Giunta di Puglia, il no grazie di Bray. Per il M5s l'ipotesi Rousseau

Giunta di Puglia, il no grazie di Bray. Per il M5s l'ipotesi Rousseau
di Francesco G.GIOFFREDI
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Venerdì 6 Novembre 2020, 11:43

Il tempo corre inesorabile e i soliti ostacoli delle ultime ore sono ancora lì. Michele Emiliano ha tempo fino a domenica per varare la nuova giunta regionale: dieci giorni dalla proclamazione a presidente, che risale a giovedì 29. Insomma: bisogna stringere necessariamente il cerchio. Restano tuttavia irrisolti due nodi politici: l'ingresso in maggioranza, e nella squadra di governo, dei cinque stelle; e lo slot da garantire alla sinistra rimasta fuori dall'Assise, tanto ai vendoliani (lista Puglia solidale e verde), quanto ad Art1-Mdp (lista Senso civico). Tre fili tra loro slegati. I cinque stelle non riescono a fare sintesi, il movimento è spaccato tra aperturisti e oltranzisti, la mediazione spetta al capo politico nazionale Vito Crimi, ma non è esclusa la consultazione-lampo della base sulla piattaforma Rousseau. Anzi: nelle ultime ore ha preso sempre più corpo. Soprattutto dopo la riunione corale dell'altroieri (con consiglieri, parlamentari, eurodeputati e sindaci pugliesi), dalla quale filtrava un cauto ottimismo circa l'accordo.

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Per Art1-Mdp si rischia il vicolo cieco: Emiliano ha corteggiato l'ex ministro della Cultura Massimo Bray, idealmente ascrivendolo all'area dalemiana, ma il leccese e direttore dell'Istituto Enciclopedia Treccani avrebbe replicato con un «no, grazie». Risposta arrivata dopo qualche giorno di meditazione, e maturata alla luce delle eccessive turbolenze a sinistra: i vertici nazionali (il ministro Roberto Speranza) e regionali (Ernesto Abaterusso, ex consigliere regionale) avevano chiesto a Emiliano in virtù del patto di lealtà, e cioè la nomina dello stesso Abaterusso o di un nome da lui indicato. Niente da fare, per ora. Ed Emiliano è nello stallo, tanto da insistere nel pressing su Bray. Il quale avrebbe assicurato «collaborazione», «impegno per la Puglia», ma non da assessore. Più lineare, all'apparenza, il percorso per i vendoliani: su impulso dell'ex governatore, Michele Emiliano ha scelto Anna Grazia Maraschio, avvocato leccese e Consigliera di parità.


I fari sono puntati perlopiù sui cinque stelle, tuttavia.

Anche perché la partita ha evidenti risvolti nazionali: il filo tra Crimi ed Emiliano non si spezza, ma il capo pentastellato deve ammorbidire le perplessità di una parte del gruppo dirigente pugliese (a cominciare dalla stessa Antonella Laricchia). Rosa Barone, consigliera regionale al bis e nome più quotato per l'ingresso in giunta, commenta: «La proposta di Emiliano è sul tavolo. Io dico che dopo 5 anni di opposizione dobbiamo portare soluzioni ed incidere sulla vita dei cittadini». «Capisco le parole di Laricchia - ribatte Barone - ma dico pure che è una fase differente. Siamo in un momento diverso rispetto alla campagna elettorale, che è stata aspra. L'obiettivo è solo il bene della Puglia. Stiamo lavorando per i pugliesi. Quando ti fanno una offerta, devi valutarla a 360 gradi». Chi mostra perplessità è Iunio Valerio Romano, senatore salentino e capogruppo in Commissione Lavoro: «Emiliano è molto intelligente e politicamente scaltro. L'ingresso in giunta dei pentastellati è certamente fattibile, ma assai rischioso per il futuro del M5s. Ha vinto le elezioni e ha i numeri per governare. La mano tesa mi lascia assai perplesso e personalmente non mi entusiasma la sua offerta. D'altronde, l'atteggiamento assunto con riguardo alla chiusura delle scuole dà l'idea del suo modus operandi». I cinque stelle, ad ogni modo, potrebbero pure alzare la posta con Emiliano: non solo l'assessorato, ma anche la vicepresidenza o un ruolo cardine nell'ufficio di presidenza del Consiglio.


E il resto della squadra? Sette-tre o sei-quattro: così l'equilibrio di genere, col piatto degli uomini che pende. I tre assessori Pd saranno Donato Pentassuglia (Taranto, Agricoltura), Raffaele Piemontese (Foggia, Bilancio) e una donna: sembrava un testa-a-testa tra la barese Anita Maurodinoia e Debora Ciliento (Bat), con Loredana Capone destinata alla presidenza del Consiglio, ma il Pd prova a rimescolare le carte. Per altro chiedendo più poltrone, alla luce dei 15 eletti. Ormai definiti gli altri quattro posti di giunta: Pierluigi Lopalco (Con, eletto a Bari ma leccese) alla Sanità, Alessandro Delli Noci (Con, Lecce) allo Sviluppo economico, Sebastiano Leo (Popolari, salentino) confermato a Lavoro e Formazione, Gianni Stea (Popolari, barese) al ritorno in giunta, ma presumibilmente non all'Ambiente.

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