Green pass, in Puglia senza dose 400mila in età lavorativa. Tamponi: sino a 2.700 euro all'anno

Green pass, in Puglia senza dose 400mila in età lavorativa. Tamponi: sino a 2.700 euro all'anno
di Paola COLACI
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Lunedì 11 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 20:08

I numeri del governo parlano chiaro: in Puglia il 20% della popolazione di età compresa tra 20 e 59 anni non ha ancora ricevuto neppure una dose di vaccino anti-Covid. A conti fatti oltre 400mila residenti. Giovani e adulti che, in base alla fascia di età, possono essere inseriti in buona parte nella macro-categoria dei lavoratori. Dipendenti pubblici e privati, impiegati negli uffici e operai al lavoro nelle aziende per i quali dal prossimo venerdì sarà obbligatorio presentarsi al lavoro muniti di tampone anti-Covid. Dal 15 ottobre, infatti, il Green pass diventa obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro, pubblici e privati. Si tratta di un provvedimento che interesserà 23 milioni di persone in tutto il territorio nazionale. E chi non è in possesso della carta verde secondo quanto stabilito dal decreto del 21 settembre, per il datore di lavoro sarà considerato assente ingiustificato e non riceverà lo stipendio.

Tra i non vaccinati pugliesi 400mila in età lavorativa

Un provvedimento che in Puglia riguarda circa oltre un milione e mezzo di lavoratori, tra dipendenti pubblici e privati, addetti alle imprese e impiegati nel sistema sanitario nazionale. Lavoratori che, si stima, nella maggior parte dei casi rientrano proprio nella macro-fascia di età 20-59 anni. Quella che in tutta la regione conta il maggior numero di residenti non ancora vaccinati: complessivamente più di 400mila unità e in termini percentuali il 20% della platea. Difficile, tuttavia, stabilire quali settori del mondo del lavoro pugliese contino il maggior numero di impiegati non immunizzati contro il virus. La legge sulla privacy vieta agli enti e alle aziende la raccolta di dati sensibili. Su scala nazionale, tuttavia, per il solo settore pubblico il ministero della Funziona pubblica ha contato un esercito di non vaccinati pari a 320mila unità. E in Puglia solo nel comparto della scuola a fronte di una platea di 110mila tra docenti e personale amministrativo mancherebbero all’appello delle vaccinazioni oltre 7mila unità. Ma tant’è.

Il costo dei tamponi: sino a 2.700 euro all'anno

Per scongiurare multe e sanzioni, dal prossimo venerdì i lavoratori non vaccinati prima di timbrare il cartellino dovranno sottoporsi a un tampone ed esibire la certificazione di negatività al datore di lavoro in sede di controllo.

Test da ripetere ogni 48 ore e i cui costi - salvo nei casi delle aziende che hanno scelto di pagare i tamponi ai dipendenti - restano totalmente a carico del soggetto che ha scelto di non vaccinarsi. Decisione che potrebbe costare al lavoratore sino a 2.700 euro all’anno, calcolando che il prezzo medio calmierato per ogni tampone effettuato in farmacia è fissato a 15 euro.

Sindacati e imprese: «Chi ha scelto di non vaccinarsi ora paghi il tampone»

Sul punto, tuttavia, sindacati e imprese non fanno “sconti”. «Se è vero che la vaccinazione non è obbligatoria - ci tiene a sottolineare con chiarezza Salvatore Sanghez, direttore regionale Confesercenti Puglia - è altrettanto giusto che chi ha deciso di non immunizzarsi sostenga le spese dei tamponi. Questo costo non può essere scaricato sulle imprese. In Puglia, tuttavia, ci risulta che la maggior parte dei lavoratori sia già vaccinata. L’introduzione del Green pass obbligatorio a partire dal prossimo venerdì, dunque, non dovrebbe comportare particolari difficoltà».
Ma sul punto a essere categoriche sono anche le organizzazioni sindacali. I segretari regionale di Cisl, Antonio Castellucci e di Uil, Franco Busto ci tengono innanzitutto a esprimere massima solidarietà ai colleghi della Cgil, dopo l’assalto alla sede romana del sindacato nel pomeriggio di sabato durante una manifestazione contro il Green pass. «La questione della certificazione verde va approfondita in sede di confronto con il governo e va esplicitata soprattutto in relazioni alla fase operativa e ai controlli - sottolinea Castellucci della Cisl - Ma è altrettanto chiaro come la vaccinazione resti fondamentale: la campagna di informazione va assolutamente rilanciata. Rispetto ai tamponi, infine, è necessario un confronto tra il governo e la parte sociale per la calmierazione».
«Al momento non abbiamo contezza esatta del numero dei lavoratori pugliesi non vaccinati - aggiunge Busco della Uil - Chi lavora, tuttavia, sa perfettamente che se non si vaccina dovrà sottoporsi al tampone. La sicurezza sul lavoro ormai contempla anche questo aspetto. E i costi saranno a carico di chi ha scelto di non vaccinarsi. Certo, se il governo avesse introdotto l’obbligo problemi non ce ne sarebbero stati.
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