La squadra di governo dell'Emiliano bis è sostanzialmente pronta, si attende solamente una risposta dal M5S per ufficializzarla. L'attesa, però, non dovrebbe essere lunga, ancora massimo 24-48 ore: ieri c'è stata una riunione movimentata tra parlamentari, consiglieri regionali ed europarlamentari pentastellati per decidere se accettare la proposta del governatore di entrare in maggioranza. Un gruppo nutrito sarebbe per il sì, ma Antonella Laricchia prova a mantenere la barra dritta e si oppone fermamente. Insomma, un terremoto ha scosso ieri il M5S, il rischio è quello della spaccatura e di possibili fuoriuscite. Le parole di Laricchia non lasciano spazio a dubbi: «Io - ribadisce - ho chiarito come la penso. La proposta di entrare in Giunta non si capisce se nasce da Michele Emiliano, come ha detto oggi Vito Crimi, o è voluta dal M5S nazionale, come avrebbe detto Michele Emiliano ai miei 4 colleghi qualche giorno fa e come Vito Crimi non ha potuto smentire fino in fondo, pur dichiarando che certamente non derivava da lui. Se Emiliano vuole un confronto con le opposizioni, dovrebbe incontrare anche il centrodestra e dovrebbe farlo più alla luce del sole. Se invece lo scopo è quello di formare una maggioranza diversa da quella che ha vinto le elezioni, credo sarebbe un'offesa alla volontà dei cittadini pugliesi».
Dalle sue dichiarazioni emergono le frizioni interne, un M5S dilaniato dalla prospettiva, sempre più concreta, di un'alleanza con il centrosinistra. «Chi ha votato il Movimento 5 Stelle Puglia attacca ancora Laricchia - non merita di temere di aver dato fiducia o forza ad Emiliano con il suo voto, mentre magari voleva invece bocciarlo, scegliendo noi». Laricchia critica la posizione di alcuni suoi colleghi del gruppo che, invece, sono sicuri che vada accettata la proposta: «Non ritengo giusto dice Laricchia - che le tentazioni di qualcuno al nostro interno debbano essere perdonate, tentando di lavarsi la coscienza con il voto su Rousseau.
Emiliano resta alla finestra e attende, i tasselli del mosaico sono ormai quasi tutti inseriti: tre assessori andranno al Pd, due alla civica Con, due ai Popolari, uno alla sinistra vendoliana, uno eventualmente al M5S e uno ad un esterno che potrebbe essere l'ex ministro Massimo Bray. Per i dem riceveranno le deleghe Donato Pentassuglia all'Agricoltura, Debora Celiento e Raffaele Piemontese, assessore al Bilancio. La lista Con avrà in esecutivo Pier Luigi Lopalco alla Sanità e Alessandro Delli Noci allo Sviluppo economico. I Popolari confermeranno Gianni Stea e Sebastiano Leo. Bray potrebbe assumere l'incarico di assessore alla Cultura, l'altro posto da esterno dovrebbe andare all'avvocata salentina Anna Grazia Marasco. L'ultimo tassello dipenderà dalla risposta del M5S, se i pentastellati dovessero accettare, come sembra, ballottaggio tra Cristian Casili e Rosa Barone. Per la presidenza del Consiglio, in pole Loredana Capone.