Gas, Confindustria boccia la legge regionale: «Nata male, noi non coinvolti». Delli Noci: «Scelta necessaria per rispondere alla crisi»

Gas, Confindustria boccia la legge regionale: «Nata male, noi non coinvolti». Delli Noci: «Scelta necessaria per rispondere alla crisi»
di Alessandra LUPO
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Giovedì 27 Ottobre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:14

C’è il piano politico, superato a furor di popolo durante l’ultimo Consiglio regionale. E poi c’è quello tecnico, con la spada di Damocle dell’incostituzionalità che pesa (anche) sulla legge “Norme in materia di incentivazione alla transizione energetica” licenziata dalla Regione per permettere uno sconto nella bolletta del gas come forma di ristoro al territorio per il passaggio del gasdotto Tap
Ad agitare lo spauracchio dell’impugnativa da parte del governo, però, non sono solo gli uffici tecnici della Regione, che nell’Atn (Analisi tecnico normativa) sollevavano vari dubbi di natura costituzionale sulla legge.

Confindustria: «La Regione non ci ha coinvolti, legge nata male»

Di ieri infatti la nota, durissima, di Confindustria Puglia, che se la prende con la Regione per come ha gestito l’intera vicenda. Confindustria non fa sconti, bocciando l’operato dell’ente sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista istituzionale: «La neonata legge recepisce il testo di un disegno di legge di Giunta presentato in discussione e del cui contenuto abbiamo avuto piena contezza solo dopo l’approvazione – scrive Sergio Fontana, presidente dell’associazione degli industriali pugliesi - . Difatti l’originario disegno, approvato in Giunta regionale il 5 ottobre scorso nonché in Prima e Quarta Commissione consiliare il successivo 10 ottobre, recava un testo differente». 
Quella discussa in Commissione (e analizzata dagli uffici) era infatti la prima versione del testo presentata dal centrosinistra (Amati, Caracciolo, Mazzarano, Mennea, Tutolo).

Una versione poi superata in Consiglio regionale dove l’assessore Alessandro Delli Noci ha recepito e integrato in un unico testo le proposte di Lega e Pd. «La gestazione di questa legge, importante e rilevante per le ricadute che avrà sui cittadini pugliesi e sulle aziende energetiche – prosegue Fontana - avrebbe richiesto un coinvolgimento pieno delle parti sociali e invece, solo su nostra istanza, siamo stati auditi il giorno prima dell’avvio della discussione in aula del provvedimento. Non è questo il metodo con il quale relazionarsi con le parti sociali e con Confindustria Puglia che rappresenta la maggior parte delle imprese che operano nel settore energetico. Ciò nonostante, in un’ottica di leale collaborazione con la Regione Puglia, abbiamo prodotto, in sede di audizione, osservazioni ed emendamenti correttivi di contraddizioni e carenze della normativa esaminata. D’altronde il testo discusso in Consiglio era diverso nei contenuti rispetto a quello sul quale abbiamo potuto formulare osservazioni. È un modus operandi, questo, inaccettabile che denota scarsa considerazione di un tessuto produttivo così importante per la nostra regione. L’articolato della legge non è coerente con il quadro normativo nazionale e presenta profili di incostituzionalità. L’appello di Confindustria Puglia è rimasto inascoltato - conclude Fontana - e oggi abbiamo una cattiva legge oltre che un’occasione persa per valorizzare i territori e le comunità locali coinvolte».

Il rischio incostutizionalità rilevato dagli uffici


Il rilievo degli industriali (e quello degli uffici) riguarda l’articolo 2 del testo. Mentre nell’art.1 si parla di applicare il decreto Marzano anche alla Puglia aprendo alla negoziazione, nel secondo la legge prevede che sul valore commerciale del gas che transita in Puglia attraverso il gasdotto Tap venga calcolato un 3 per cento da scontare in bolletta per i cittadini. Su chi dovrà farsi carico di questo 3% nella filiera lo decideranno le stesse società e aziende in base ad accordi tra di loro. Una volta che la legge sarà pubblicata nel bollettino ufficiale quindi l’ente dovrà procedere con la ratifica entro 30 giorni. Se gli attori coinvolti, da Tap a Snam, passando per tutte le società di distribuzione e vendita del gas, non dovessero trovare un’ intesa, bisognerà intervenire direttamente. Ma in che modo? Una strada sarebbe la riapertura di un tavolo negoziale, finalmente con il coinvolgimento delle parti sinora assenti, come Tap e Snam.

La replica dell'assessore Delli Noci: «Nostro dovere aiutare le imprese in crisi»

La presa di posizione degli industriali non cade nel vuoto. Alessandro Delli Noci replica infatti a nome dell’ente: «Il senso della Legge è quello di restituire ai territori in cui insistono grandi imprese energetiche una compensazione in termini ambientali, sociali ed economici. Un provvedimento che giunge anche a seguito delle enormi difficoltà causate dalla crisi energetica che sta provocando una crescita preoccupante del numero di cittadini in condizione di povertà, oggi ai massimi storici. Arginare questo problema - prosegue l’assessore pugliese allo Sviluppo economico -, favorire la costituzione di comunità energetiche condominiali, comunali e industriali, rendere la Puglia autonoma energeticamente è il senso più profondo della Legge. Ho avuto modo di discuterne con Confindustria condividendo la bozza della Legge che una volta in Consiglio è stata modificata con gli emendamenti dei consiglieri regionali. Io credo che in una situazione come quella che viviamo oggi - conclude Delli Noci - ci si ritrovi ad immaginare soluzioni a problemi nuovi che vanno però affrontati. Il Consiglio regionale ha scelto di prendere una posizione politica tutelando i cittadini pugliesi e le piccole e medie imprese che stanno affrontando una situazione difficile e che abbiamo il dovere di aiutare».

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