Regione, ancora tensioni in giunta. Pentassuglia: «Mia delega da sempre a disposizione»

Regione, ancora tensioni in giunta. Pentassuglia: «Mia delega da sempre a disposizione»
di Alessandra LUPO
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Domenica 9 Ottobre 2022, 05:15

La sensazione di essere seduti su una polveriera è trasversale nella Puglia del dopo-voto, dove Michele Emiliano - ormai vicino al giro di boa della seconda parte di consiliatura - deve riuscire alla svelta in un’operazione da prestigiatore: tenere unito il centrosinistra e le sue tensioni interne al Pd mentre rafforza la coalizione e (eventualmente) cerca di allargarla. E in questo l’avviso di qualche giorno fa arrivato da Carlo Calenda ai suoi: «In Puglia chi parla con Emiliano è fuori da Azione» non poteva certo essere casuale, prova ne sia l’immediato ritiro dalla politica attiva di Massimo Cassano (luogotenente lampo del terzo Polo alle ultime Politiche e direttore generale di Arpal).

Le "spine" per il presidente


Ma andiamo on ordine. Emiliano ha sul tavolo vari dossier, l’ultimo riguarda il tavolo sulle liste d’attesa chiesto dal Movimento 5 stelle. Dando seguito a quanto sostenuto sulla voglia di protagonismo politico e non di poltrone, il gruppo dei pentastellati è passato subito all’azione tentando di mettere mano all’agenda dell’assessorato regionale alla sanità e Rocco Palese, che con il M5s ha avuto una lunga frequentazione alla Camera, sembra averne compreso e sposato la filosofia: «Mi fa piacere che si rafforzi una collaborazione già in essere in particolare con l’assessore al Welfare Rosa Barone - spiega infatti l’assessore alla Sanità -. Quanto alle liste d’attesa - prosegue Palese - si affronta un problema complesso e serio su cui ancora scontiamo i ritardi dovuti al covid che si sono sommati a quelli “classici”. In settimana concorderemo un tavolo con i 5 stelle per valutare le loro proposte».
Almeno su questo fronte, Emiliano può dunque stare tranquillo.

Le tensioni nel Pd e l'ira di Pentassuglia: sempre fatto gioco di squadra

I guai più grossi, infatti, sono quelli nel centrosinistra e in particolare nel Pd dove il clima è a dir poco scoppiettante.

Prova ne sia la reazine dall’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia, dato in bilico per un possibile (anche se a quanto pare non imminente) ingresso dei 5s in Giunta. L’assessore dem non sembra preoccupato dalla qualifica di “dissidente” e a chi lo colloca tra i “cattivi” sulla lavagnetta della giunta regionale per non essersi impegnato troppo alle ultime Politiche, replica senza timori: «Chi mi conosce sa bene che difficilmente finisco tra i “buoni”. Più spesso forse tra i “fessi”, che si impegnano senza riserve come ho fatto per tutta l’estate». Sulla questione assessorato poi chiarisce: «Ho ribadito dieci giorni fa al presidente che l’assessorato è una sua prerogativa, la mia non è una postazione a vita ma un mandato protempore che il presidente se lo desidera può utilizzare per allargare o rimodulare la maggioranza. L’unico sport che ho praticato è il basket, un gioco di squadra: il resto lo lascio al chiacchiericcio di chi non si confronta con la base». A chi si riferisce? «La nomenclatura - prosegue Pentassuglia - che viene in Puglia e non parla con nessuno. Prima ancora di avere un ruolo siamo base e cittadini elettori a cui si deve un maggiore rispetto. Ora è necessario che la politica torni a parlare, anche con noi».

La replica di Amati a Caracciolo: «Maggioranza? Emiliano smetta di fare opposizione a se stesso»

Intanto la prossima settimana si terrà la riunione convocata dal capogruppo Filippo Caracciolo, che dopo le ultime scintille in Consiglio e sui giornali ha richiamato i consiglieri meno allineati ponendo loro un aut - aut: «Basta attacchi a Emiliano o vadano fuori dalla maggioranza». Fabiano Amati, che insieme a Ruggiero Mennea è tra le anime più critiche del gruppo - non se l’è lasciato ripetere due volte e ha rilanciato: «Bene l’incontro del gruppo Pd con Emiliano per capire chi è dentro la maggioranza e chi fuori, chi governa realmente e chi invece governa facendo opposizione a se stesso». Amati non arretra di un passo ed elenca una serie di questioni su cui incolpa la giunta di aver lasciato soli i consiglieri: dall’impegno immediato ad approvare la proposta di legge sulle liste d’attesa, con la previsione della sospensione dell’attività a pagamento qualora i tempi d’attesa siano disallineati con quelli dell’attività istituzionale. «Lo prevede la legge statale e nella scorsa legislatura la stessa proposta fu purtroppo sabotata, con la complicità del presidente Emiliano». Poi prosegue sul Piano casa («lasciato sulle spalle dei consiglieri»), sul fine-vita, impallinato all’ultimo Consiglio anche con i voti del Pd e via dicendo per un totale di dieci punti che tengono dentro anche screening tumorali, urbanistica ed eolico offshore, fino ad arrivare all’altrettanto contesa questione Arpal. «Su questi dieci punti, da approvare o eseguire rapidamente, penso che finirebbero le critiche ed anche il Presidente Emiliano avrebbe l’opportunità di passare in maggioranza, piuttosto che nella sterile posizione di opposizione a se stesso finora presidiata con profitto».

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