Frecciarossa a Lecce, l'attenzione si sposta sui modi e sui tempi

Frecciarossa a Lecce, l'attenzione si sposta sui modi e sui tempi
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Venerdì 16 Ottobre 2015, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 14:05
Ora che l’impegno del governo c’è e anche quello di Ferrovie dello Stato per fare arrivare il Frecciarossa fino a Lecce, cancellando l’ingiustizia del’esclusione del Salento dal collegamento veloce, non resta che vigilare su modi e tempi dell’attivazione del servizio. Al termine del vertice multilaterale convocato mercoledì scorso a Roma dal ministro Delrio è stato detto che tutto avverrà in tempi brevi.



Per coprire la tratta, infatti, Fs ha deciso di non forzare i convogli già in servizio ma di aggingere un’altra coppia di convogli Etr500, svincolando il treno dagli orari eccessivamente serrati che imporrebbe l’andata e ritorno Milano-Lecce con problemi nei turni dle personale e nel servizio di manutenzione. Si tratta della soluzione più dispendiosa, almeno stando alle stime che l’azienda aveva fornito nelle scorse settimane, ma dal punto di vista economico, l’attivazione del Frecciassa rientrerà nel nuovo contratto di servizio sulle lunghe percorrenze.



Il vertice ha inoltre portato con sé anche la promessa di una serie di aggiustamenti che riguardano i Frecciabianca già in servizio.

Tutto in ogni caso dovrà avvenire «prima dell’estate».

La prossima stagione estiva dunque potrà contare anche sul Frecciarossa e non a caso la decisione sarà supportata anche dalla Regione, decisa ad incentivare l’utilizzo del treno, anche attraverso le sue politiche turistiche.



L’esito positivo della vicenda, con il riconoscimento delle istanze del territorio, ha appuntato una medaglia anche sul petto di Michele Emiliano sinora un po’ strapazzato dal governo Renzi in virtù del suo potenziale politico. Ma ovviamente sullo sfondo della mobilitazione del Frecciarossa c’è ben altro, ovvero il quadro a tinte fosche che riguarda il Mezzogiorno ancora in attesa di conoscere i dettagli del suo masterplan.



Ieri da Lecce il vice ministro ai Trasporti e alle Infrastrutture, Riccardo Nencini, ha commentato così il prolungamento del Frecciarossa: «Il segnale che arriva è che anche laddove non c'é portafoglio pieno, quando è necessario c'é bisogno che lo Stato intervenga. Si tratta di una buona notizia non solo per Lecce ma per l’intero Sud - ha proseguito Nencini -. Un intervento che il ministero e il ministro in testa hanno costruito come segnale verso il Mezzogiorno». Nencini ha anche ribadito che si tratta di «un segnale in controtendenza che va costruito - ha proseguito - perché non ci sono misure economiche ancora favorevoli, come ha sostenuto il numero uno di Ferrovie, Elia. Occorre un nuovo convoglio e quindi tempi tecnici, un'organizzazione tecnica che deve essere predisposta nel più breve tempo possibile, ma è una segnale positivo che è venuto da un lato, grazie alla grande spinta del territorio, e dall'altro - ha concluso - grazie ad una tendenza del governo a guardare al Sud in maniera diversa». Una posizione condivisa anche dall’assessore regionale ai Trasporti Giovanni Giannini.



A margine del convegno sui 40anni della Stp che si teneva ieri a Brindisi, l’assessore ha infatti commentato così la decisione di estendere il servizio anche a Lecce.



«La battaglia del Frecciarossa è una vittoria politico culturale - ha detto Giannini - nel senso che si è affermato il principio che una azienda, soprattutto pubblica, non può decidere unilateralmente, come in questo caso, l’estensione della introduzione di un nuovo servizio senza interloquire con il governo del territorio. Poi vedremo come risponde il mercato e l’utenza che ha rivendicato la presenza del Frecciarossa sino a Lecce. Oggettivamente non ci sono difficoltà», ha proseguito l’assessore, che ha anche aggiunto un passaggio sui prossimi lavori che dovranno interessare la rete: «Al di là del valore simbolico e politico, l’alta velocità è cosa diversa dal Frecciarossa - ha spiegato Giannini - L’alta velocità ha bisogno di interventi tecnologici che rendano possibile la sua introduzione sulla linea adriatica. Allo stato parliamo di ‘velocizzazione’ della linea ed è un intervento che porterà un miglioramento complessivo».