Frecciarossa, in campo scuole e sindacati

Frecciarossa, in campo scuole e sindacati
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Giovedì 8 Ottobre 2015, 07:24 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 12:44
La battaglia per il Frecciarossa fino a Lecce è al suo sprint finale. Ad ormai meno di una settimana per il tavolo convocato dal ministro ai Trasporti sul Frecciarossa, che il 14 ottobre vedrà a Roma anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l’Ad di Trenitalia, Michele Elia, la mobilitazione del territorio diventa sempre più compatta e organizzata.



Ieri è stato infatti il mondo del sindacato a scendere in campo, chiedendo per martedì prossimo, alla vigilia del vertice dunque, un incontro con il prefetto di Lecce Claudio Palomba, che fotografi la presa di posizione del Salento sulla vicenda. In una lettera unitaria Cgil, Cisl e Uil di Lecce propongono infatti di condividere “con tutto il partenariato economico e sociale della provincia di Lecce” l’incontro con il Prefetto. E a Brindisi e a Taranto i rappresentanti dei sindacati sono sulla stessa posizione.



Anche il mondo dell’istruzione fa quadrato sulla rivendicazione del territorio salentino sul Frecciarossa fino a Lecce. Scuola e Università si mobilitano infatti in vista dell’incontro del 14 ottobre.



Presidi, docenti e studenti hanno firmato la petizione lanciata da Quotidiano, altri lo stanno facendo in queste ore.



Ieri il rettore dell’Università del Salento, Vincenzo Zara, nel sottoscrivere l’appello di Quotidiano ha sottolineato quanto la cultura e la formazione si nutrano anche di scambio e quindi di mobilità, sottolineando anche l’enorme contraddizione di chi pianifica lo sviluppo del Mezzogiorno senza prima colmare un gap così evidente in termini di mobilità.



Dal liceo “Quinto Ennio” di Gallipoli, Antonio Errico spiega la questione in termini storico-politici: «In tutte le scuole si insegna che l’Italia è unita. Si insegna anche che dovrà essere sempre più unita, nella sua storia e nel suo sviluppo. Il treno, però, si ferma a Bari. Ci sono molti ragazzi nelle scuole della provincia che fra qualche mese o fra pochi anni andranno a studiare in università del centro nord, anche se ci auguriamo che restino nell’università del Salento. Ma quelli che andranno oltre, appena potranno salteranno su un treno per tornare a casa, a volte soltanto per la domenica. Allora mi chiedo che cosa penseranno quando il treno si fermerà a Bari. È una storia strana, questa, - prosegue Errico - certo, ci sono dei conti da fare, ma sono convinto che ogni conto debba fondarsi su considerazioni sociali. Non so a chi rivolgermi, ma vorrei dire: consentiteci di dire che l’Italia è sempre una e indivisibile anche per le ferrovie».



Dal liceo Fermi di Brindisi, la dirigente scolastica Annamaria Quarta pone la questione in termini di sviluppo ma anche di integrazione tra territori.



«Abbiamo la fortuna di avere un aeroporto che funziona e ricordo bene quanto abbiamo dovuto batterci perché si superasse il pregiudizio che da noi non ci fossero passeggeri. Integrare questa infrastruttura con un servizio ferroviario di qualità è indispensabile per il territorio salentino che, come tutti sanno, paga da sempre per la sua distanza geografica dal resto d’Italia. Chiedere la giusta attenzione sulla questione mi sembra il minimo - conclude la dirigente del Fermi - tanto più che spostarsi vuol dire conoscere il mondo che ci circonda ma anche essere raggiungibili e questo non dovrebbe essere negato a nessuno».





Tra i sostenitori della mobilitazione, anche i presidi del "Da Vinci” di Maglie, Annarita Corrado, del “Majorana” di Brindisi. Salvatore Giuliano, del liceo "Palmieri" di Lecce, Loredana Di Cuonzo, del liceo “Virgilio” di Lecce Dario Cillo.
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