Fontana (Confindustria Puglia): «Sbagliata la politica dei "no a tutto", sono a rischio 4mila posti di lavoro»

Fontana (Confindustria Puglia): «Sbagliata la politica dei "no a tutto", sono a rischio 4mila posti di lavoro»
di Giuseppe MARTELLA
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Martedì 18 Ottobre 2022, 05:00

Confindustria Puglia consegna alle Commissioni I e IV le proposte in vista della odierna discussione del consiglio regionali sulle composizioni al territorio dei grandi colossi energetici. Una assise che si preannuncia infuocata e che dovrà cercare di fare sintesi sulla grave questione dei costi energetici in bolletta per famiglie e imprese. Tre le proposte legislative sulle quali i consiglieri regionali sono chiamati a discutere anche considerando i dubbi avanzati e le migliorie proposte da Confindustria Puglia. Una posizione chiara quella della più importante associazione di rappresentanza delle imprese manifatturiere e di servizi espressa dalle dichiarazioni del presidente regionale Sergio Fontana. 
Presidente Fontana, come è andata l’audizione congiunta dinanzi alle Commissioni Bilancio e Industria Commercio e Artigianato? 
«Siamo stati ascoltati sotto nostra formale richiesta, nell’ultimo momento utile prima che la discussione su un tema emergenziale che riguarda la Puglia che produce e tutte le famiglie entri nel vivo in Consiglio regionale. È mancata la concertazione con le parti sociali, ma con spirito collaborativo e senza perderci in discussioni sterili abbiamo portato all’attenzione dei consiglieri regionali partecipanti alle Commissioni le nostre proposte». 
Quali sono stati i rilievi di Confindustria Puglia? 
«Abbiamo affrontato la questione in termini concreti, mettendo per iscritto tutta una serie di emendamenti e commi ai disegni di legge in discussione domani (oggi, ndr). Non si può correre il rischio di legiferare in maniera generica e non puntuale, il rischio sarebbe una toppa peggiore del buco. Una serie di approfondimenti per cercare di dare peso sostanziale a quella che dovrebbe essere la nuova normativa regionale, tenendo in giusto conto, ad esempio, i temi di fiscalità generale come pure la legge nazionale 239/2004 sul riordino del settore energetico e il decreto legislativo 387/2003 sulla produzione di energia da fonti rinnovabili». 
Come numero uno di Confindustria Puglia non ha mai nascosto che sulla questione compensazioni in Puglia si sia perso troppo tempo.
«Un disappunto che non posso che confermare. Ce le ricordiamo tutti le proposte contro l’installazione di Tap, le proteste di piazza spesso accompagnate da una politica miope. Ora in un periodo emergenziale assoluto, tutti ci accorgiamo dell’importanza dell’energia per le imprese di Puglia e per le famiglie. Una situazione di ritardo inconcepibile e assurdo sul quale nessuno ha chiesto mai scusa». 
La guerra ha stravolto tutte le modalità di osservare la realtà. Come è cambiata la percezione rispetto alla questione energetica? 
«Siamo divenuti consapevoli rispetto alla necessità ormai improcrastinabile di una nuova politica sulle energie. Occorre comprendere e calcolare bene su quanta energia abbisogniamo e sui metodi più efficaci di approvvigionamento. Abbiamo inseguito chi urlava il “no” su ogni questione specifica, oggi abbiamo il dovere di cambiare passo». 
Crede che una legge regionale che pure spinga al ristoro dei cittadini e all’abbassamento delle bollette sia la soluzione ideale del problema? 
«La nostra convinzione è stata sempre che i colossi del gas, Tap e Snam per cominciare, fossero invitati a sedere a un tavolo di concertazione che discuta delle compensazioni per i territori. Ora il rischio è quello che il tempo del dialogo sia passato e che la Puglia non sia in grado di dettare le regole a quel tavolo così come ha potuto fare invece in tempi non sospetti la Basilicata. E allora, la politica regionale si impegni a incorniciare una norma che garantisca le posizioni dei cittadini ma anche delle grandi imprese che investono in Puglia in un settore strategico come quello dell’energia». 
Cosa sta comportando nella regione il caro bollette e l’esplosione dei costi energetici? 
«Siamo già oltre l’emergenza, la situazione è drammatica e peggiora ogni giorno che passa. Al momento, il rischio immediato è che saltino in aria 4mila posti di lavoro, ma i numeri potrebbero presto essere inarrestabili. La politica regionale, ma soprattutto il nuovo governo nazionale devono dare risposte certe e rapide. C’è bisogno di un nuovo Piano Marshall sull’energia sottoscritto da tutte le parti politiche e sociali».
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