Insieme ma seduti distanti: "gelo" tra Emiliano e Decaro

Insieme ma seduti distanti: "gelo" tra Emiliano e Decaro
di Vincenzo DAMIANI
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Domenica 11 Dicembre 2022, 08:57 - Ultimo aggiornamento: 09:45

Ieri erano sullo stesso palco ma non erano seduti uno accanto all’altro come spesso accade. Spesso ma non sempre. Tra Decaro e Emiliano si vocifera che in questo momento i rapporti non siano idilliaci, non sarebbe nemmeno la prima volta. Ciclicamente, nei 20 anni di amicizia personale e vicinanza politica, ci sono periodi di appannamento. Parentesi in cui fanno fatica persino a parlarsi ma poi si ritrovano magari per tinteggiare casa dopo un trasloco. 

I rapporti tra il primo cittadino e il governatore


Questo forse è uno di quei periodi “no”, ci sarebbero due indizi che farebbero ipotizzare che sia così: venerdì Emiliano ha riunito i suoi alleati nella sede storica del Pd a Bari, quella che sarebbe anche casa di Decaro, quindi.

Ma proprio il sindaco non c’era, c’è chi sostiene che non sia stato nemmeno invitato ma appare una ipotesi complicata vista la vicinanza al segretario Marco Lacarra. Fatto sta che l’assenza è stata notata. «Quella era la riunione di Michele, Antonio ne ha fatto una sua con altri gruppi», dicono dall’entourage di Decaro. Un chiarimento che sembra, però, avallare la tesi che tra i due questo sia il fisiologico momento di calo nella ventennale amicizia. Succede non di rado che i due si dividano, anche su scelte importanti: è accaduto quando il presidente dell’Anci si legò a Renzi, ad esempio. È accaduto che ci fossero frizioni forti in materia di urbanistica, altro esempio. Due personalità diverse ma allo stesso tempo di “peso” difficilmente possono andare sempre d’amore e d’accordo. D’altronde, in ballo in questo momento c’è il futuro del Pd nazionale, di quello pugliese ma anche dei due esponenti più in vista. Le loro carriere politiche sono sempre, o quasi, state legate, la scelta di uno ha condizionato quella dell’altro. E con ogni probabilità lo sarà anche tra uno o due anni al massimo, quando Emiliano potrebbe decidere di lasciare in anticipo la Regione per candidarsi all’europarlamento; oppure 365 giorni dopo quando Decaro dovrà lasciare la fascia tricolore (è già al suo secondo mandato) e ufficializzare la sua candidatura alle Regionali. Prima, però, c’è da riportare ordine in un Partito democratico ai minimi storici, e non a livello di consenso (anche quello, però). In settimana si è consumato uno strappo non indolore, nonostante i tentativi di Emiliano di indorare la pillola e minimizzare l’accaduto («Sono tutti contenti dell’uscita di Amati e Mennea»). Due esponenti di spicco del partito pugliese, come Fabiano Amati e Ruggiero Mennea, hanno abbandonato il gruppo in Consiglio, stracciato la tessera, e sono passati con il nemico giurato di Emiliano, l’ex ministro Calenda. 

L'Addio


In Aula è nato il nuovo gruppo di Azione e, seppure i numeri continuano ad essere dalla parte del governatore (potrà contare ancora su 30 o 31 voti su 50), gli equilibri rischiano di essere scompaginati. Per più di un motivo, uno “matematico”: adesso i quattro voti dei consiglieri pentastellati hanno un peso specifico sicuramente maggiore, il M5S è quasi l’ago della bilancia e non resterà certo a guardare. Il Movimento reclamerà maggiore considerazione e voce in capitolo, visto che sino ad oggi ha potuto incidere poco sulle decisioni più importanti e si è dovuto accontentare, non toccando quasi mai palla. 
Non a caso, venerdì Emiliano ha ribadito che al momento l’unico alleato possibile per il Pd è il M5S. Un messaggio a Bonaccini, ma non solo a lui. Poi ci sarà da controllare “l’urto” del neonato gruppo di Azione che, messo alla porta, farà opposizione vera. Forse anche più dura di quella del centrodestra. Certo, sono “soltanto” tre voti ma nel Pd pugliese e, in particolare, nel gruppo in Consiglio i “mal di pancia” non sono mica finiti qui. Anzi. La fase congressuale li sta alimentando, esasperando. E in Aula tutto può succedere, il primo vero banco di prova sarà l’approvazione della manovra regionale. Che ci siano altri scontenti non è un mistero, che i gruppi civici a Emiliano legati siano in una fase di difficoltà è sotto gli occhi. Hanno perso pezzi strada facendo, prima con l’addio di Pier Luigi Lopalco (ex Con Emiliano), poi con quello di Massimiliano Stellato (ex capogruppo dei Popolari con Emiliano, passato con Italia Viva di Renzi senza che il governatore se ne dolesse troppo), infine Sergio Clemente, trasferitosi da “Per la Puglia” di Massimo Cassano ad Azione. I due ingressi di Saverio Tammacco e Stefano Lacatena sono stati in sostanza vanificati. 

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