima della campagna elettorale ci davano per morti, il presidente Conte è stato invece l’artefice di una grande rimonta. La nostra coerenza è stata premiata. E la differenza sostanziale l’hanno fatta le candidature: selezione interna trasparente, coerenza sul doppio mandato, poi qualità e levatura di nomi come Scarpinato e De Raho», afferma Donno. Il Movimento prenota i banchi dell’opposizione, eppure sembra tirare aria di festa: «Con la nostra forza in Parlamento difenderemo le nostre misure e lotteremo contro le disuguaglianze. Si può incidere anche dall’opposizione, non solo dai banchi del governo», incalza Donno. Un ritorno alle origini, quindi, dopo un’intera legislatura durata quattro anni e mezzo e attraversata da tre governi che ha visto i CinqueStelle sempre nelle vesti di forza di governo e di maggioranza: dal primo governo Conte, ovvero dal matrimonio con la Lega agli albori, fino al divorzio dal Carroccio e le seconde nozze con il Pd suggellate dal Conte bis e durate fino all’esperienza delle larghe intese nella grossa coalizione che ha sostenuto Mario Draghi. Un Movimento che si è misurato sia nella lotta che nel governo.

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