Green pass obbligatorio al ristorante, i gestori: «Così perderemo clienti»

Green pass obbligatorio al ristorante, i gestori: «Così perderemo clienti»
di Paola COLACI
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Venerdì 23 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 08:18

Green pass obbligatorio per pranzare o cenare al ristorante e nei locali al chiuso. E almeno una dose di vaccino certificata dai 12 anni in su per prendere un caffè seduti al tavolino del bar. La notizia dell’introduzione per decreto legge dell’obbligo della certificazione verde si è diffusa in fretta fra i titolari e gestori delle attività di ristorazione della provincia di Lecce. Identico passaparola a Brindisi e Taranto. E analoga preoccupazione tra quanti vedono nell’utilizzo della carta verde obbligatoria “a tavola” il rischio concreto di perdere centinaia di clienti. Associazioni di categoria e ristoratori temono che il nuovo obbligo previsto a partire dal 6 agosto possa assestare un duro colpo a settori che dopo un anno di chiusure e limitazioni sono riusciti a ripartire a fatica. 

Controlli e obbligo di vaccini per il persole: i dubbi dei ristoratori

Ma al timore di perdere clientela in piena estate si sommano i molti dubbi relativi all’applicazione pratica delle misure previste dal Decreto alle singole attività di ristorazione. «Con quali modalità procederemo ai controlli?» si chiedono i ristoratori. «Sarà necessario prevedere steward e hostess all’ingresso dei locali per gestire l’accoglienza dei clienti?». Infine, «l’obbligo di vaccinazione deve considerarsi esteso anche al personale di servizio?». 
Interrogativi rilanciati anche dalle associazioni di categoria che stigmatizzano l’estemporaneità delle nuove restrizioni previste e approvate dal governo. «Non si possono assumere decisioni di questa portata che vanno a impattare sulla vita lavorativa di migliaia di imprese nel giro di pochi giorni - tuona il direttore regionale di Confesercenti Puglia, Salvatore Sanghez - e per giunta senza alcun tipo di confronto e condivisione.

Se l’obiettivo del governo è quello di implementare le vaccinazioni, allora si mettano a disposizione delle aziende e delle attività di ristorazione le dosi necessarie per procedere senza intoppi».

L'allarme di associazioni e gestori: «Così perdiamo clienti»

Chiaro il riferimento di Sanghez al protocollo siglato a inizio giugno tra la Regione Puglia, Confindustria, sindacati e associazioni di categoria che prevedeva, appunto, la possibilità di allestire hub vaccinali nelle aziende per immunizzare il personale. «In più occasioni abbiamo provato a sfruttare questa possibilità per garantire alle aziende, soprattutto quelle del settore turismo, una stagione lavorativa senza nuovi stop. E nella maggior parte dei casi ci siamo ritrovati a fare i conti con la carenza di dosi. Ora che il green pass è diventato obbligatorio, come si supererà questo limite? E con quali modalità i gestori dovranno procedere ai controlli? Sarà necessario sobbarcarsi nuove spese di acquisto di lettori Qr e altre strumentazioni? L’ho detto e lo ripeto: è l’ennesima beffa». Sulla stessa linea il presidente di Fipe ConfCommercio Lecce Danilo Stendardo: «Con l’introduzione di questa restrizione la nostra clientela finirà per dimezzarsi. Ed è facile immaginare il perché: all’interno dello stesso nucleo familiare è quasi scontato che almeno uno dei componenti non sia vaccinato per varie ragioni. È evidente, dunque, che quel nucleo o una comitiva che sino a questo momento era abituata a uscire a cena la sera ora dovrà rinunciare al ristorante. E per la nostra categoria ciò si tradurrà inevitabilmente in perdita di clienti ed economica». Ma c’è di più. «Ancora non è dato di sapere se tale obbligo è esteso anche al personale. E se così fosse, allora lo Stato dovrebbe garantirci una corsia preferenziale. Io stesso nelle scorse ore ho cercato di fissare un appuntamento per la vaccinazione attraverso una farmacia leccese ma non c’è stata alcuna possibilità di effettuare la prenotazione né attraverso il farmacista né sul portale della Regione. Il sistema al momento è bloccato» denuncia il presidente provinciale di Fipe Confcommercio. 

Ma c'è anche chi "promuove" il Green pass

Più possibilista Cosimo Alfarano, presidente dell’associazione di ristoratori “Pani e Pesci” di Brindisi: «Se il green pass è l’unico strumento in grado di garantirci di lavorare e scongiurare nuove chiusure, ben venga. Anche se mi chiedo quanto potremo resistere se ora ci tocca fare i conti con nuove restrizioni? E sobbarcarci anche l’onere di assumere stweard oppure hostess addette al controllo del pass. E se a ottobre, se la situazione epidemiologica dovesse peggiore, cosa accadrà? Si rischiano nuovi stop». Disponibile nei confronti della soluzione “green pass” Angelo Matacchiera, titolare del ristorante “La Paranza” di Taranto. «Se serve per continuare a lavorare e scongiurare nuove chiusure ben venga - ha fatto sapere nei giorni scorsi - Se è vero che andiamo incontro a un nuovo aumento di contagi, non conviene organizzarsi per evitare nuove chiusure? Non ci si può sempre fossilizzare sulle polemiche».
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