Green pass a lavoro, domani il debutto. Possibili problemi nei trasporti e nei porti: gli scali pugliesi in allerta

Green pass a lavoro, domani il debutto. Possibili problemi nei trasporti e nei porti: gli scali pugliesi in allerta
Green pass a lavoro, domani il debutto. Possibili problemi nei trasporti e nei porti: ​gli scali pugliesi in allerta
di Alessio PIGNATELLI
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Giovedì 14 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Ottobre, 07:11

Il debutto ufficiale è ormai alle porte. Da domani, infatti, scatta ufficialmente l’obbligo dell’esibizione del green pass per accedere ai luoghi di lavoro. Una platea di circa 23milioni di italiani dovrà mostrare la certificazione verde sia nel pubblico, sia nel privato. Il governo Draghi ha innestato la marcia più alta su questo tema a maggior ragione dopo i fatti di sabato scorso a Roma sfociati negli scontri violenti e nell’attacco alla sede della Cgil. Si va avanti, allora. Ma non senza difficoltà. E le prime beghe sono già arrivate dai comparti del trasporto con il porto di Trieste capofila: il comitato dei lavoratori ha minacciato di fermare l’attività “a oltranza” se non ci sarà uno slittamento della misura. In Puglia, al momento, la situazione sembra sotto controllo nei diversi scali ma non significa che filerà tutto liscio.

Perché, con l’obbligo del green pass «le difficoltà e i rallentamenti a cui stiamo assistendo a Trieste rischiano di replicarsi in altri terminal: porti, aeroporti e interporti»; è la valutazione di Anasped, la federazione nazionale degli spedizionieri doganali. Corroborata dalle parole del presidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggè: «Si sta determinando una situazione per cui si rischia che il 15-16 ottobre il trasporto in Italia si blocchi».

Anche perché l’autotrasporto è in subbuglio e in quel caso i numeri e le situazioni diventano imponderabili. 

I timori per le ripercussioni a catena

Insomma, si rischia un venerdì nero anziché green. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha convocato per questa mattina a Palazzo Chigi i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. Obiettivo: cercare di trovare una quadra in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ambito nel quale rientra a pieno titolo proprio l’introduzione del green pass. Nei porti pugliesi l’allerta è alta ma la situazione resta sotto controllo. La circolare ministeriale ha chiesto espressamente alle Autorità portuali di monitorare e capire eventuali problematiche. Nei cinque porti di Manfredonia, Barletta, Bari, Monopoli e Brindisi «non temiamo particolari situazioni di criticità, scioperi o blocchi» legati all’entrata in vigore dell’obbligo del green pass ha assicurato il segretario generale dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Tito Vespasiani, precisando che «nei nostri cinque porti il tasso di vaccinazione tocca in alcuni settori il 100%». A contribuire a questa capillare diffusione dei vaccini tra il personale portuale «è stato il punto vaccinale organizzato dall’Autorità portuale negli scali, con almeno 4mila dosi somministrate».

Anche allo scalo di Taranto non sono emersi numeri preoccupanti, ha rassicurato il presidente dell’Authority Sergio Prete. Un’esatta valutazione sarà completata entro domani ma non dovrebbero sorgere particolari problemi. Al di là delle situazioni contingenti, è chiaro che una filiera estremamente connessa può creare effetti a cascata anche se solo un porto settentrionale entra in difficoltà. Ecco da dove nascono i timori di associazioni e categorie. Fari puntati sull’autotrasporto: secondo Anasped, diverse aziende già oggi pagano il mancato rientro in Italia dei lavoratori dell’Est e adesso si troveranno a dover fare a meno di altri senza il green pass. Per il presidente Massimo De Gregorio «se un’azienda che lavora in un interporto si troverà a dover sostituire uno, due, tre lavoratori che non possono esibire il green pass, è inevitabile che ci saranno rallentamenti nella movimentazione delle merci e nello sdoganamento».

Tra la richiesta di tamponi gratis e il grido di posticipare l’introduzione della certificazione, non ha usato mezzi termini il presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati: «L’obiettivo di sanità pubblica è la vaccinazione e il green pass serve a proteggere le persone dai no-vax. Non si può pretendere di esercitare la propria testardaggine credulona, con tutto il potenziale di pericolo per gli altri, godendo di tamponi ingiustamente pagati dallo Stato o dal datore di lavoro». E chi vuole obiettare sulla vaccinazione, ha chiosato, «deve almeno essere disposto a pagarne tutte le conseguenze». 

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