Fse-Ferrovie dello Stato, sindaci contro la fusione ma le trattative vanno avanti

Fse-Ferrovie dello Stato, sindaci contro la fusione ma le trattative vanno avanti
di di Nicola Quaranta
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Domenica 29 Maggio 2016, 13:12
LECCE - La manifestazione di interesse all'acquisizione di Ferrovie Sud-Est da parte de gruppo delle Ferrovie dello Stato e le trattative avviate dal gruppo di lavoro di ci fanno parte i rappresentanti di Fs, di Trenitalia e di Busitalia (le due aziende operative cui fanno capo i servizi su ferro e su gomma in cui andrebbero integrate le attività delle Sud-Est) non convincono le istituzioni locali. E non soltanto per i nodi, tuttora da sciogliere, legati alle prospettive del servizio e ai riflessi del debito di oltre 350 milioni nelle casse delle Fse. 
«In riferimento alla questione Fse e relativi provvedimenti, in qualità di coordinatore del sistema trasporti nell'Unione dei Comuni del Nord Salento in capo al Comune di Novoli, assessorato alla Mobilità, esprimo rammarico e preoccupazione in riferimento alle notizie apparse sui maggiori organi di stampa». È quanto lamenta, a nome e per conto dei Comuni del Nord Salento, il presidente del Consiglio comunale di Novoli, Giovanni De Luca.
«Si può essere favorevoli - spiega - a qualsiasi soluzione per salvaguardare il sistema gestionale dei trasporti in Puglia, alla luce di quanto emerso in tutta la sua drammaticità ed a fronte dei quali fatti siamo stati portati a schierarci, come amministratori del territorio, Sindaci ed Assessori, al fianco del Commissario Andrea Viero ma abbiamo bisogno di importanti rassicurazioni».
Le preoccupazioni, quindi, legate a una gestione centralizzata: «La Fse è una società privata partecipata e "controllata" dallo Stato. Che questo controllo non ci sia stato la dice lunga su quanta strada c'è da fare in nome di un senso di responsabilità politica nei confronti della cosa pubblica in epoca di privatizzazioni, ma i provvedimenti di risanamento gestionale, non possono vedere penalizzati ancora una volta i più deboli, il Salento».
Più convincente, per il coordinamento dei sindaci, l'ipotesi lanciata dall'ex assessore regionale ai Trasporti, Guglielmo Minervini, il quale auspica che la crisi delle Ferrovie Sud-Est divenga un'opportunità per ripensare l'intero sistema del trasporto ferroviario regionale per fare un balzo in avanti verso la prospettiva di un'unica Ferrovia di Puglia. 

«Saremmo, in linea di massima, favorevoli ad un gestore unico del servizio nazionale, sul sistema integrato su un unico gestore per le "ferrovie di Puglia", ad esempio Fsi, un sistema moderno ed europeo, alternato con buone politiche di mobilità dolce, ma oggi Fse ha quattro posti di controllo per meno di 500 km di linea ferroviaria, Rfi ha un unico posto da Bologna a Lecce ed è a Bari». Guardando in prospettiva, dunque, più timori che certezze: «In questa fase, i problemi sul tavolo del Commissario e del Ministero sono di intese politiche sul piano industriale 2016-2020. La nostra preoccupazione come amministratori del territorio è un servizio efficiente e qualificato, ma che non ci escluda da processi di governance del territorio, delegando snodi nevralgici di coordinamento tecnico a Bari. L'unione dei Comuni del Nord Salento, è snodo cruciale per le tre province salentine e necessità di un un processo partecipativo subito». Già pronta la mobilatazione: «Abbiamo convocato una giunta dei Sindaci dell'Unione, la Commissione trasporti, e dal Consiglio dell'Unione faremo uscire un documento per avere un’audizione con la conferenza dei capigruppo in Regione». Intanto il coordinamento dei sindaci ha chiesto un incontro urgente con il Commissario di Fse, Andrea Viero.
Sul tema interviene anche il consigliere regionale Ernesto Abaterusso (Pd): «Ciò che realmente conta è la funzione di una struttura che nel corso degli anni, al netto delle polemiche, tanto ha dato alla Puglia in termini di sviluppo del trasporto pubblico locale e – per quel che interessa la provincia di Lecce – la realizzazione in tempi certi della Metropolitana di superficie. Diciamo allora in maniera chiara: spetta al Governo centrale farsi garante dell’attuale passivo della Società. Dal mio punto di vista quindi poco importa se il risanamento passerà dall’intervento delle Ferrovie dello Stato o se si seguirà la strada dallo scorporo delle posizioni debitorie».
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