Green pass, controlli nella movida: «Certificato falso? Multa al cliente»

Green pass, controlli nella movida: «Certificato falso? Multa al cliente»
di Paola COLACI
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Giovedì 12 Agosto 2021, 08:04 - Ultimo aggiornamento: 14:29

Green pass, avanti tutti con i controlli. Forze dell'ordine e vigili urbani pronti agli accertamenti in ristoranti, bar o locali nelle zone della movida e nelle città delle vacanze. Dopo le indicazioni del Viminale, che ha esortato alla massima attenzione sulle verifiche per la certificazione verde, le Polizie municipali di Bari, Lecce, Brindisi, Taranto e degli altri capoluoghi di provincia sono già al lavoro per stilare un piano dei controlli. Pianificazioni degli interventi anche al mare e nelle principali località turistiche. A Gallipoli e Ostuni, innanzitutto, dove nonostante la carenza di vigili urbani, i comandanti della Municipale hanno annunciato che si farà il possibile per ottemperare alle indicazioni ministeriali. Ma i primi Comitati provinciali per la sicurezza potrebbero riunirsi già nelle prossime ore. Precauzioni che arrivano anche in vista del weekend di Ferragosto.

 

La circolare del Viminale


Del resto, la circolare del Viminale firmata dal prefetto Bruno Frattasi, ha fornito alcune precisazioni sulla fase dei controlli del certificato verde, che i cittadini devono esibire per accedere a una serie di luoghi. I controlli, chiarisce la circolare, ci saranno appunto in città, nei luoghi della movida. Riguardo all'applicazione del passaporto verde la linea a Palazzo Chigi non cambia: bisogna far rispettare le misure che sono state adottate per evitare una risalita dei contagi che metta a rischio la ripresa delle attività in autunno.
Precisazioni del Ministero dell'Interno che hanno rassicurato i ristoratori: gli esercenti saranno tenuti (oltre al pass) a chiedere il documento di identità solo in caso di incongruenze.«La verifica dell'identità della persona ha natura discrezionale ed è rivolta a garantire il legittimo possesso della certificazione medesima. Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme, come, ad esempio, quando appaia manifesta l'incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione» si legge nella circolare. Verifica che dovrà in ogni caso essere svolta con modalità che tutelino anche la riservatezza della persona nei confronti di terzi. Il Viminale precisa poi che l'avventore è tenuto all'esibizione del documento di identità, ancorché il verificatore richiedente non rientri nella categoria dei pubblici ufficiali.

Le multe


Nel caso in cui il Green pass fosse contraffatto oppure venisse accertata la non corrispondenza fra il possessore della certificazione verde e l'intestatario della medesima, si sottolinea nella circolare la sanzione si applica solo all'avventore, laddove non siano riscontrabili palesi responsabilità a carico dell'esercente. Le sanzioni vanno dai 400 ai mille euro, sia per i clienti che per i gestori (nel caso ci fosse una responsabilità). E chi possiede un locale e viola l'obbligo di controllo per almeno tre volte in tre giorni diversi, potrebbe andare incontro alla chiusura, da 1 a 10 giorni, dell'attività.
Ma il rischio di certificazioni fasulle resta molto alto e secondo gli esperti, su Telegram attualmente sono attivi 2.500 gruppi che vendono certificazioni fasulle e il seguito dei gruppi è aumentato del 566%: alcuni contano una media di 100.000 follower ciascuno e in altri casi si superano addirittura i 450.000 seguaci e - tra i Paesi coinvolti nella domanda di Qr taroccati - anche l'Italia compare tra i venditori sul darknet e solo qualche giorno fa la Polizia che ha sequestrato 32 canali del servizio di messaggistica istantanea.

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