Giochi del Mediterraneo Taranto 2026, Ferrarese: «Un “nuovo” piano e la collaborazione di tutti»

Giochi del Mediterraneo Taranto 2026, Ferrarese: «Un “nuovo” piano e la collaborazione di tutti»
​Giochi del Mediterraneo Taranto 2026, Ferrarese: «Un “nuovo” piano e la collaborazione di tutti»
di Francesco G. GIOFFREDI
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Mercoledì 31 Maggio 2023, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 07:24

Compiti, poteri e tempi stringenti: Massimo Ferrarese ora è ufficialmente il Commissario straordinario del governo per i Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026. Il decreto è stato firmato ieri da Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Imprenditore francavillese, già presidente della Provincia di Brindisi e di Invimit, è stato scelto dal ministro degli Affari Europei, della Coesione, del Sud e del Pnrr Raffaele Fitto, di concerto con i ministri dello Sport e dell'Economia e delle Finanze.
È un ritorno sulla scena pubblica. Se lo aspettava, o persino ci sperava?
«Ho fatto politica fino al 2017, poi mi sono dedicato interamente alla presidenza di Invimit fino al 2019. E negli ultimi anni l'impegno è stato solo per le mie aziende: ormai non pensavo più alla politica e a ruoli istituzionali. Ma quando mi è stata proposta questa esperienza, ho accettato perché si tratta di un evento importante per tutto il nostro territorio. Per me significa mettermi a disposizione della mia terra e di una grande manifestazione internazionale: non potevo tirarmi indietro. Porterò avanti l'incarico con spirito di servizio, e mi auguro che ci sia massima responsabilità e collaborazione da parte di tutti».
Queste nomine di solito rispondono a logiche politiche. Lei non è esattamente organico al centrodestra. Però ha un ottimo rapporto con Fitto.
«Lo conosco da 25 anni, e lui sa qual è il mio approccio alle cose: se accetto è perché sono nelle condizioni di garantire un impegno totale. Lo ringrazio perché ha creduto in me e nelle mie capacità di poter realizzare nei tempi gli interventi necessari. Ho esperienza sotto tutti gli aspetti, nelle istituzioni, nelle imprese, sul territorio, nel mondo dello sport».
I Giochi sono diventati un campo minato: l'incognita finanziaria, i ritardi, i contrasti aspri tra governo e Regione. Non sarà una passeggiata.
«So cosa è accaduto, ma guardo a ciò che bisogna fare. La sfida è complicata e i tempi sono stretti per progetti e cantieri. Peraltro il momento è delicato per realizzare rapidamente le opere. Ma ce la faremo».
Primo ostacolo: le risorse. All'appello mancherebbero oltre 150 milioni.
«Sono convinto che il nodo finanziario sarà risolto al più presto. Adesso ci metteremo subito al lavoro per capire qual è il quadro e per individuare le priorità».
Altro fronte: il caro materiali. Inciderà sui costi delle opere?
«Da imprenditore ho vissuto e vivo il problema. Ma sono convinto che con l'adeguata dotazione finanziaria riusciremo a realizzare i lavori».
Lei è lì soprattutto per velocizzare e snellire le procedure. Spesso sono buoni propositi che restano sulla carta.
«Il commissario con poteri straordinari può semplificare e accelerare: lo faremo. Parliamo di infrastrutture di grande rilievo, non sarà semplice, ma l'impegno sarà massimo. E saranno opere che resteranno anche dopo i Giochi».
Sa bene che c'è già un Masterplan, in teoria lei ha il potere di stravolgerlo: lo farà?
«Lo studierò con attenzione e valuterò interventi, importi, priorità da portare a termine e decideremo cosa aggiungere, cambiare, sostituire. Con la collaborazione di tutti».
Sta insistendo molto su questo punto: la collaborazione. Dovrà lavorare a stretto contatto innanzitutto col Comitato organizzatore, da aggiornare periodicamente.
«Ho già sentito il sindaco Melucci, spero di poterlo fare ogni giorno».
E la Regione? Ha già annunciato che intende promuovere la questione di legittimità dinanzi alla Corte costituzionale circa la sua nomina, «pur non avendo alcuna riserva sul commissario».
«Ancora non ho sentito la Regione. Ma conosco bene il presidente Emiliano: sono convinto che il desiderio di realizzare gli interventi necessari prevarrà su qualsiasi altra valutazione».
Da domani (oggi) ha 90 giorni per proporre - dice il decreto - "un piano dettagliato delle opere infrastrutturali occorrenti". Poco tempo?
«In mezzo a quei 90 giorni c'è anche agosto. Ma sono sicuro che ci riusciremo».
Le sue imprese lavorano proprio nel settore delle costruzioni: facile eccepirle il conflitto d'interessi.
«Le faccio una battuta: la mia famiglia ha sperato fino a ieri che non si firmasse il decreto. Scherzi a parte: le nostre sono tra le più grandi imprese del Sud, ma ovviamente non parteciperò ai lavori, direttamente, indirettamente o per le forniture. Mi pare un'ovvietà».
I suoi poteri le consentono comunque di procedere a chiamata diretta e in deroga a Piani urbanistici.
«Ma voglio rispettare tutte le procedure, sia negli appalti che nella localizzazione delle opere. L'importante, lo ripeto, è la collaborazione di tutti».
Ferrarese, immaginiamo che conosca bene il rischio: restare schiacciati dal peso della "missione" e dagli scontri politici.
«So come funziona la politica, ma non dovrebbe essere così.

Spero che per una manifestazione di questa importanza ci sia il giusto clima, senza guardare ai colori politici: bisogna remare tutti nella stessa direzione. I Giochi non sono di destra o di sinistra, ma della nostra gente e del territorio».

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