A Gallipoli migliaia di giovani: urla e alcool per tutta la notte. L'appello: «Servono più controlli»

A Gallipoli migliaia di giovani: urla e alcool per tutta la notte. L'appello: «Servono più controlli»
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Sabato 10 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:36

Migliaia di giovani festanti e urlanti dopo un anno di chiusure e restrizioni. Tra maleducazione, alcool e bivacco notturno, a Gallipoli è riesploso in modo prepotente il turismo giovanile, sopito negli ultimi anni a causa della chiusura di noti locali. Nessun processo ai giovanissimi da parte di cittadini e imprenditori ma piuttosto una riflessione sulle cause di tali comportamenti e sulle possibili soluzioni, e un appello accorato alle istituzioni per un maggiore controllo del territorio. «Se mancano il controllo costante e la regola, i ragazzi si sentono liberi di fare ciò che gli detta l’istinto» questo in sintesi estrema il pensiero predominante. 

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Ad influire sulla movida selvaggia inoltre, secondo alcuni, la chiusura dei locali da ballo che fa riversare, ed assembrare, in giro i ragazzi in cerca di qualcosa da fare. Controllo e presidio del territorio, dunque, sono necessari per arginare e tenere a bada chiasso ed eccessi, ed evitare che quanto accade, sia di giorno che soprattutto nelle ore notturne, finisca ancora una volta per rendere una immagine negativa della città vanificando anche quanto fatto di buono da tanti imprenditori per attrarre un turismo più familiare e di un target più elevato. Servono le regole e serve anche un sistema repressivo secondo il quale chi sbaglia e non rispetta le norme e il luogo in cui è in villeggiatura, in qualche modo paga. «Per giugno e luglio hanno prenotato solo ragazzi», spiega Stefan Carlino, imprenditore turistico locale che da decenni gestisce alberghi e case vacanza in Baia Verde. «Sono per la maggior parte 18enni che hanno appena terminato la maturità e stanno facendo la vacanza premio, molti dei quali alla prima esperienza di viaggio da soli.

Sono giovani e devono essere gestiti, è un po’ come quando durante la ricreazione mancano sia il professore che il bidello, che gli studenti si scatenano. Quello cui assistiamo non accade solo da noi, lo stiamo vedendo anche in altri territori e città d’arte. Qui sono tanti, troppi, e non è per nulla facile attuare il controllo, dopo un anno di chiusura e restrizioni cercano una valvola di sfogo e hanno una frenesia di sentirsi liberi. Non possiamo educarli noi ma serve una legge nazionale come in altri paesi. Non dico un foglio di via ma quantomeno delle sanzioni che scoraggino questi abusi e impongano il rispetto. Non rispetti il luogo che ti ospita? Oltre alla sanzione pecuniaria devi scontare anche una pena con lavori socialmente utili ad esempio. Certo è che la colpa non può e non deve ricadere sugli imprenditori. Sono convinto inoltre che se fossero aperti i locali di intrattenimento i ragazzi sarebbero più gestibili. All’interno dovrebbero accedere secondo regole chiare, sarebbero obbligati ad indossare le mascherine, a fare magari il tampone, e il controllo sarebbe più semplice».

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I residenti: «Vigilanza privata per stare tranquilli di notte»

Un problema che in località Baia Verde conoscono e denunciano da quasi dieci anni. «Il problema c’è ed è serio», commenta Giuseppe Bruno, presidente dell’Associazione Baia vere. «Sono almeno 7 anni che lo conosciamo e denunciamo alcuni comportamenti. Abbiamo fatto tante battaglie ed in passato proprio grazie ad un maggiore controllo siamo riusciti a vedere un importante miglioramento. Noi abbiamo stipulato una convenzione con un istituto di vigilanza che di notte presidia la zona ma non basta. Sono le istituzioni che devono attuare un piano di prevenzione e controllo che possa scoraggiare questi abusi. Quest’anno la situazione è peggiore che in passato perché mentre prima il problema si verificava al rientro dal mare e al rientro dalla serata oggi, con i locali da ballo chiusi, sono alla continua ricerca di sfogo e in strada praticamente tutta la notte. Sono reclusi da un anno e il ritorno alla vita gli scatena tutti gli istinti. Abbiamo sollecitato al sindaco un tavolo per gestire la situazione, per evitare che magari si degeneri in qualche fattaccio perché qualcuno perde la pazienza e la lucidità. Dal 15 luglio al 15 agosto sarà un inferno. Ci auguriamo che questa risonanza sui media possa servire a diffondere il senso di disagio e sollecitare un intervento delle istituzioni. Chi va in vacanza per una settimana o dieci giorni, come anche i cittadini, ha il diritto di stare e sentirsi tranquillo».

Il sindaco Minerva: «Istituito il turno di notte per la Polizia municipale»

Unica soluzione possibile dunque sarebbe un monitoraggio costante e la presenza di più forze dell’ordine come deterrente. «Da parte nostra stiamo facendo il possibile per presidiare la città», dice il sindaco Stefano Minerva. Abbiamo anche istituito il terzo turno fino a mezzanotte per la polizia municipale. E siamo sempre in contatto con le forze dell’ordine locali collaborando con loro per garantire la sicurezza. Sono convinto però che tutto questo sia ingigantito anche dall’assenza di un’offerta varia. Se il Governo avesse permesso a tutti di riaprire le attività i giovani avrebbero più possibilità di scelta e certo all’interno di locali gestiti con regole chiare sarebbero più sotto controllo che in strada».

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