Il futuro del turismo, a confronto con Paolo Verri: «Investire sui giovani e pianificare da ottobre, puntando sulla qualità»

Il futuro del turismo, a confronto con Paolo Verri: «Investire sui giovani e pianificare da ottobre, puntando sulla qualità»
di Rita DE BERNART
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Giovedì 26 Agosto 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 23:57

Fare turismo proattivo, educare il turista, formare i giovani. La sfida per la Puglia dei record di presenze estive è lavorare sulla formazione digitale e sulla sostenibilità e nel creare una rete di servizi che non faccia distinzione tra turista e cittadino. Il servizio, dalla sanità alla rete internet, dalla viabilità lenta o la pulizia dei luoghi, deve essere efficiente e adeguato sia per rispondere alle esigenze di chi abita un posto tutto l’anno sia per chi viene accolto per brevi periodi di vacanza. «I giovani sono il futuro - secondo Paolo Verri, dirigente del The Ocean Race di Genova, già direttore della Fondazione Matera 2019 ed ex commissario di PugliaPromozione - occorre investire su di loro, e attraverso forme di turismo proattivo, dell’educare-facendo, invitarli a costruire insieme a noi la Puglia del futuro e a contribuire al miglioramento di ciò che oggi non è adeguato alle esigenze di chi arriva nel territorio».


Siamo di fronte alla Puglia dei record, ma passata l’euforia restano tanti problemi irrisolti. Da dove ripartire?
«Mi sembra che ci stiamo muovendo comunque nell’ambito delle buone notizie. Se stiamo parlando di ciò che non va vuol dire che abbiamo ripreso a lavorare e questo è sicuramente un fatto positivo. Sappiamo bene che c’è tanta strada da fare, le trasformazioni richiedono tempo, da anni si parla di tante questioni che nel pre Covid si è cominciato a risolvere ma al momento la situazione è cambiata. Abbiamo di fronte tre anni importanti, per almeno altre due stagioni avremo in prevalenza un turismo Italia su Italia e avremo tempo di lavorare sulla programmazione del post Covid».


In che modo la Puglia può prepararsi ad accogliere il panorama internazionale che ormai da anni ci guarda con grande interesse?
«L’arrivo dei fondi del Pnrr sarà fondamentale, adesso è davvero il momento di lavorare sul miglioramento dei servizi, delle infrastrutture e dell’accoglienza. Anni fa quando parlavamo di qualità dell’accoglienza si pensava fosse solo in riferimento ai cittadini. Oggi sappiamo che qualità e accoglienza riguardano tutto il sistema, non bisogna fare distinzione tra servizi al cittadino e al turista, occorre invece raggiungere uno standard che risponda alle esigenze di tutti.

Da ottobre occorre lavorare su questo per pianificare le opere da mettere in campo e costruire un’offerta mirata al pubblico internazionale».


Tanti giovani scelgono la nostra regione, qual è la clientela a cui dovremmo rivolgerci?
«Non bisogna demonizzare nessuno. Il pubblico internazionale sta cambiando, ci sono sempre più giovani in generale, generazioni digitali, anche da paesi come Cina, Corea, Giappone, dobbiamo capire cosa si aspettano di trovare. Sono proprio i giovani che sempre più viaggeranno nel tempo; la sfida sta nello sviluppare un tipo di turismo proattivo che li inviti a dedicare del tempo a migliorare il territorio, il turista deve diventare un cittadino temporaneo che si prenda cura del luogo che lo accoglie. Questioni come il rispetto dei fondali, delle dune, delle distanze dalla costa nel diportismo, dell’abbandono dei rifiuti devono diventare alla portata di tutti e non un dibattito di pochi. Come quando si vede qualcuno fumare in un luogo chiuso, tutti danno che non si può fare. Quello a cui stiamo assistendo è un po’ la conseguenza di un momento difficile in cui ci sentiamo depredati di un pezzo di vita che dobbiamo riprenderci ad ogni costo. I ragazzi un po’ di più, ma sono spesso proprio loro ad essere anche più preparati sulle questioni ambientali, invitiamoli a salvare la Puglia e a costruirla insieme. Sarebbe interessante creare un albo dei sostenitori e fare in modo che ogni turista dedichi almeno un’ora al giorno al miglioramento del territorio che lo accoglie».


Quali sono tre azioni improrogabili per fare il tanto ambito salto di qualità?
«Innanzitutto limitare il più possibile l’utilizzo delle automobili, eliminarle dai centri storici, aumentare in modo sistemico lo spazio pedonabile nelle città, fare in modo che vengano utilizzati mezzi di mobilità sostenibile e adeguare il territorio. Sarebbe poi importante riuscire a presentare una Puglia plastic free, eliminare l’uso della plastica sarebbe davvero un valore aggiunto. E poi a proposito di formazione e lavoro un grande sogno».

Quale? 
«Quello di organizzare un grande corso di turismo e accoglienza per i tanti ragazzi afgani o in generale per quelli rifugiati e impiegarli nell’immediato per fargli fare un’esperienza vera di formazione e lavoro e farli eventualmente tornare a casa con un bagaglio importante e un mestiere».

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