Party a bordo piscina e giovani in pista a ballare: ecco l'estate delle feste abusive

Party a bordo piscina e giovani in pista a ballare: ecco l'estate delle feste abusive
di Paola COLACI
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Lunedì 5 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 07:45

Alle 23 del primo sabato di luglio sulla spianata di Baia Verde a Gallipoli decine di giovani fanno capannello in strada. Attendono navette e bus che prelevano le comitive da più punti di raccolta. Quest’anno però, nella “Ibiza d’Italia” i van non fanno la spola tra il centro della città e “Praja”, “Riobò” e gli altri club. Almeno non ancora. I locali simbolo della movida estiva restano chiusi. Titolari e gestori sono in attesa che il governo ne autorizzi la riapertura dopo uno stop lungo 11 mesi. Eppure la musica nel Salento si è già riaccesa. Ma la destinazione notturna di centinaia di giovani in vacanza nella città ionica resta sconosciuta sino all’arrivo. «Una villa a Marina di Pescoluse? O forse era a Ugento?» prova a fare mente locale qualcuno. Di sicuro si tratta di resort privati, immersi nell’entroterra o in campagna. Lontani da Gallipoli e dal mare nella maggior parte dei casi. Ville “attrezzate” con piste da ballo, consolle per dj e casse che pompano musica a tutto volume. E persino bar per i cocktail: ingresso e quattro drink al prezzo di 20 euro con il braccialetto acquistato qualche ora prima dal promoter di turno che sponsorizza “a bassa voce” questa o quella serata.

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Non solo party: è boom di "cene spettacolo"

Notti danzanti che vanno in scena anche in agriturismi, ristoranti e locali all’aperto ormai da settimane. E non solo a Gallipoli ma in tutto il Salento. La formula è quella delle “cene spettacolo” spesso a menù fisso e con musica da ascolto. Vietato ballare e assembrarsi sulla carta. Nei fatti, però, a tarda sera in alcuni casi il volume della musica si alza, i tavoli allestiti per la cena si accantonano e la festa in pista ha inizio.

E si balla sino a notte fonda. Anche sino alle 3 del mattino, come è accaduto tra sabato e domenica in un agriturismo e in alcuni locali nell’hinterland gallipolino. Le segnalazioni al commissariato di polizia della città ionica lo confermano. E i controlli non mancano. Va detto, per la maggior parte delle attività di somministrazione gallipoline e non solo il rispetto delle regole era e resta una priorità. Ma il fenomeno delle serate abusive sembra aver assunto ormai proporzioni significative. Ed è sotto gli occhi di tutti. «Le feste abusive? È il segreto di pulcinella - commenta rassegnato Francesco Tricarico, autista di una delle circa 30 navette che traghettano i turisti - Sino allo scorso anno puntavamo sul guadagno estivo per tirare avanti tutto l’anno. E invece ora assistiamo al via vai di van e mezzi privati che arrivano da fuori città, fanno salire a bordo decine di giovani e se li portano chissà dove a ballare. Quello che sta accadendo è desolante. Lo sapete che sabato notte ci siamo visti sfilare davanti persino un pullman da 50 posti? Tutto ciò non ha senso. E se non riaprono le discoteche e i locali andrà sempre peggio». 

Assembramenti e niente mascherine: la movida abusiva "orfana" delle discoteche

Sì, perché “in ballo” non c’è solo la sopravvivenza di un settore che sino al 2019 - prima della brusca frenata impressa dalla pandemia - garantiva occupazione e guadagni a centinaia di famiglie della città. Ora in gioco ci sono soprattutto la sicurezza e la salute di migliaia di giovani. Se per partecipare ai party clandestini basta acquistare, infatti, un braccialetto “all inclusive” da 20 euro, di certo ai partecipanti alle feste abusive non sarà richiesto il green pass all’ingresso. Ed è facile immaginare come anche di mascherine, mentre si balla assembrati a bordo piscina, se ne indossino poche. Il numero di presenze, infine. Il Comitato tecnico scientifico per la riapertura discoteche e locali da ballo ha previsto la capienza ridotta del 50%. Lo stesso limite non vale naturalmente per le feste clandestine. E per rendersene conto basta dare un’occhiata al numero di giovani in attesa delle navette che fanno la spola di sera tra i “pool party” privati e le cene spettacolo mentre esperti ed epidemiologi continuano a rimarcare la necessità di non abbassare la guardia. Perché se è vero che il virus sembra aver rallentato la sua corsa, l’emergenza non è ancora finita. Ma tant’è. 

Feste anche in spiaggia al tramonto: centinaia di giovani nei lidi pugliesi

Dalle feste notturne ai party in spiaggia di pomeriggio, la musica non cambia. E anche ieri l’aperitivo in riva al mare in uno dei più noti stabilimenti balneari di Rosa Marina, località turistica sul litorale di Ostuni in provincia di Brindisi, si è trasformato in un beach party in piena regola. Stesso copione: musica, dj, cocktail bar e un centinaio di giovani assembrati a ballare nel lido. «Assistiamo increduli al dilagare, con l’inizio dell’estate, delle attività da ballo abusive effettuate in luoghi e situazioni completamente prive delle necessarie autorizzazioni, delle attrezzature, dell’organizzazione e il personale esperto e addestrato per assicurare la dovuta sicurezza - aveva denunciato nei giorni scorsi Maurizio Pasca, presidente nazionale del Silb-Fipe (Sindacato locali da ballo) - Manca insomma il primo controllo assicurato dal personale delle discoteche; queste situazioni abusive si svolgono nella sprezzante violazione delle disposizioni legate al contenimento del Covid. Balli di gruppo praticamente dappertutto: nei pubblici esercizi, in spiaggia, in piazza». Già, nel Salento e in Puglia ormai sembra proprio che si balli ovunque. Con buona pace di discoteche e club autorizzati che attendono ancora un segnale da Roma.
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