Green pass, si corre anche in Puglia: oltre 121mila certificati rilasciati dalla Regione

Green pass, si corre anche in Puglia: oltre 121mila certificati rilasciati dalla Regione
Green pass, si corre anche in Puglia: ​oltre 121mila certificati rilasciati dalla Regione
di Paola COLACI
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Lunedì 14 Giugno 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 07:24

Viaggi e vacanze all’estero. Ma anche matrimoni, cresime e cerimonie. Infine accessi e visite nelle Rsa: più di 120mila pugliesi hanno già richiesto e ottenuto il green pass italiano. Passaporto verde che, attraverso la piattaforma nazionale sviluppata da Sogei e dal ministero della Salute, sarà reso compatibile con il Digital Green Certificate Ue in vigore a partire dal 1 luglio. E permetterà di viaggiare liberamente non solo nei Paesi dell’Unione ma anche tra Norvegia, Svizzera, Islanda e Liechtenstein senza limitazioni o necessità di sottoporsi alla quarantena.

Le richieste in Puglia

 

Il certificato verde nazionale è stato introdotto lo scorso 18 maggio e a partire da quella data sono stati 114.512 i pugliesi i quali si sono rivolti alla Regione Puglia– delegata al rilascio delle certificazioni – per richiede il “lascia passare” a viaggiare o partecipare a cerimonie e banchetti dopo le cerimonie civili e religiose. Documento indispensabile anche per avere accesso e diritto di visita ad anziani e ospiti delle Rsa. Le istanze che includono gli aggiornamenti di validità da 6 a 9 mesi sulla base del ciclo vaccinale completato ammontano, invece, a 121.160, come riportano le rilevazioni di InnovaPuglia. Per ottenere la certificazione verde i cittadini hanno dovuto dimostrare di essere stati vaccinati, di essere guariti dal Covid oppure di essersi sottoposti a un tampone con esito negativo nelle 48 ore precedenti il viaggio.

Passaporto che ha durata variabile, sino a un massimo di 9 mesi, a seconda della certificazione del richiedente. Nel dettaglio, per chi ha ricevuto solo la prima dose di vaccino il pass è valido temporaneamente quindici giorni dopo la somministrazione e fino alla data prevista per la seconda dose. Dopo il richiamo, la certificazione può però essere aggiornata con validità nove mesi. Per chi è guarito dal Covid, invece, il pass ha durata di 6 mesi. Per chi ha effettuato un test con esito negativo nelle precedenti 48 ore, infine, il certificato resta valido 72 ore dopo il tampone molecolare e 48 ore dopo il test rapido.

Il nuovo Dpcm che conterrà tutte le regole applicative per il Green Pass nazionale da armonizzare necessariamente con quello europeo sarà approvato nelle prossime ore.

Secondo quanto previsto dal provvedimento elaborato da tre ministeri - Salute, Innovazione ed Economia - la certificazione può essere rilasciata in formato cartaceo o digitale. Comprese le app “Immuni” e “Io”. E riporta cognome e nome del richiedente, data di nascita, malattia o «agente bersaglio» (Covid-19), struttura che ha rilasciato la certificazione. Ma anche il codice identificativo univoco della certificazione verde. Una volta generato il Green pass, il cittadino riceve un messaggio via sms o mail con il codice che unitamente alla tessera sanitaria e allo Spid ci consentirà di fare il download del Qr code. A questo punto il pass si potrà scaricare sul telefonino o stampare in formato cartaceo. A controllare la certificazione saranno, innanzitutto, i pubblici ufficiali nell’esercizio delle proprie funzioni. Ma non solo.

Nella bozza del Dpcm, alla voce controlli, si evidenzia che nel caso in cui il certificato venga utilizzato per matrimoni, cerimonie, spettacoli ed eventi pubblici la verifica spetta “al personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, i soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi per l’accesso ai quali è prescritto il possesso del certificato verde nonché i loro delegati, il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso del green pass nonché i loro delegati e i gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali per l’accesso alle quali, in qualità di visitatori, sia prescritto il possesso della certificazione verde (nonché i loro delegati)”. In altre parole, il controllo è demandato ai responsabili delle strutture o ai loro dipendenti. Previsione che anche in Puglia fa già storcere il naso agli operatori del settore del wedding e delle cerimonie e agli organizzatori di spettacoli ed eventi pubblici. Al centro delle perplessità c’è la questione della privacy. E il rischio di superare i rigidi steccati imposti dalle normative a tutela dei dati sensibili - compresi quelli di carattere sanitario previsti proprio dal green pass - c’è. Per questo i titolari di sale ricevimento e gli organizzatori di eventi ora invocano regole certe. E in vista della ripartenza di matrimoni e cerimonie, auspicano che il Decreto in fase di approvazione possa a contribuire a fare chiarezza anche su questo aspetto.

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