Giunta, rimpasto pronto: Palese alla Salute, Lopane al Turismo. Alla Cultura, Grazia Di Bari

Giunta, rimpasto pronto: Palese alla Salute, Lopane al Turismo. Alla Cultura, Grazia Di Bari
di Antonio BUCCI
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Mercoledì 19 Gennaio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 13:52

C’è lo schema ma non ci sono i decreti né la firma di Michele Emiliano. E ci sono le resistenze, che rendono più difficile chiudere il cerchio: Rocco Palese assessore alla Salute, Gianfranco Lopane al Turismo ma senza le deleghe alla Cultura, che finirebbero nelle mani di Grazia Di Bari. Ai piani alti di Lungomare Nazario Sauro si lavora al gioco di incastri per la Giunta e, per una manciata di ore, si diffonde anche la voce dell’imminente ufficialità delle nomine, tanto per l’ex capogruppo pidiellino, quanto per il numero uno di “Con”, che erediterebbe solo una parte del pacchetto lasciato da Massimo Bray, cedendone un’altra alla collega pentastellata. 

Il caso Stea, ieri in Consiglio


A convincere i beninformati dei tempi stretti, la chiusura del cosiddetto “caso Stea” in Consiglio: con 43 voti contrari e due favorevoli, la massima assise ha respinto nelle scorse ore l’ipotizzata incompatibilità dell’ assessore al personale. «Il sottoscritto non ha nessun debito nei confronti della Regione. Tuttavia, per evitare la sola possibilità di equivoci e strumentali interpretazioni, ho posto in essere ogni attività utile a dissipare ogni dubbio e perplessità», ha chiarito l’esponente moderato dai banchi dell’esecutivo, prima che fosse il pallottoliere ad esprimersi. La questione era nata a novembre, quando la prima dei non eletti nella lista dei Popolari – Marianna Legista – aveva inviato alla segreteria del Consiglio e al Governatore una richiesta di verifica a tema. Estinto il debito, carte alla mano da parte degli uffici e dell’Agenzia delle entrate, non resta che mandare tutto in archivio e tirare dritto. Una concomitanza che ha fatto pensare a più di qualcuno che i tempi fossero maturi per serrare i ranghi e riempire gli slot ancora vuoti in Giunta, tanto più visto l’ormai sciolto nodo del Consiglio di Stato sulla composizione definitiva del parlamentino. Con due seggi in meno al centrosinistra e due in più al centrodestra. E invece, a dividere Michele Emiliano dal via libera al risiko sono i malumori e non riguardano soltanto l’eventuale promozione dell’ex braccio destro di Raffaele Fitto e direttore di distretto. Dal Movimento 5 Stelle non hanno fatto mistero, finora, di non condividere il metodo. Hanno chiesto un cambio di passo sulle nomine in sanità, a partire dalla scelta del successore di Pier Luigi Lopalco, perchè avvenga «sulla base di criteri di merito e non per provare ad aprire al centrodestra».

E manifestato apertamente dissenso anche sul modus con il quale si è arrivati alla designazione del tandem di grandi elettori di area per il Quirinale: «Serve un dibattito chiaro e trasparente, per arrivare a due nomi che siano davvero rappresentativi dei partiti della coalizione», hanno rincarato, senza mettersi di traverso né mettere in campo nomi alternativi e andare conta, poi evitata in favore di Loredana Capone e dello stesso Emiliano. Insomma, quanto basta per capire il clima. 

Lo scacchiere


A sminare il terreno potrebbe essere proprio la delega nelle mani dell’andriese e già delegata al turismo. Ne farebbe una sorta di “super consigliere”, un po’ meno di un assessore ma ugualmente più di un collega di scranno. Quantomeno un riconoscimento politico e la conferma di uno spazio di agibilità, esattamente come ribadito dal vice di Giuseppe Conte – Mario Turco – su queste colonne. L’altro movimento dal logo giallo – la lista “Con” - si vedrebbe risarcito dei galloni lasciati dall’epidemiologo prestato alla politica, alla guida della Sanità prima dell’interim presidenziale. In compenso, ha perso un consigliere, proprio in virtù del riconteggio del Tar, e ha già uno slot di peso come quello dello Sviluppo Economico. E il Pd? Uno schema del genere sarebbe due volte difficile da mandar giù: niente contrappesi o assessorati ulteriori e un boccone amaro da digerire, come le chiavi della Sanità nelle mani di Palese. «Sarebbe una scelta forte che metterebbe in imbarazzo il Pd», non aveva nascosto Marco Lacarra, da segretario dei dem, all’indomani del «Ho chiesto a Rocco di darmi una mano» lasciato cadere dal Governatore. Era fine dicembre. 
Poi, a terremotare il quadro, hanno pensato gli scossoni giudiziari sulla Protezione Civile e la variante Omicron del virus, con una macchina a pieno regime e senza possibilità di rallentare. Lunedì in commissione Bilancio dovrebbe approdare la relazione analitica sulle spese affrontate per far fronte all’emergenza sanitaria, come promesso dal successore di Mario Lerario nella seduta di inizio settimana. Sarà anche il giorno del primo voto per il Quirinale. Potrebbe voler dire nuovi equilibri, non solo a Roma. Chissà se la fumata bianca per gli assessori arriverà prima o dopo di quella per il nuovo inquilino del Colle.

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