Tribunale, cancellerie a rilento: «Appuntamento dopo 12 giorni»

Tribunale, cancellerie a rilento: «Appuntamento dopo 12 giorni»
di Erasmo MARINAZZO
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Venerdì 29 Maggio 2020, 10:08
Gli avvocati decideranno nella giornata odierna se chiedere o meno l'ampliamento della tipologia dei processi ora che i dati sui contagi e sui decessi da coronavirus invitano all'ottimismo ed alla luce delle ulteriori revoche delle restrizioni sugli spostamenti e le attività previste a partire dal 3 giugno. Se ne discuterà nella riunione di questo pomeriggio del Consiglio dell'Ordine che ha come unico punto all'ordine del giorno la valutazione sull'andamento dei processi e dell'attività giudiziaria in genere dalla ripresa del 12 maggio.

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E dunque, ha avuto un seguito l'interlocuzione avuta lunedì scorso dal presidente facente funzione del Tribunale, Anna Rita Pasca, con il presidente dell'ordine degli avvocati, Antonio De Mauro. Va da sè che le indicazioni sull'eventuale ampliamento della platea dei processi (per il penale quelli con detenuti, quelli in via di definizione e le udienze filtro collegiali) debba arrivare dagli avvocati poiché in queste prima tre settimane di riapertura del palazzi di Giustizia hanno manifestato orientamenti diversi: chi vorrebbe potenziare l'attività, chi vorrebbe rimandare tutto alla ripresa di settembre dopo la sospensione feriale e chi ritiene equilibrata la scelta di contemplare sia il diritto alla giustizia che quello alla salute ed alla vita messo drammaticamente in discussione con l'esplosione dei contagi fra marzo ed aprile.
Su una questione sono uniti gli avvocati, indubbiamente: ridare piena operatività alle cancellerie. I social in queste ultime settimane si sono arricchiti di storie paradossali di telefonate una dietro l'altra rimaste senza risposte, di richieste inevase, di code interminabili. Una situazione che andrebbe ulteriormente ad esasperarsi se dovesse passare la linea dell'aumento delle tipologie dei processi perché senza l'apporto delle cancellerie si blocca tutto.

Un esempio: nella giornata di martedì, 26 maggio, l'avvocato penalista Antonio Savoia ha utilizzato il sistema di prenotazione per l'accesso alle cancellerie chiamato Elimina Code. L'appuntamento è stato fissato all'8 giugno.
Accade questo ed accade altro ancora per le direttive arrivate dal Governo sul contenimento del contagio da coronavirus: in servizio non può esserci più del 50 per cento del personale amministrativo. E come ricordato dal presidente del Tribunale durante il video confronto con gli avvocati tenutosi il 18 maggio, il ministero della Giustizia ha richiamato un dirigente di un ufficio giudiziario che non si è attenuto a queste disposizioni.

E poco o nulla può fare il personale amministrativo in modalità lavoro agile o smart working: come ha rilevato sempre in occasione dello stesso video confronto il sostituto procuratore generale Giovanni Gagliotta (referente informatico del distretto di Corte d'Appello per il settore requirente), il sistema informatico del settore penale è inaccessibile a chi non si trova nel palazzo di giustizia. È blindato, per una questione di sicurezza.

Ciò comporta che anche un avvocato che voglia consultare un fascicolo non può farlo dal suo studio ma si deve recare a palazzo. Sempre che quel determinato fascicolo sia stato digitalizzato.
Dunque strada da fare ce n'è ancora tanta per applicare l'informatica al processo penale, prima ancora di capire se ed in quali condizioni e per quali processi si possano tenere le udienze da remoto.
La tecnologia arranca anche nel settore giustizia, non solo per la scuola: mercoledì una udienza al gup è stata rinviata perché non funzionano le videoconferenze dalle carceri e dagli studi legali. Con nota trasmessa al presidente del Tribunale.
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