Green pass sui luoghi di lavoro, nessun disagio negli uffici di Puglia. Nei trasporti senza certificazione solo 5 dipendenti su 5.000

Green pass sui luoghi di lavoro, nessun disagio negli uffici di Puglia. Nei trasporti senza certificazione solo 5 dipendenti su 5.000
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Venerdì 15 Ottobre 2021, 10:34 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 10:52

Green pass obbligatorio nei luoghi di lavoro: l'entrata in vigore del provvedimento del Governo non ha colto la Puglia impreparata e, fino a questo momento, non sono stati segnalati disagi lungo le linee ferroviarie e dei bus della regione: lo conferma il Gruppo delle Ferrovie dello Stato

I timori di un venerdì nero per i trasporti, dunque, almeno per i pugliesi sono svaniti con il passare delle ore, mentre altrove, da Roma ad Ancona, molti lavoratori sono scesi in strada a protestare. Contestata non solo di presentazione del Green pass, ma anche il costo dei tamponi molecolari ai quali i non vaccinati sono costretti a sottoporsi per poter accedere al posto di lavoro.

Tornando ai trasporti, «stiamo registrando un grande senso di responsabilità da parte di tutti i dipendenti che in molti casi avevano voglia di mostrare il proprio Green Pass. È ancora presto per fare bilanci ma possiamo dire che al momento, su oltre 5mila dipendenti, solo cinque non avevano il certificato verde e sono stati allontanati». Lo ha detto Matteo Colamussi, presidente di Asstra Puglia e Basilicata, l'associazione che riunisce le aziende del trasporto pubblico. «Tutti i servizi - conclude - si stanno svolgendo regolarmente». 

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Nei Comuni non sono stati segnalati particolari disagi: due assenze, su centinaia di dipendenti, sono state segnalate al Comune di Lecce.

Si tratta, con ogni probabilità, di dipendenti sprovvisti di Green pass. 

I tamponi

A questo proposito, in una intervista al Corriere della Sera, Guido Rasi, ex capo dell'Ema e consulente del commissario per l'emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo, ha chiarito che non è praticabile la strada - suggerita anche da alcuni sindacati  - di estendere la validità dei tamponi a 72 ore, invece che, com'è adesso, mantenerla a 48. «Tamponi validi 72 ore? No - ha detto Rasi - sono attendibili solo per 8. E' giusto il certificato verde - ha proseguito -, è giusto sanzionare chi non si adegua. Però sono fiducioso, si possono convincere ancora tante persone. Alla luce delle conoscenze molecolari e soprattutto delle evidenze pratiche di soggetti risultati negativi la mattina e positivi la sera non sarebbe logico. Non è la scienza che può decidere né la politica, ma il virus. Il tampone può essere utile per gestire lo svolgimento di un grande evento tenendo conto che dopo questa breve fase di incubazione un individuo può iniziare ad essere infettivo». E alla domanda sul perché, se l'attendibilità del tampone sia di otto ore, resti in piedi anche il limite temporale delle 48 ore di validità, Rasi ha chiarito che «è un tempo ritenuto ragionevole, calato nella realtà di tutti i giorni. Si è visto che i negativi nell'arco di 48 ore infettano molto poco. Almeno questi erano i dati raccolti prima che si affacciasse la variante Delta». 

I sindacati

«Stiamo lavorando in queste ore negli ambienti lavorativi per parlare con gli indecisi, i dubbiosi e le tante persone impaurite nella prospettiva di convincerli a vaccinarsi». Lo ha detto il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra intervenendo a Rai news 24. «Ieri abbiamo chiesto a Draghi di valutare l'opportunità di un'ulteriore riduzione dei costi dei tamponi e anche di autorizzare le aziende a effettuare screening e test per alleggerire la pressione sulla farmacie». 

 

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