Dopo giorni di mediazione tra le forze di maggioranza, Mario Draghi ha deciso la linea per le nuove misure che interesseranno la scuola. Oggi il premier riunirà prima la cabina di regia e poi il Consiglio dei ministri per il varo ufficiale. L'indirizzo del governo, del ministro Bianchi e del presidente Draghi è stata chiara fin dall'inizio: riportare gli studenti in presenza a scuola è una priorità assoluta. Nella seconda parte dello scorso anno l'intento è riuscito solo parzialmente, ma a settembre dovrà filare tutto liscio, anche perché dopo i risultati dei test Invalsi non c'è più tempo da perdere.
Le misure di sicurezza
Fermo restando le mascherine e il distanziamento, scatterà l'obbligo di green pass per il personale scolastico così come accade per i medici. Sufficiente avere una dose di vaccino, oppure un tampone negativo nelle 48 ore precedenti (si sta lavorando per ottenere prezzi calmierati sui test) o essere guariti dall'infezione da Covid da non più di sei mesi. C'è da dire che sulle vaccinazioni il personale scolastico è già a buon punto, in Puglia è stata superata addirittura quota 94, un dato, come più volte sottolineato dalle organizzazioni sindacali, che potrebbe essere sottostimato poiché molti insegnanti si sarebbero vaccinati per classe anagrafica e non in quanto appartenenti al corpo docente. Quindi, per ora nessun obbligo vaccinale, ma una sorta di incentivo indiretto per quella quota marginale che ancora è senza copertura, considerato che, per chi non è vaccinato, fare il tampone ogni due giorni sarebbe impraticabile oltre che costoso.
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Da quando?
La data per il green pass per docenti e Ata ancora non è certa, ma si parla di introdurre la nuova misura già dal primo settembre e, comunque, non oltre l'inizio dell'anno scolastico. Per ottenerlo servirà almeno una dose di vaccino, aver fatto un tampone negativo nelle 48 ore precedenti o essere guariti dal Covid. Per quanto riguarda, invece, gli studenti, per ora niente pass, ma una campagna specifica pro vaccino per convincere le famiglie.
In ogni caso il green pass obbligatorio per il personale scolastico rassicura i presidi pugliesi: «Siamo favorevoli, comunque resta una decisione del governo - fa sapere il presidente di Anp Puglia, Roberto Romito -. Un servizio pubblico importante quale è quello offerto dalla scuola non può prescindere da questa garanzia, che è come quella che pretendiamo dai medici». «Il green pass è una misura necessaria, ma non basta - rilancia il presidente di Anp Lecce (Associazione nazionale presidi), Giovanni Casarano - servono tracciamento, presìdi sanitari, Toss Covid, trasporti. Il problema non è solo vaccinare, ma fare in modo che si arrivi a scuola in condizioni di normalità».
Per il segretario della Cisl Scuola Puglia, Roberto Calienno, «l'eventuale obbligo di vaccinazione del personale scolastico, se misura assolutamente necessaria per garantire la ripresa delle attività didattiche in sicurezza e in presenza, è di competenza esclusiva politica. Tra l'altro, nella nostra regione, la percentuale del personale scolastico vaccinato sembra essere circa del 90%. Non credo che l'unica strada da percorrere per garantire la presenza a scuola al 100% ed in sicurezza possa essere solo quella di rendere obbligatorio il vaccino al personale scolastico. Sarebbe piuttosto opportuno che la politica, sia a livello centrale che a livello regionale, si adoperi per la conferma dell'organico Covid, la riduzione del numero di alunni per classe; il potenziamento dei trasporti degli alunni; l'adozione la realizzazione di un concreto piano sanitario». Sulla stessa linea il segretario della Uil Scuola Puglia, Gianni Verga: «Il vaccino non è sinonimo di non contagio, e comunque il vaccino obbligatorio può essere introdotto solo con un provvedimento dello Stato. È chiaro servirebbe lo screening all'ingresso della scuola. Come pure i presìdi sanitari in ogni istituto, tormentone già della scorsa primavera».
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