Fondi europei Fesr e Fse 2021-2027: alla Puglia arrivano 5.5 miliardi di euro

Fondi europei Fesr e Fse 2021-2027: alla Puglia arrivano 5.5 miliardi di euro
di Alessio PIGNATELLI
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Sabato 19 Novembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:34

L’ok da Bruxelles è arrivato: la Commissione europea ha approvato i programmi operativi della Regione Puglia per l’impiego del Fondo europeo per lo sviluppo regionale, il Fesr, e per il fondo sociale europeo (Fse+) per il periodo 2021-2027. In totale sono 5 miliardi e mezzo poiché la dotazione finanziaria comprende i due programmi: 3,7 miliardi di questa somma provengono da fondi Ue. Delle risorse europee, 3 miliardi sono destinati al Fesr, mentre 782 milioni al Fse+. Secondo quanto comunicato dalla Commissione, parte delle risorse sarà impegnata nel sostegno alla ricerca, allo sviluppo e all’innovazione per le piccole e medie imprese, mentre l’economia verde riceverà circa un quarto della dotazione del programma.

La Regione mira inoltre a migliorare le condizioni di vita di giovani, donne, migranti e persone a rischio di esclusione sociale e a sviluppare strategie territoriali per garantire un migliore accesso ai servizi essenziali, il miglioramento delle condizioni abitative e la promozione dell’attrattività territoriale con particolare attenzione alla cultura e al turismo.

Il commento di Emiliano

«Una bella notizia. Si è concluso con successo il lavoro portato avanti dalla Regione Puglia per programmare le nuove linee di intervento legate ai fondi strutturali - ha commentato il presidente della Regione, Michele Emiliano - Parliamo di 5,5 miliardi di euro in arrivo nella nostra regione, che saranno impiegati per sostenere la transizione ecologica, energetica e digitale, e per promuovere uno sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale.

Sono risorse che destineremo a imprese, lavoratori, giovani, donne, amministrazioni territoriali e che contribuiranno concretamente allo sviluppo e alla crescita del mercato del lavoro, della conoscenza e dei saperi, dell’inclusione e della parità di genere».

«Con l’approvazione da parte della Commissione europea del programma regionale 2021-27 possiamo proseguire - ha concluso Emiliano - il grande lavoro di questi anni per rendere la nostra regione sempre più accogliente e attrattiva, una terra dove è bello vivere, lavorare, studiare, investire, realizzare sogni e aspirazioni».

Gli assi principali

Il passaggio di ieri chiude l’iter che già ad aprile era stato contrassegnato dall’approvazione della giunta regionale di questo plafond. Nel programma regionale pugliese gli obiettivi strategici europei - trasformazione economica, transizione green, connessione, rafforzamento della mobilità e della connettività - sono articolati in dieci assi prioritari. Quelli più rilevanti riguardano “Competitività e innovazione”, asse orientato prevalentemente alla competitività e all’innovazione del sistema produttivo pugliese che mobilita oltre 1 miliardo 757 milioni di euro ed “Economia verde” che punta a investire circa 1,261 miliardi di euro. Un volume totale di risorse che supera il miliardo di euro è assegnato a “Welfare e Salute” con interventi sia sulle tecnologie sanitarie, sia sulle politiche di inclusione sociale. Complessivi 683 milioni di euro sostengono “Istruzione, Formazione e Lavoro”, cui si aggiungono 138 milioni di euro espressamente dedicati all’asse “Occupazione giovanile”. Agli interventi sui trasporti e sulla mobilità lenta sono riservati circa 294 milioni di euro. L’asse “Sviluppo urbano”, indirizzato alle azioni di rigenerazione urbana e dei contesti turistico-culturali, presenta una dotazione di 205 milioni di euro.

Fitto sul Pnrr

E sui fondi europei, in questo caso quelli relativi al Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha parlato ieri proprio da Bruxelles il ministro per gli Affari europei, le politiche di Coesione, il Sud e il Pnrr Raffaele Fitto: «È evidente che non abbiamo l’idea che il Pnrr possa essere affrontato in base all’immediata scadenza ma deve essere visto con una visione unica. Il nostro obiettivo è quello di prendere atto delle possibili integrazioni, da concordare certamente con l’Ue, in un clima che per l’Italia possa trovare delle forme chiare e nette di accelerazione della spese e delle procedure e che qui a Bruxelles possa essere condiviso con la Commissione».

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