Un Eurodrone prodotto in Puglia: l'aereo a pilotaggio remoto sarà realizzato tra Brindisi e Bari

Un Eurodrone prodotto in Puglia: l'aereo a pilotaggio remoto sarà realizzato tra Brindisi e Bari
di Oronzo MARTUCCI
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Lunedì 28 Marzo 2022, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 08:25

La Puglia avrà un ruolo sempre più centrale nel progetto (su cui sono impegnate Francia, Germania, e Italia) di realizzazione dell'Eurodrone o Male Medium Altitude Long Endurance), un sistema aereo a pilotaggio remoto, a media altitudine e lunga durata, con capacità versatili e adattabili che lo rendono la piattaforma perfetta per missioni di intelligence, sorveglianza, acquisizione obiettivi e ricognizione o per operazioni che coinvolgono la sicurezza nazionale. Airbus, responsabile della selezione del fornitore del motore, ha infatti scelto il Catalyst, proposto da Avio Aero per la propulsione del velivolo e l'accordo prevede la fornitura di 120 motori e la relativa manutenzione e service. Avio Aero ha così superato la concorrenza del motore Ardiden TP3 della francese Safran.

L'Eurodrone decollerà da Grottaglie: a giorni la firma del contratto

Un mese fa Leonardo Spa, impegnata nel progetto Eurodrone come azienda italiana della Difesa (insieme alle europee Airbus Defence and Space e Dassault Aviation) ha annunciato che investirà 300 milioni di euro per implementare in Puglia di tutti i processi relativi alla tecnologia dell'ala, con fabbricazione a Foggia e montaggio a Grottaglie, dove lo stabilimento ha ridotto la produzione delle fusoliere per il Boeing 787 a causa della riduzione della mobilità aerea provocata dal covid 19.

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La produzione


Nella produzione del Catalyst (sinora sono stati realizzati 16 prototipi) hanno avuto un importante ruolo gli stabilimenti di Brindisi e Bari di Avio Aero: a Brindisi sono realizzate le parti del motore in additive manufacturing (grazie all'utilizzo di stampanti 3D); a Bari in collaborazione tra il laboratorio integrato multidisciplinare Energy Factory Bari di Avio Aero e il Politecnico di Bari, è stato testato sul motore il Fadec (Full Authority Digital Engine Control), cioè il sistema di controllo integrato di elica e motore che assicura al pilota un miglior controllo e una maggiore reattività.

La scelta del Catalyst, anch'esso non soggetto a certificazioni Usa) rafforza competitività del sistema aerospaziale pugliese e permette l'aumento dei posti di lavoro in particolare nello stabilimento di Brindisi, dove sono già impegnati circa 500 dipendenti.

Successo di Avio Aero con il turboelica Catalyst


«Siamo onorati di essere stati selezionati da Airbus per motorizzare il nuovo Eurodrone», ha dichiarato Riccardo Procacci, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Avio Aero e GE Aviation Turboprop. «È un grande traguardo per la crescita e l'autonomia dell'intera industria aeronautica europea, così come per chi ha lavorato in questi anni al Catalyst. Abbiamo investito in persone, risorse e infrastrutture per iniziare sin da subito a supportare il programma e i nostri team in tutta Europa sono pronti a mettersi a lavoro».
Il lavoro degli ingegneri sul Catalyst e l'intera filiera produttiva sono e resteranno nell'eco-sistema produttivo europeo. I siti coinvolti nel programma sono: Avio Aero in Italia e Polonia, GE Aviation Turboprop (in Repubblica Ceca), GE Aviation Advanced Technology di Monaco (Germania) e il GE Engineering Design Center di Varsavia (Polonia). Il Distretto tecnologico aerospaziale (Dta) ha contrattualizzato 45 ingegneri nell'attività di progettazione del Catalyst tra Bari e Brindisi.

 

Il turboelica


Il Catalyst è il primo turboelica nella storia dell'aviazione con componenti realizzate tramite additive manufacturing, che assicurano minor peso e maggior efficienza al motore. Grazie al rapporto di compressione di 16:1, il migliore del settore, il Catalyst garantisce una diminuzione dei consumi fino al 20%, una potenza di crociera e una capacità di carico maggiore del 10% e fino a tre ore in più di autonomia rispetto ai motori concorrenti nella stessa categoria.
Il Catalyst è un motore collaudato in volo, interamente sviluppato e prodotto in Europa. «È concepito come 100 per cento Itar-free (International Traffic in Arms Regulation), garantendo così autonomia sulle possibilità di esportazione ed evitando la necessità di ulteriori requisiti prima dell'autorizzazione all'esportazione», spiega in una nota Airbus. «In caso contrario, significherebbe che i quattro Paesi partecipanti dovrebbero chiedere l'autorizzazione agli Stati Uniti prima di poterlo esportare».
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