Green pass obbligatorio anche al supermercati: il governo ci pensa

Green pass obbligatorio anche al supermercati: il governo ci pensa
di Paola COLACI
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Martedì 20 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 08:12

Il compromesso del Green pass. È quello a cui stanno lavorando Regioni, maggioranza e Cts e che, già dall'inizio della prossima settimana, vedrà estendere l'uso della certificazione con nuove modalità e livelli di fruizione. Queste però sono ancora da stabilire con assoluta certezza. Bisognerà quindi non solo attendere la conferenza delle Regioni già convocata per oggi alle 15, ma anche la riunione dei governatori con i ministri interessati e i tecnici programmata per domani.
L'ipotesi più battuta sarebbe quella di una sola dose di vaccino sufficiente per bar e ristoranti all'aperto. Due per eventi e trasporti.

La contromisura

La curva dei contagi risale e il governo studia le contromisure. A partire dall’introduzione del green pass obbligatorio - con buona probabilità tra fine luglio e inizio agosto - per luoghi e attività a maggiore rischio di assembramento. Carta verde che sarà rilasciata solo dopo due dosi di vaccino. La cabina di regia per analizzare il nuovo decreto legge si riunisce domani. Anche se ormai sembra quasi certo l’utilizzo della certificazione per i viaggi su treni e navi a lunga percorrenza. Ma anche negli stadi e in occasione di grandi eventi, per i concerti e al cinema, nei teatri, in piscina, in palestra e in discoteca. Si valuta l’obbligo di green pass per i docenti in presenza ma il certificato potrebbe essere necessario anche per i ristoranti al chiuso. E persino per andare a fare la spesa al supermercato o nei centri commerciali.

Ipotesi sulla quale il governo sta ragionando.

La spesa la supermercato con il pass: il governo ci pensa

A renderlo noto nelle scorse ore è stata Sandra Zampa, ex sottosegretaria alla Salute e attuale collaboratrice di Roberto Speranza al ministero. Il pass diventerà obbligatorio, «sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza come aerei, treni e traghetti, in congressi, fiere, stadi e palazzetti dello sport, cinema, teatri. Ma anche in supermercati, ipermercati, centri commerciali. E su questo il governo sta ragionando e si dovrebbe arrivare a un decisione se non questa settimana, quella successiva. Il ministro Speranza e il presidente Mario Draghi faranno quel che si deve fare» ha detto Zampa in un’intervista in rilasciata al “Quotidiano Nazionale”. La discussione, tuttavia, non si annuncia facile: i principali partiti della maggioranza sembrano su posizioni distanti. Sul fronte “rigorista” è schierato il ministro Speranza - sostenuto da Pd, Italia Viva e parte di Forza Italia - il quale punta al green pass obbligatorio per tutti i settori dove è maggiore il rischio di assembramenti. Sulla stessa linea anche gli esperti del Comitato tecnico scientifico e l’Istituto superiore della Sanità. Sulla trincea opposta ci sono, invece, Matteo Salvini e la Lega, il Movimento 5 Stelle e l’altra parte dei forzisti che frenano e rispediscono al mittente l’ipotesi che la certificazione che attesta la doppia vaccinazione, la guarigione dal Covid o l’esito negativo di un tampone effettuato entro le 48 ore precedenti possa essere indispensabile anche per il caffè al bar o per andare a pranzo o a ce al ristorante. Ma tant’è.

Treni, cinema, palestre e ristoranti: la lista allo studio

La lista completa dei luoghi per i quali si renderà necessario il passpartout vaccinale è attesta per il 26 luglio, possibile giorno di entrata in vigore del nuovo decreto Covid. Ma in queste ore allo studio c’è anche l’ipotesi di una certificazione modulabile in base al quadro delle singole regioni. «Rispetto all’estensione del green pass, l’idea è quella di pensare a una modulazione e gradualità a seconda del quadro della regione: si possono cioè prevedere intensificazioni dell’utilizzo del green pass a seconda della situazione» ha dichiarato nella giornata di ieri il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. «Se c’è una situazione che peggiora, automaticamente - ha spiegato - ci può essere un’applicazione più ampia del green pass. È un ragionamento di buon senso: se una regione rimane bianca ci può essere un tipo di utilizzo di green pass, ma se una regione ha criticità maggiori, piuttosto che chiudere si applica il green pass più restrittivo».

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Regioni, dal bianco al giallo con terapie intensive piene al 5%

E a proposito di regioni, tra le decisioni che il governo è chiamato a prendere c’è anche quella relativa alla modifica dei parametri di passaggio dalla zona bianca alla zona gialla. A oggi determinante in questo senso è esclusivamente l’incidenza: se è superiore ai 50 casi di positivi al virus ogni 100mila abitanti in una settimana la regione di turno perde la fascia bianca e passa in giallo. Ma con la campagna vaccinale che procede e l’aumento dei positivi che fortunatamente non corrisponde a un’altrettanta crescita dei ricoveri, il nuovo criterio per classificare le regioni dovrebbe passare proprio dalle ospedalizzazioni. Tra le ipotesi su cui si sta ragionando, secondo quanto confermano alcune fonti di governo, c’è quella di stabilire una soglia del 5% per le terapie intensive e del 10% per i ricoveri nei reparti di area medica. Superati questi limiti dovrebbe scattare la zona gialla. Come viene sottolineato da più parti, comunque, è ancora presto per avere la certezza che le cifre da considerare siano realmente queste: il confronto è in corso in queste ore e nulla verrà deciso prima della riunione delle Regioni e della cabina di regia a Palazzo Chigi di mercoledì.
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