Saltarono la fila per il vaccino? Faro della Procura su 100 casi. Negli elenchi anche politici, amministratori e imprenditori

Saltarono la fila per il vaccino? Faro della Procura su 100 casi. Negli elenchi anche politici, amministratori e imprenditori
di Paola COLACI
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Venerdì 23 Aprile 2021, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 20:18

Non solo furbetti del vaccino nel mirino delle Procure pugliesi. Ora i riflettori dei carabinieri dei Nas si accendono anche su alcuni sindaci. E al vaglio degli investigatori passano chat e messaggi audio inviati nelle scorse settimane dai telefonini di alcuni amministratori. Messaggi dal contenuto pressoché analogo, attraverso i quali i sindaci invitavano amici e partenti a recarsi negli hub vaccinali delle città per poter usufruire anche senza prenotazione e pur non rientrando nelle categorie in priorità di dosi di vaccino avanzate a fine giornata. Episodi che, oltre a scatenare una pioggia di proteste e polemiche politiche, avrebbero attirato anche l'attenzione dei carabinieri del Nas. Ai militari ora il compito di comprendere se quei messaggi possano aver interferito in qualche misura il Piano regionale della campagna vaccinale. E se per chi li ha inviati possa figurasi qualche ipotesi di reato. Si vedrà.

L'inchiesta sui furbetti


Intanto l'inchiesta pugliese sulle vaccinazioni abusive continua. La Procura di Bari e le altre Procure pugliesi stanno analizzando i dossier dei Nas e le relazioni prodotte dal Nirs (Nucleo ispettivo regionale sanitario).

Documentazioni depositate nei giorni scorsi dopo settimane di indagini e analisi dettagliata delle liste dei vaccinati in Fase 1, ossia tra gennaio e febbraio quando le somministrazioni erano riservate esclusivamente agli operatori sanitari e sociosanitari, agli anziani over 80 e ai soggetti fragili. Negli elenchi dei vaccinati in priorità rientrerebbero, tuttavia, anche avvocati e commercialisti, commercianti, artigiani e imprenditori. E ancora, sindaci e amministratori locali. E persino esponenti politici della Regione. Soggetti che, a una prima analisi, non avrebbero avuto alcun valido motivo per saltare la fila e ottenere il vaccino in anticipo. Gli stessi nominativi che ora potrebbero finire nei registri degli indagati. Ma tant'è.

Le dichiarazioni del Nirs


«L'azione investigativa del Nirs è giunta ormai quasi al termine - fa sapere l'avvocato Antonio La Scala, coordinatore del Nucleo ispettivo regionale sanitario - Per quanto ci riguarda abbiamo acquisito gli elenchi dei vaccinati sino al 15 febbraio scorso. E su quelle liste abbiamo puntato i riflettori per individuare eventuali anomalie». A fronte di un numero iniziale di casi dubbi pari a circa 30mila soggetti, tuttavia, le indagini del Nirs hanno ristretto il cerchio a poche decine di casi di presunti furbetti. Circa un centinaio, in tutto. «Ma non si è trattato di un'indagine semplice - ammette La Scala - poiché imponente è stata la normativa, nazionale e regionale, che rispetto alle indicazioni iniziali ha poi ridefinito e meglio chiarito le categorie degli aventi diritto alla vaccinazione in priorità». Un caso per tutti il recente decreto del primo aprile che ha legittimato alla vaccinazione tutti gli psicologi. «E più di tremila professionisti in Puglia rientravano negli elenchi che abbiamo acquisito - aggiunge l'avvocato - Ma dalle liste sono stati scorporati anche quattromila fisioterapisti e altri duemila tecnici di laboratorio inseriti nella categoria degli operatori sanitari. Ecco perché l'elenco dei casi critici si è assottigliato a poche decine di unità». Tutti soggetti che in fase di somministrazione sarebbero stati, comunque, classificati nelle categorie degli operatori sanitari e socio sanitari. Ma c'è di più. Nelle liste dei centri vaccinali e degli hub pugliesi trovano posto altri 307 soggetti per i quali non è stata indicata alcuna categoria. «Oltre al Nirs, sulla questione stanno svolgendo investigazioni e approfondimenti le Procure pugliesi e 8 Nuclei antisofisticazioni. E starà a chi di competenza adottare i provvedimenti del caso - conclude La Scala - A livello di giudizio morale, tuttavia, continuo a sostenere che chi ha agito dolosamente e con slealtà a discapito di chi ne aveva veramente bisogno ora dovrebbe almeno farsi avanti e chiedere scusa».

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