Gasdotti, Conte chiude a Poseidon: «Possibile solo un innesto a Tap»

Gasdotti, Conte chiude a Poseidon: «Possibile solo un innesto a Tap»
di Massimiliano IAIA
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Domenica 14 Aprile 2019, 21:37

Questa volta a ribadire in prima persona il no a Poseidon è stato direttamente il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rimarcando la contrarierà dell'esecutivo al progetto dell'altro gasdotto, con approdo a Otranto, ad una ventina di chilometri dall'impianto Tap, che invece ha ormai ottenuto parere positivo. «Diverso è invece il discorso se parliamo di un innesto a Tap», ha precisato Conte.
Il capo del governo ha risposto a Bari, in occasione della visita per l'inaugurazione dell'anno accademico, alle domande dei giornalisti circa la possibilità di realizzare il secondo gasdotto. E ne ha approfittato per fare alcune puntualizzazioni: «In questo momento non siamo disponibili a consentire l'approdo di un'infrastruttura, così come originariamente preventivato, a Otranto. Se parliamo dell'infrastruttura Eastmed è un conto, se parliamo del tratto finale Poseidon è un altro conto. L'infrastruttura di per sé è compatibile anche con un innesto nel Tap, quindi potrebbe sicuramente avere uno sviluppo e un collegamento in Italia attraverso le vie del Tap. Ma in questo momento il governo non ha alcuna apertura per la realizzazione del tratto finale, Poseidon, originariamente progettato». In sostanza, secondo il governo, è possibile solo un innesto con Tap a partire dalla Grecia, quando tecnicamente inizia il tratto definito Poseidon nel progetto complessivamente chiamato Eastmed.
Quella di Conte è l'ennesima bocciatura incassata da Poseidon nel giro di appena una settimana. Nei giorni scorsi, infatti, era stata il ministro per il Sud Barbara Lezzi a esprimere le proprie perplessità sul secondo gasdotto. «Il gasdotto Poseidon è tutto autorizzato e in Puglia è stato voluto sia dalla destra, sia dalla sinistra. Peraltro, noi del Movimento 5 stelle all'epoca delle autorizzazioni non esistevamo nemmeno, aveva detto il ministro. Ora, dal momento che non siamo stati nella possibilità di bloccare Tap, con il Mise stiamo facendo una valutazione: se sarà sufficiente il gas che arriverà da Tap, nella fase transitoria dal carbone alle rinnovabili, il nuovo gasdotto potrebbe rivelarsi inutile».
Venerdì scorso, invece, il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico Davide Crippa, giunto a Brindisi per parlare delle scelte strategiche del governo sul fronte energetico, e in particolare sulla decarbonizzazione, aveva anche lui chiuso a Poseidon: «Noi abbiamo già risposto a un'interrogazione due settimane fa, in Parlamento: di fatto ad oggi non si rende necessario un ulteriore incremento della capacità di importazione lungo questa dorsale», riferendosi alla risposta a un'interrogazione presentata dal Pd. Il governo, infatti, ipotizza anche un raddoppio della portata di Tap, sperando che possa stoppare Igi Poseidon (progetto di cui fanno parte per il 50% Edison e per l'altra metà la greca Depa). Il raddoppio di Tap, comunque, non è al momento all'ordine del giorno, pur teoricamente previsto dall'autorizzazione ministeriale. Anche con i 20 miliardi di metri cubi, impianto e centrale italiana non subirebbero varianti: sarebbe necessaria qualche autorizzazione laterale ed ex novo, come il nulla osta di fattibilità per la prevenzione incendi. Tap e i suoi azionisti, tuttavia, vorrebbero prima incassare la certezza di poter vendere quel gas.
Quanto a Poseidon, invece, proprio nelle ore in cui Crippa parlava di energia a Brindisi, il governatore Michele Emiliano, in visita a Foggia, aveva affidato alle agenzie di stampa uno scoop: «Sono già iniziati i lavori di Poseidon - aveva detto il governatore -, nessuno ci ha informati e siamo sconcertati dalla segretezza da cui questa vicenda di interesse pubblico è circondata.

Capisco che avere un presidente rompiscatole e sempre dalla parte dei cittadini è fastidioso per molti. Ma devo correre questo rischio per fare il mio dovere di governatore». Ma poco dopo era stato lo stesso Emiliano a specificare che i lavori non fossero altro che adempimenti su carotaggi e prescrizioni.

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