Il tempo corre inesorabile e i soliti ostacoli delle ultime ore sono ancora lì. Michele Emiliano ha tempo fino a domenica per varare la nuova giunta regionale: dieci giorni dalla proclamazione a presidente, che risale a giovedì 29. Insomma: bisogna stringere necessariamente il cerchio. Restano tuttavia irrisolti due nodi politici: l'ingresso in maggioranza, e nella squadra di governo, dei cinque stelle; e lo slot da garantire alla sinistra rimasta fuori dall'Assise, tanto ai vendoliani (lista Puglia solidale e verde), quanto ad Art1-Mdp (lista Senso civico). Tre fili tra loro slegati. I cinque stelle non riescono a fare sintesi, il movimento è spaccato tra aperturisti e oltranzisti, la mediazione spetta al capo politico nazionale Vito Crimi, ma non è esclusa la consultazione-lampo della base sulla piattaforma Rousseau. Anzi: nelle ultime ore ha preso sempre più corpo. Soprattutto dopo la riunione corale dell'altroieri (con consiglieri, parlamentari, eurodeputati e sindaci pugliesi), dalla quale filtrava un cauto ottimismo circa l'accordo.
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Giunta, si stringe il cerchio. Verso il sì dei Cinque stelle. Da Bray a Maraschio, tutti i nomi
Per Art1-Mdp si rischia il vicolo cieco: Emiliano ha corteggiato l'ex ministro della Cultura Massimo Bray, idealmente ascrivendolo all'area dalemiana, ma il leccese e direttore dell'Istituto Enciclopedia Treccani avrebbe replicato con un «no, grazie». Risposta arrivata dopo qualche giorno di meditazione, e maturata alla luce delle eccessive turbolenze a sinistra: i vertici nazionali (il ministro Roberto Speranza) e regionali (Ernesto Abaterusso, ex consigliere regionale) avevano chiesto a Emiliano in virtù del patto di lealtà, e cioè la nomina dello stesso Abaterusso o di un nome da lui indicato. Niente da fare, per ora. Ed Emiliano è nello stallo, tanto da insistere nel pressing su Bray. Il quale avrebbe assicurato «collaborazione», «impegno per la Puglia», ma non da assessore. Più lineare, all'apparenza, il percorso per i vendoliani: su impulso dell'ex governatore, Michele Emiliano ha scelto Anna Grazia Maraschio, avvocato leccese e Consigliera di parità.
I fari sono puntati perlopiù sui cinque stelle, tuttavia.
E il resto della squadra? Sette-tre o sei-quattro: così l'equilibrio di genere, col piatto degli uomini che pende. I tre assessori Pd saranno Donato Pentassuglia (Taranto, Agricoltura), Raffaele Piemontese (Foggia, Bilancio) e una donna: sembrava un testa-a-testa tra la barese Anita Maurodinoia e Debora Ciliento (Bat), con Loredana Capone destinata alla presidenza del Consiglio, ma il Pd prova a rimescolare le carte. Per altro chiedendo più poltrone, alla luce dei 15 eletti. Ormai definiti gli altri quattro posti di giunta: Pierluigi Lopalco (Con, eletto a Bari ma leccese) alla Sanità, Alessandro Delli Noci (Con, Lecce) allo Sviluppo economico, Sebastiano Leo (Popolari, salentino) confermato a Lavoro e Formazione, Gianni Stea (Popolari, barese) al ritorno in giunta, ma presumibilmente non all'Ambiente.