Gli operatori alla Regione: pianifichiamo, ma subito

Gli operatori alla Regione: pianifichiamo, ma subito
di Rita DE BERNART
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Venerdì 10 Settembre 2021, 11:07 - Ultimo aggiornamento: 14:53

«Boom di presenze e servizi: serve dialogo tra amministrazioni locali e regione». Un'estate da primato, questa 2021 in Puglia, per il caldo e per l'incremento dei flussi turistici che hanno superato del 40% quelli dello scorso anno, prima stagione Covid, e di quasi il 2% il 2019, anno che aveva registrato una forte crescita del settore. Secondo gli imprenditori turistici però i numeri della stagione 2021 e quanto accaduto in alcune località impongono un cambio di rotta. E lo studio fin da subito di nuove strategie per ridistribuire i flussi non solo in diversi periodi ma anche in differenti aree e destinazioni all'interno della stessa Puglia. Qualcuno parla di fenomeno di overturismo, altri invece preferiscono parlare di una Puglia che piace e attrae visitatori. Le conseguenze di una domanda altissima in ogni caso sono sotto gli occhi di tutti: sovraffollamento, disservizi, difficoltà gestionali, sovra sfruttamento delle risorse e del territorio. E una sorta di ostilità nei confronti dei vacanzieri da parte dei cittadini che non vivono di turismo. «Quello della gestione dei servizi e dello sfruttamento del territorio», commenta Marina Lalli, presidente di Federturismo nazionale, «è un boomerang che dobbiamo maneggiare con attenzione.

Il rischio è alto; la Puglia piace, c'è un passaparola importante, gli stessi turisti diventano ambasciatori ma se un turista spesso perdona alcune carenze, per quanto riguarda i servizi essenziali invece non è disposto a soprassedere. Non ritorna quasi mai in un territorio in cui c'è sporcizia, con una sanità poco efficiente, con disservizi di fognatura, depurazione, e spesso non ne fa una buona pubblicità. Sindaci, soprattutto quelli delle località più gettonate, e Regione devono sedersi subito intorno a un tavolo e fare un piano di gestione per la prossima stagione per non arrivare al collasso dei territori. Bisogna lavorare per promuovere anche località minori ancora poco conosciute, per offrire esperienze diversificate, creare un portafoglio di luoghi più ampio da promuovere per più target e più periodi. E alzare il livello dei servizi e necessariamente dell'ospitalità. Nel senso di aumentare le competenze nel settore in ogni mansione; ancora siamo lontani da standard di altre destinazioni di successo. Molti privati lo fanno all'interno delle loro aziende ma poi magari investono e i collaboratori comunque vanno via per il contesto generale».
Francesco Caizzi di Federalberghi prova a vedere il bicchiere mezzo pieno: «Per noi - spiega - il dato era già chiaro ed è positivo. Ma il bilancio va fatto a fine settembre e tenendo conto di tante variabili. Per quanto riguarda le aziende che lavorano tutto l'anno e non solo stagionali il bilancio è ancora in perdita, soprattutto per quelle delle città nel capoluogo barese o in località che non vivono solo di mare. Abbiamo l'obbligo di sederci e fare un piano di cambio di rotta. L'Overturism senza controllo crea numerosi problemi, non bisogna mettere le barriere certo ma trovare delle soluzioni per non far sentire i cittadini accerchiati; mettere un freno all'abusivismo e regolamentare tutti i segmenti con una nuova legge quadro regionale sul turismo che chiediamo da tempo. La Regione ha la competenza e la possibilità di ripensare il modello come hanno fatto altre destinazioni europee».
Il problema oltre che di programmazione a livello regionale è secondo alcuni anche di gestione a livello locale. Sono i sindaci a dover fare uno studio di ciò di cui necessità il proprio territorio. «Le strategie per il futuro - commenta Cosimo Ranieri di Confindustria Bari - non possono prescindere dal dialogo tra sindaci e Regione. Occorre capire dove c'è un gap di organico per il controllo e di gestione di vari servizi e valutare località per località. A fine settembre avremo certamente un quadro più chiaro e si dovrà lavorare ad una strategia di comunicazione con Pugliapromozione per cercare di invogliare il turista a venire anche in periodi meno canonici anche attraverso eventi culturali e sportivi o sviluppando segmenti di turismo differenti. Fare uno studio dell'offerta culturale e promuoverla in modo sistematico e poi vedere se i voli, i treni e i collegamenti interni sono adeguati. Abbassare la domanda, aumentare la qualità dei servizi e alzare gli standard».
A chiedere un tavolo per ridefinire alcuni obiettivi e strategie anche Giovanni Serafino di Confindustria Lecce. «I problemi a cui abbiamo assistito quest'estate -spiega - sono quelli che si presentano ogni volta che c'è una destinazione di successo e si innesca l'overturismo. Un fenomeno che ha ricadute sul territorio e sui servizi ma anche sociali, in cui i cittadini che non vivono di turismo vedono il turista come un antagonista. È un problema che va affrontato da subito, non pensando di cacciare qualcuno o allontanando alcuni segmenti come quello giovanile ma impegnandosi a trovare soluzioni per gestire questi numeri e non perdere il valore economico».
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